Istruzione per tutti: Zanzibar è felice
Le isole di Zanzibar e Pemba che insieme sono grandi un po’ meno della Val d’Aosta ed hanno circa un milione di abitanti, hanno aperto la loro prima università solo nel 2000. Nel XXI° secolo le cose sembrano cambiare in meglio per le isole dei chiodi di garofano che stanno superando la gigantesca parte continentale del paese nel campo dell’istruzione. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato a Dar es Salaam la prima settimana di maggio, Zanzibar ha ottenuto risultati significativi col suo "Programma di Istruzione per Tutti", che ha ormai 12 anni. Mentre a Zanzibar l’iscrizione dei bambini in età scolastica si è avvicinata agli obiettivi proposti a livello internazionale, la Tanzania continentale è rimasta parecchio indietro. La Tanzania è la nazione nata appunto dall’unione delle isole Zanzibar e Pemba con il Tanganika.
La qualità dell’istruzione e l’istruzione per tutti sono alcuni dei dieci fattori di sviluppo introdotti nella strategia internazionale per lo sradicamento della povertà nei paesi più sottosviluppati del mondo. Un’elaborazione scaturita dalla Conferenza internazionale ad hoc del 1990. A Zanzibar, l’iscrizione dei bambini in età scolare è aumentata dal 50.9% del ’90 al 67% del ’97, un promettente incremento del 16.1% in soli 7 anni, afferma il rapporto delle Nazioni Unite presentato da Korhst Kohler, direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, che ha guidato la delegazione delle NU in Tanzania. Al contrario, nella Tanzania continentale, il tasso di iscrizioni è aumentato solo leggermente, dal 54.2% nel ’90 al 57.1% nel ’99, un incremento poco sensibile, del 2.9%.
Basandosi su questi fatti le Nazioni Unite ritengono sia un sogno, per il continente, raggiungere l’obiettivo internazionale dell’istruzione per tutti, che consiste nell’ottenere l’iscrizione di ogni bambino in età scolare, senza alcuna esclusione, entro il 2015. La comunità internazionale si è spinta più in là, proponendo l’obiettivo che entro quell’anno non solo tutti i bambini siano iscritti, ma ricevano anche un’istruzione di una certa qualità. Zanzibar è stata menzionata nel rapporto come la realtà nazionale che ha fatto maggiori progressi nel campo dell’istruzione elementare e si prevede, se riesce a mantenere il ritmo che ha impresso, possa raggiungere l’obiettivo internazionale di far frequentare la scuola a tutti i suoi bambini entro la scadenza prefissata.
Il continente non ha ottenuto molto, neanche col programma di Istruzione Elementare Universale rilanciato quest’anno, che si riprometteva l’obiettivo di 1,5 milioni di iscritti alla prima elementare. I fatti hanno dimostrato che l’aumento delle iscrizioni, ancora una volta, non è stato assecondato con uno sviluppo corrispondente nel numero di classi, insegnanti e attrezzature scolastiche. Col risultato che le classi sono diventate sovraffollate, mal attrezzate ed ingestibili dai pochi insegnanti esperti disponibili, costringendo molti ragazzi ad assistere alle lezioni sotto gli alberi o seduti sul pavimento.
Il rapporto delle NU continua affermando che in un programma di istruzione l’aumento delle iscrizioni, di per se stesso, ed in più ottenuto sovraffollando i bambini nelle classi, non può certo essere considerato come un indice di successo. Sta di fatto che buona parte degli alunni della Tanzania continentale ripete le classi delle elementari e molto pochi di loro le completano sapendo passabilmente leggere e scrivere. Anche il coefficiente di successo agli esami della 7a classe è molto basso, non raggiunge il 20%. Il numero delle ragazze selezionate per la scuola media è troppo ridotto, se paragonato a quello dei maschi, nonostante venga data loro la preferenza nella selezione.
Il documento sottolinea infine altri problemi che affliggono il programma d’istruzione; fra gli altri, la mancanza di classi, l’estrema indigenza dei genitori e la cattiva distribuzione degli insegnanti, la maggioranza dei quali si viene a trovare concentrata nelle città, mentre le scuole rurali ne sono tremendamente carenti.