Editoriale
Il 45° numero di Africanews in lingua italiana è completamente dedicato agli anziani in Africa. Dobbiamo confessare che per noi sinora gli abitanti del continente erano rappresentati soprattutto dai giovani. Pensate che il 45% della popolazione africana è costituita da ragazzi fra zero e 15 anni, considerando quindi che l'Africa si sta avvicinando agli 800 milioni di abitanti, significa che circa 350 milioni di loro hanno meno di 15 anni, cioè sono molto più numerosi dei cittadini che hanno l'euro come moneta unica. Come secondo aspetto demografico ci colpiva l'agghiacciante brevità della vita media dei cittadini in moltissimi paesi africani: tra i 40 e i 50 anni. Praticamente la metà di quella che può attendersi un cittadino europeo.
Quando pensavamo agli anziani africani ci coglieva invece un senso di nostalgia. Sapevamo e avevamo constatato di persona come la figura dell'anziano fosse circondata da rispetto, devozione e reverenza perché i giovani vedono in lui il custode delle tradizioni sociali. Avevamo fatto un parallelo con gli anziani di casa nostra, sovente sopportati e spesso parcheggiati in ospizi per non rovinare le vacanze alla bella famigliola. Questi quattro articoli aprono uno squarcio sulla situazione che si è venuta a creare nel continente dove i "vantaggi" della modernizzazione o globalizzazione stanno intaccando i valori morali tradizionali.
In Botswana i donatori stranieri vorrebbero che si cominciasse una politica per la costruzione di case di riposo. La reazione degli abitanti è stata più che negativa. Si deve considerare che il Botswana ha meno di 2 milioni di abitanti, che la vita rurale è ancora prevalente e il fascino della città cattura poca gente. Ma soprattutto resiste la struttura millenaria della famiglia estesa. Cioè, se muoiono i genitori, ai piccoli penseranno i nonni. Se i nonni non ci sono, ci penseranno gli zii. Se questi non possono aiutare economicamente i parenti, ci saranno altri in famiglia che si prenderanno carico dei bisognosi. Insomma, in Botswana l'ospizio è visto come uno strappo al tessuto sociale e morale della società.
Altra musica in Zambia dove invece ci sono anziani che sarebbero felici di essere accolti in un ospizio soprattutto per sfuggire alle angherie dei figli che evidentemente si sono "occidentalizzati" in fretta e hanno dimenticato i valori della cultura africana. Capita addirittura che le persone anziane vengano accusate di stregoneria e ciò accade soprattutto alle donne perché anche l'Africa è maschilista e per incolpare un uomo servono prove concrete mentre per denunciare una femmina è molto facile. Tale situazione ha toccato vertici impensabili in Ghana dove esiste addirittura un campo di concentramento per streghe. Un servizio televisivo ha mostrato agli esterefatti ghaneani in che condizioni vivono alcune centinaia di donne anziane che al loro villaggio rischierebbero guai e persecuzioni che possono anche portarle alla morte.
In Africa quando muore un anziano si pensa che evidentemente si è compiuto lo scopo della sua permanenza sulla terra ma se muore un giovane, amici e parenti cercano i responsabili di questa partenza prematura. Spesso il capro espiatorio è una persona anziana, il tipo giusto per il ruolo di strega.