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Ghana

Diffidenti con le banche

La Banca Centrale del Ghanacerca d'intervenire poiché le banche commerciali non ce la fanno ad adeguarsi, mettendosi al passo delle moderne tecniche di offerta del prodotto finanziario e di gestione. E inoltre la clientela non è propensa al risparmio per la scarsa fiducia che nutre verso gli istituti di credito.
26 settembre 2003 - Sam Sarpong

Diversamente dal resto del mondo, dove il sistema bancario fa di tutto per accattivarsi i clienti con offerte innovative, il sistema creditizio del Ghana sembra dormire ed operare anni luce lontano, indietro dagli altri. Secondo una cliente, la signora Mina Korankye, da parte delle banche, nel corso degli anni, é stato certamente fatto ben poco per favorire il risparmio delle famiglie, ma, non solo, gli addetti ai servizi finanziari, a suo parere, non si sono neanche resi conto che la pesante responsabilità di garantire flessibilità operativa, cura dei clienti e sviluppo dei prodotti del sistema, grava sulle loro spalle. Sta di fatto che la stragrande maggioranza dei ghanesi non può ancora beneficiare degli enormi progressi tecnologici compiuti nel mondo dal sistema bancario, in termini, per esempio, di collegamento on-line fra le filiali, trasferimenti elettronici e casse automatiche. Ne consegue che molta gente tiene ancora ingenti somme di denaro fuori dal sistema ed alcuni, specialmente i contadini, preferiscono tenersi i soldi sotto il cuscino, semplicemente perché non accettano l'idea di dover passare attraverso la banca per disporre del proprio denaro.

Nonostante ciò, i locali delle banche rimangono sotto la costante pressione di lunghe code di clienti, specialmente alla fine del mese, quando la gente si accalca per incassare gli stipendi e non é raro che, nella gran confusione creata dai pacchi di banconote manipolati velocemente dai cassieri, qualche cliente ci rimetta una parte più o meno grande della sua sudatissima paga.

Come se non bastasse l'inadeguatezza del sistema bancario descritta fin qui, si aggiunge, di questi tempi, un'altro motivo d’insoddisfazione e scontento da parte del pubblico: la richiesta delle banche d’innalzare di parecchio il deposito minimo sui conti correnti. Con le misere paghe statali e l'impressionante aumento del costo della vita non sono molti i lavoratori che possono permettersi di lasciare stabilmente sul conto la bellezza di 500.000 cedis, 63 dollari, senza ricevere, oltretutto, in contropartita un tasso d'interesse decente o perlomeno minimamente adeguato ai punti d'inflazione che galoppano senza tregua, mese dopo mese.

Il Presidente del Ghana, John Kufuor, non si stanca di chiedere servizi migliori e più efficienti per i suoi cittadini, affermando che c'è un gran bisogno di modernizzare il sistema bancario, fornendo prodotti innovativi ed adottando standard altamente professionali che rispondano ai bisogni ed alle aspettative dei clienti. Il Presidente ritiene anche che il Ghana deve trarre vantaggio dalle nuove tecnologie che hanno completamente trasformato il servizio bancario in tutto il mondo, facendo sì che il paese si integri nel circuito bancario globale. Kufuor ha poi affermato recentemente, nel corso di un incontro con un gruppo di banchieri, che non ci si può più permettere che gli stranieri che visitano il paese, siano essi turisti o uomini d'affari, si sentano tagliati fuori dal mondo, penalizzati da servizi bancari arcaici e del tutto inefficienti.

Anche il Governatore della Banca del Ghana, Paul Acquah, si è occupato logicamente del problema, invitando con forza le banche a guardare con occhio critico ai servizi che offrono alla clientela, mettendoli urgentemente in linea con gli sforzi del governo, mirati a loro volta ad incentivare il risparmio per far crescere lo sviluppo del paese. Il Governatore ha esortato le banche a ridurre i costi a carico dei clienti, a prendere le loro crescenti lamentele più seriamente in modo da poter affrontare, finalmente, la sfida della liberalizzazione dei prezzi e dei servizi.

Il motivo per cui le banche sono rimaste ferme e non sono cambiate, modernizzandosi insieme al resto del paese, rimane del tutto inspiegabile, soprattutto per il fatto che il governo e la Banca Centrale hanno compiuto, negli ultimi anni, molti progressi nello sciogliere i nodi amministrativi e normativi che impedivano la liberalizzazione finanziaria del sistema. Ci si poteva senz'altro attendere che, con la soluzione di questi problemi, il mondo bancario beneficiasse di una forte e proficua concorrenza, migliorando e rendendo più efficiente il settore dei servizi finanziari nel suo complesso. Invece, questi sviluppi non si sono finora materializzati, mentre, viceversa, la mancanza di concorrenza fra le banche ha consolidato un notevole senso di sicurezza e rilassato autocompiacimento.

Ora, il governo intende introdurre nuove norme per assicurare maggiore efficienza alle operazioni bancarie e, a tal fine, cerca di far passare entro la fine dell'anno tre nuove leggi già presentate in Parlamento. Una di queste è destinata a rafforzare l'indipendenza operativa della Banca del Ghana nel suo ruolo di regolamentazione e per assicurare, al contempo, maggiore trasparenza nel quadro normativo generale bancario. Un'altra, quella sui Sistemi di Pagamento, vorrebbe rispondere al bisogno di sviluppare prodotti e sistemi di pagamento “non” in contanti, per cercare di ridurre l'esagerata dipendenza di cui oggi soffre il sistema nei confronti del pagamento cash. La terza legge, che riguarda misure contro il riciclaggio, è volta a rafforzare gli attuali meccanismi di monitoraggio e repressione dei finanziamenti ai terroristi all'interno del sistema finanziario mondiale. Quest’ultima iniziativa è particolarmente rilevante dal momento che il Ghana sta pensando di introdurre servizi di banca off-shore a disposizione del mercato finanziario globale.

Dopo aver sofferto un prolungato periodo di crisi economica, il Ghana ha cercato di risollevarsi dalla crisi impegnandosi nel cosiddetto Programma di Salvataggio Economico che ha avuto inizio nell’83, ma, nonostante questo, il risparmio e l'investimento privato sono rimasti ben al di sotto dei livelli considerati necessari per una crescita auto sostenuta di lungo termine. Secondo le statistiche ufficiali la percentuale di risparmio del Ghana è tuttora molto al di sotto dei livelli registrati in altri paesi che godono di un prodotto interno lordo simile e, alla stessa stregua, gli investimenti privati sono ancora talmente bassi da porre degli interrogativi sulla sostenibilità degli obiettivi di crescita prepostisi dal paese.

Il Ghana non è mai riuscito a raggiungere alti livelli di risparmio e il tasso lordo di risparmio nazionale non è migliorato, neanche negli ultimi anni; dopo essere sceso sotto il 5% nel’83, si è ripreso, ma non ha mai superato, da allora, il 10%. Un livello particolarmente negativo se comparato con quello dei paesi del sud-est asiatico dove comunemente ci si aggira intorno al 30%. In buona sostanza, il tasso di risparmio e d’investimento nel paese è ben sotto il livello necessario per spingere il Ghana in un ciclo virtuoso di sviluppo accelerato.

Diversi sono i fattori che contribuiscono a deteriorare il livello dell'intermediazione finanziaria in questo Paese: la scarsa fiducia nel sistema finanziario istituzionale, l'instabilità macro economica e la mancanza di concorrenza fra le istituzioni finanziarie. Rimane perciò ancora disponibile un enorme spazio di miglioramento per accrescere le prospettive di sviluppo nazionale, incoraggiando i cittadini a far fruttare i propri risparmi per mezzo di consoni strumenti finanziari; ma, ciò richiede però uno sforzo ed una strategia innovativa cui le banche non hanno mai prestato attenzione, una spinta alla modernizzazione del sistema, mai affrontata efficacemente.

Oggi come oggi si può dire che l'ostacolo più difficile da superare consiste nel recupero della fiducia nel sistema finanziario stesso. Per capire fino in fondo questa sfiducia, che si é ingenerata col tempo nelle istituzioni finanziarie, si deve andare indietro di molti anni, esattamente fino all'82 quando l'allora governo Rawlings congelò i depositi bancari superiori a 50.000 cedis nell’intento di arginare la corsa dell'inflazione. Il risultato fu che molta gente perse ingenti somme di denaro, spiega Kofi Kyeremeh, un economista di Accra. L'avversione generalizzata per il sistema finanziario non si può attribuire però solo a questo episodio o ad altri ancora del lontano passato, ma, viceversa, anche e soprattutto all'instabilità del sistema macroeconomico complessivo degli ultimi anni. In queste condizioni la gente preferisce non risparmiare del tutto, dal momento che, quand'anche s'impegna ad accantonare denaro, non gliene deriva alcun vantaggio...

Non ci sono dubbi che le banche si trovino oggi di fronte ad una grande sfida per recuperare e mantenere la fiducia del pubblico ed indurlo a risparmiare. Una delle prime cose che devono superare e far diventare un ricordo è la loro frequente incapacità di erogare, su richiesta, il contante richiesto, un aspetto che, sicuramente più di tanti altri, compromette la fiducia dei clienti nei loro confronti. Ci vorrà molto tempo prima che il Ghana possa raggiungere i livelli di risparmio che desidera per catalizzare il suo sviluppo economico, a meno che le banche non riescano a convincere la gente che si può fidare fino in fondo del sistema finanziario che rappresentano.