Aumentano gli anziani: che problema!
La suora cattolica Mary Claver Amollo, di 78 anni, lavora da 14 anni con la gente anziana nella parte occidentale del Kenya. Era uno dei 200 delegati che si sono recentemente riuniti, dal 3 al 6 dicembre, nella capitale del Kenya, Nairobi, per lavorare alla preparazione di un documento di indirizzo generale ed un piano d'azione per gli anziani dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OAU). Il documento andava presentato alla sessione ordinaria della Commissione per il Lavoro e gli Affari Sociali della OAU, al suo Consiglio dei Ministri e all'Assemblea dei Capi di Stato e di Governo per un approfondimento, un avallo e l'adozione. Qualsiasi documento verrà in seguito approvato dalle autorità a livello continentale nel corso di una riunione generale prevista per il prossimo aprile a Madrid, costituirà la cosiddetta Posizione Comune Africana.
Secondo suor Amollo, fra le questioni incalzanti che riguardano gli anziani in Africa va sicuramente considerato l'impatto dell'AIDS sulla loro condizione. Spiega infatti che l'epidemia ha avuto un effetto devastante su di loro, in quanto ricade ora sugli anziani il peso e la responsabilità di prendersi cura sia dei loro figli morenti che dei loro nipoti orfani. Aggiunge che nel Kenya occidentale, una regione dove la malattia ha imperversato e continua ad imperversare fra la gente delle campagne, un numero sempre maggiore di anziani si carica sulle spalle responsabilità che è costretto ad accollarsi a causa dell'AIDS. E racconta:" Nella parrocchia di Asumbi, dove ho lavorato negli ultimi 10 anni, ci sono almeno 500 anziani, sia uomini che donne, che si prendono cura di persone la cui vita è stata devastata dalla malattia e un numero ancora maggiore vive fuori dalla parrocchia, facendo la stessa cosa." Suor Amollo continua, affermando che: "Un numero sempre maggiore di anziani di questi tempi si prende cura di bambini i cui genitori sono morti di AIDS". Alcune ricerche dimostrano che nell'Africa Sub-Sahariana circa 7,8 milioni di bambini sono rimasti orfani a causa dell'AIDS e sono costretti a vivere con i membri anziani delle loro famiglie.
Provocata dall'intervistatore che le domandava se non fosse il caso che pensasse di andare in pensione a causa dell'età avanzata, suor Amollo, una Francescana, ha sostenuto senza esitazione di essere ancora giovane ed in forza per lavorare, affermando:" La mia apparenza fisica non deve trarre in inganno, significando che non posso essere utile ad altri anziani come me. Si tratta di una missione e l'età non è altro che un numero…" Le Nazioni Unite definiscono anziani coloro che hanno raggiunto e superato i 60 anni. In Africa, l'età di pensionamento cade normalmente fra i 55 e i 65 anni, ma in molti casi, nel continente, questa definizione è quantomeno inappropriata o irrilevante. Nelle aree rurali, dove i registri delle nascite non sono accurati o non esistono del tutto, ci si riferisce normalmente all'aspetto fisico nello stimare l'età delle persone; il colore dei capelli, lo stato della vista e cose del genere costituiscono un'indicazione per definire quando una persona è ormai vecchia. Ciò nondimeno le definizioni diciamo "ufficiali" sono quelle che determinano l'accesso degli anziani ai servizi e condizionano le politiche sociali e le assegnazioni di risorse.
L'Ufficio del Censimento degli Stati Uniti ha stabilito che la popolazione mondiale sopra i 60 anni è in costante aumento. Fa presente che nel '50 era di 200 milioni di persone, che nel 1975 era aumentata del 65% arrivando a 350 milioni, per raggiungere nel '99 quasi i 600 milioni. Inoltre, stima che per il 2025 la popolazione anziana raggiungerà gli 1,2 miliardi e per il 2050 addirittura i 2 miliardi. La popolazione anziana dell'Africa, che ora dovrebbe aggirarsi intorno ai 38 milioni di persone, si stima raggiungerà i 212 milioni nel 2050. In questo modo gli africani vecchi andrebbero ad aumentare di ben 6 volte in mezzo secolo!
Dati recenti in possesso di Helpage rivelano che, nonostante si preveda che l'epidemia di AIDS stia riducendo e ridurrà in futuro l'aspettativa di vita nei paesi colpiti, la popolazione anziana continuerà a crescere. L'Ufficio del Censimento USA prevede che nei prossimi trent'anni il numero degli anziani raddoppierà in molti paesi, per esempio, nella Repubblica Democratica del Congo, dove si dovrebbe andare da 2,1 a 4,9 milioni, in Mozambico da 0,8 a 2,1, in Camerun da 0,8 a 1,6, in Ghana da 1 a 2,8 ed in Uganda da 0,8 a 1,9 milioni di persone. Analisti politici che si occupano di questioni relative all'invecchiamento della popolazione dicono che l'aumento del numero degli anziani costituisce una sfida per il continente e per tutti i suoi Stati. Aggiungendo che questa crescita non costituisce necessariamente un potenziale elemento di crisi per i governi di quegli Stati a condizione e sempre che siano consapevoli di doverne pianificarne le conseguenze. Del resto, in diversi paesi si lavora già all'elaborazione di nuove politiche in grado di affrontare al meglio il mutamento dei rapporti demografici interni.
Aprendo la Conferenza di cui si è detto sopra, il Vice Presidente del Kenya, George Saitoti, ha fatto notare che l'aumento della popolazione anziana lancia una grande sfida in termini di risorse che è necessario canalizzare nel settore sociale per far fronte ai bisogni di questa componente della società in crescita. Questo fenomeno, ha sottolineato con preoccupazione, si presenta in un momento in cui l'Africa nel suo complesso è alle prese con una serie di altre sfide ed una contrazione generale di risorse disponibili. Saitoti ha anche affermato che, sebbene la struttura della famiglia estesa riesca tradizionalmente a provvedere un importante sostegno alle persone anziane, l'indebolimento di questa stessa struttura, dovuto a mutamenti socio-culturali ed economici, sta rendendo gli anziani sempre più vulnerabili ed esposti all'emarginazione, all'abbandono e alla miseria. Diminuendo, al contempo, la loro partecipazione alla vita sociale comunitaria ed esponendoli a precarietà di alloggio, ma anche a tutta una serie di altri problemi e condizionamenti.
Erroneamente, spesso si crede che nella società africana il tradizionale rispetto per l'anziano garantisca a tutti i vecchi un appoggio e un sostegno adeguato. Purtroppo non è così e suor Amollo spiega che gli anziani sono viceversa soggetti a violenze fisiche e sessuali e ad abuso sul piano sociale, economico e psicologico. " I loro diritti fondamentali, come quello alla vita e alla libertà, il diritto di lavorare e di non essere discriminati sono apertamente violati," racconta.
I delegati si sono sentiti riportare diversi casi in cui gli anziani sono soggetti ad abuso perfino da parte della loro famiglia e non solo di membri della comunità. A volte vengono infatti accusati di qualsiasi nefandezza, dalla stregoneria alla responsabilità per l'accadimento di catastrofi naturali e vengono torturati o fatti oggetti di violenza fisica. Soffrono anche sul piano economico, in quanto vengono privati dei loro beni, mentre le istituzioni finanziarie rifiutano loro il credito ed altri servizi. La discriminazione basata sull'età è assai diffusa nel continente africano; una condizione questa che impedisce agli anziani di avere accesso a diritti fondamentali quali un'assistenza medica adeguata e protezione legale. In Kenya, all'inizio di quest'anno, una nonna di 86 anni è stata portata in tribunale dalla nuora per una contesa famigliare e messa in galera. E' stata messa in salvo e liberata solo dopo l'intervento della Federazione delle Donne Avvocato ( FIDA ), venuta in suo soccorso.
E' proprio in considerazione di questi svariati episodi che i delegati si sono raccomandati che gli stati membri dell'OAU riconoscano i diritti fondamentali degli anziani e si impegnino a fare piazza pulita di qualsiasi forma di discriminazione basata sull'età. Ai governi è stato chiesto di mettere seriamente mano ad iniziative in grado di assicurare che i diritti degli anziani vengano protetti da leggi adeguate, ivi compreso il diritto di organizzarsi in gruppi in grado di rappresentarli per far valere i loro interessi. Più specificatamente, è stato chiesto ai governi di riconoscere ufficialmente che ci si trova di fronte all'impellente necessità di proteggere, sostenere ed istruire gli anziani in stretta relazione con l'epidemia di HIV/AIDS. In modo concreto, destinando maggiori risorse al sostegno del crescente numero di anziani che si prende cura di famigliari la cui esistenza è stata colpita dalla devastante malattia.