B.P. e la Pace

Dagli scritti e dai discorsi del fondatore dello Scautismo

Lo scopo dello Scautismo è di migliorare la qualità dei nostri futuri cittadini, di sostituire l'egoismo con il Servizio, di rendere i giovani più coscienti e più efficienti, al fine di utilizzare questa efficienza al servizio del prossimo ... Occorrono cittadini attivi per tenere alte nel mondo le virtù della libertà, della giustizia, della pace.

L'addestramento militare tende a distruggere l'individualità, mentre uno dei nostri scopi principali è di sviluppare il carattere individuale di ogni persona. Il nostro scopo è di fare dei nostri Scouts dei giovani uomini del bosco, non dei soldati.

(1908)

La pace internazionale può essere costruita soltanto su una base: un desiderio internazionale di pace da parte dei Popoli stessi talmente intenso da deteriorare l'indirizzo dei rispettivi governi. Se il prezzo di una sola corazzata fosse messo a nostra disposizione per sviluppare questa amicizia internazionale tra le giovani generazioni, credo che riusciremmo, con il Movimento scout, a fare di più per prevenire la guerra che tutte le corazzate messe assieme.

(dicembre 1911)

E per ciò che concerne il più vasto problema della pace mondiale, mi sembra che prima che si riesca ad abolire gli armamenti, prima di poter fare promesse a mezzo di trattati, prima di costruire palazzi dove possano sedere i delegati per la pace, il primo passo sia quello di abituare le giovani generazioni, in ogni nazione, a lasciarsi guidare in tutte le cose da un assoluto senso di giustizia. Quando gli uomini avessero questo senso di giustizia come un istinto nella loro. condotta in ogni questione della vita, così da guardare imparzialmente ogni problema da entrambi i punti di vista prima di sposarne uno, allora al sorgere di una crisi tra due nazioni essi sarebbero spontaneamente più pronti a riconoscere ciò che è giusto e ad adottare una soluzione pacifica; cosa questa che rimarrà impossibile finché la loro mentalità sarà abituata a considerare il ricorso alla guerra come la sola soluzione.

(giugno 1912)

Più che mai ho adesso la sensazione che per mezzo dello spirito di fratellanza degli scouts, estesosi in tutto il mondo, potremo fare il primo passo verso una pace internazionale riportando un concreto risultato. Tale pace non può ottenersi con leggi, ma solo esser fondata su un reciproco sentimento di fratellanza tra i popoli. Quando questa lotta europea sarà terminata e i vari Paesi si saranno resi conto, a seguito di questa tremenda lezione, di quale delitto sia la guerra, il progetto di stabilire una pace internazionale su una base permanente potrebbe essere doppiamente più facile qualora la gioventù di ogni Paese fosse rinnovata dallo spirito di comunità della fratellanza scout.

(marzo 1915)

La differenza più importante tra il metodo dell'addestramento dei cadetti e la formazione scout risiede nei principi. Il primo opera mediante l'impressione, la seconda mediante l¹espressione. L'addestramento dei cadetti impone ai ragazzi dall'esterno una istruzione collettiva, mentre lo Scautismo incoraggia dall'interno l'individuo a sviluppare da sé la propria personalità. L'addestramento militare lo plasma fino a renderlo simile ad un modello predeterminato ed a fame un pezzo di un meccanismo, mentre lo scopo dello Scautismo è anzitutto di sviluppare il carattere e lo spirito d'iniziativa del singolo.

(luglio 1918)

E' il carattere dei suoi cittadini, non la forza delle armi, che eleva un Paese al di sopra degli altri.

(1919)

Se riflettiamo che noi membri dell'umana famiglia siamo qui sulla terra solo per i brevi armi della nostra vita, ci accorgiamo che le dispute meschine e le lotte per piccoli obiettivi egoisti sono fuori posto nell'ordine delle cose voluto dal Creatore. Con la comprensione, che è nostra, dovremmo elevarci al di sopra di tutto ciò per guardare più lontano, così che l'amore ed il sentimento di appartenere ad un'unica famiglia guidino i nostri passi sulla via della pace.

(aprile 1921)

Vogliamo che gli uomini della prossima generazione siano di più ampie vedute e che si considerino reciprocamente come fratelli, figli di un unico Padre, in ogni parte del mondo,quale che possa essere il loro credo religioso, il colore della loro pelle, il loro Paese o la loro casta.

(ottobre 1921)

Quando i giovani cittadini, uomini e donne, in tutti i Paesi saranno educati a considerare i loro vicini come fratelli e sorelle nell¹umana famiglia e saranno uniti dal comune obiettivo di servizio e di benevola disponibilità all'aiuto reciproco, essi non penseranno più, come han fatto finora, in termini di guerra contro rivali, ma in termini di pace e buona volontà degli uni verso gli altri.

(luglio 1922)

Desideriamo la pace e ci prepariamo per la guerra, temendo che il nemico possa attaccarci; predichiamo la pace perché temiamo gli orrori della guerra. Nella nostra forma di governo usiamo in larga misura la rappresentanza delle varie classi sociali perché ciascuna classe teme le leggi fatte solo da un'altra. Ci comportiamo bene in gran parte perché temiamo le conseguenze, legali o psicologiche, che avremmo se ci scoprissero a fare il male. La paura della povertà ci spinge a far quattrini. La paura di Dio, invece dell¹amore di Dio, spinge alcuni a comportarsi rettamente, anche se ciò significa che la superstizione ha preso il posto della fede. La cosiddetta disciplina delle forze armate è in gran parte ottenuta con la paura delle punizioni. L'educazione dei bambini è stata condotta in passato più o meno sulla base dello stesso principio. La paura è stata l'arma del potente per terrorizzare il più debole.

(gennaio 1923)

L'educazione ufficiale ha insegnato ad una generazione dopo l'altra una storia nazionale fatta di vittorie in guerra, troppo spesso passato poco onestamente sotto silenzio le sconfitte, e denigrando i nemici mentre si esaltavano i propri atti di pirateria. Sembra ora desiderabile invertire la rotta ed insegnare alle giovani generazioni i trionfi pacifici del proprio Paese educandoli a pensare in termini di pace verso gli altri Paesi

(gennaio 1923)

Una delle primordiali esigenze odierne è una concreta dedizione all'altruismo: e questo è il motivo per cui la disponibilità e il servizio verso il prossimo hanno tanta parte nel programma dello Scautismo e del Guidismo, ³Buona volontà e cooperazione" è la parola d'ordine del nostro Movimento, e quando essa verrà ad esser veramente messa in pratica in un Paese, quando il bene comune è promosso da tutti al di là degli interessi delle classi, dei partiti o delle confessioni religiose, quando tutti offriamo anziché cercare di arraffare, allora veramente vedremo la Pace e la Prosperità regnare tra di roi. Oggi però la prosperità e la pace di un Passe non dipendono interamente dalla loro organizzazione all'interno delle frontiere nazionali, ma piuttosto dalle sue relazioni con altri Paesi, con i vicini che lo circondano. Perciò il patriota che veramente vuole aiutare il proprio Paese deve avere un patriottismo più ampio e superare la mera esaltazione del suo Paese estendendo invece la sua buona volontà alle altre nazioni che insieme formano la cittadinanza del mondo.

(ottobre 1923)

L'addestramento e la disciplina militare sono esattamente l¹opposto di quello che insegniamo nel Movimento scout. Essi tendono a produrre macchine invece di individui, a costituire una vernice di obbedienza alla forza di carattere. La pratica, ispirata a tali sistemi, delle bande e delle parate dà una falsa impressione dei nostri ideali sia ai ragazzi che al pubblico. Nella misura in cui essa è ancora in uso in qualche Paese, è un indizio immediato che in quel Paese non si è capita l'etica dello Scautismo.

(ottobre 1925)

Se nella nostra nazione avremo un lievito di cittadini che portino la pratica della loro religione cristiana nelle loro occupazioni di ogni giorno, ci saranno meno divisioni meschine di classe e di categorie e più fraternità generosa e benevola, in modo che il punto più alto dello scopo della vita di un uomo non. sarebbe più il patriottismo nazionale, ma un'attiva buon volontà verso i suoi simili in tutto il mondo, e la cooperazione con essi, in quanto tutti figli di uno stesso Padre. Da ciò discenderà il regno della pace sulla terra.

(luglio 1926)

Abbiamo bisogno di cambiamento di spirito. Dobbiamo liberare la nostra personalità dall'abitudine di porre noi stessi al primo posto, per sostituire un atteggiamento di disponibilità verso gli interessi degli altri.

(gennaio 1926)

Ciò che occorre è uno spirito non solo di benevola tolleranza ma di attenta simpatia e disponibilità nell'aiutarsi a vicenda.

(marzo 1926)

il nostro patriottismo è di un genere più ampio e più nobile, che riconosce la giustizia e la ragionevolezza delle richieste altrui e porta la nostra nazione al riconoscimento ed alla fraternità con gli altri popoli del mondo. Attraverso una simile buona volontà potrà venire la pace permanente e conseguentemente prosperità e felicità per tutti.

(agosto 1928)

Una volta instillato nel carattere del ragazzo il desiderio di rendere felici gli altri, introdurrà una profonda differenza nei suoi rapporti col suo prossimo e nel suo atteggiamento verso la comunità per la sua vita di adulto.

(gennaio 1929)

Abbiamo così una meravigliosa occasione e una grande responsabilità. Dobbiamo orientare la nostra formazione secondo la giusta prospettiva, in modo da non contentarci solo di avere reparti in gamba o successi momentanei, ma altresì da esser sicuri che i valori della proposta scout siano stati assorbiti dai ragazzi e dalle ragazze, e che questi ultimi portino un autentico spirito cristiano nella loro vita e attività di ogni giorno; che essi sconfiggano l'egoismo con il servizio e sostituiscano la buona volontà e lo spirito di cooperazione ai sentimenti troppo prevalenti di meschino patriottismo e di gelosia. In questo modo i nostri Movimenti daranno un tangibile contributo alla formazione di quello spirito internazionale di buona volontà che è necessario per conferire un'anima all'esistente struttura della Società delle Nazioni.

(1929)

Mi è venuta ancora una volta agli orecchi la vecchia storia che udii anni fa, che il Movimento scout è un'organizzazione militare. Non so come mai questa storia sia sempre viva. Forse perché un tempo sono stato soldato: ma un soldato, lasciato l'esercito, è un buon cittadino come chiunque altro. Gente che non ha mai visto la guerra la odia e non desidera che essa si ripresenti mai: che dovremmo dire allora di coloro che l'hanno vista in tutta la sua brutalità? Essi la vogliono ancor meno, anzi, cercano di far sì che non vi siano più guerre.

(marzo 1931)

E' necessario, pur mantenendo l¹amor di patria per il proprio Paese, non permettere che il nostro entusiasmo divenga talmente ossessivo da farci ritenere che il nostro Paese sia "l'unico ciottolo della spiaggia". Dobbiamo riconoscere con animo aperto che vi sono attorno a noi altri popoli, tutti altrettanto buoni. Pertanto il grande antidoto all'eccessivo nazionalismo è la buona volontà e la disposizione amichevole verso le altre nazioni. Ma un antidoto ancor più importante e più forte è di riconoscere che per grande che sia il rostro Paese, sia esso impero, regno o repubblica, ve n'è uno ancora più grande, ed è il regno ci Dio.

(luglio 1931)

La guerra è il demonio che opera tramite la meschina vanità degli uomini. La pace è Dio che opera tramite l'amore per tutti. Ecco quindi un compito magnifico per ogni membro della nostra fraternità, sia egli Capo, Rover, Esploratore o Lupetto: contribuire in ogni modo possibile a promuovere l'amicizia e la buona volontà tra le differenti nazioni di tutto il mondo. Vogliamo guardare a questo grande movimento mondiale, non nel suo attuale stadio embrionale, ma a come potrà essere tra venti o trenta o cento anni, se ci dedichiamo alla sua organizzazione con questa visione ampia e lungimirante.

(luglio 1931)

Nelle scuole di molti Paesi il sistema educativo sembra trovare difficoltà ad uscire dai vecchi criteri tradizionali, che mirano a formare studiosi, mentre ai nostri giorni non vi è tanto bisogno di aridi studiosi quanto di uomini e donne di carattere in ogni campo della vita, che trasformino le conoscenze in attiva e responsabile presenza nella società. Nel termine "carattere" includerei anzitutto, oltre al sentimento del dovere verso Dio, quello del dovere verso il prossimo, cioè una buona volontà e uno spirito cooperativo aperti e disinteressati che sostituiscano gelosie e sospetti meschini ed egoisti. Troppo a lungo questi difetti hanno prevalso costituendo in passato le principali cause della guerra tra le classi sociali, le religioni e i Paesi.

(aprile 1932)

Possiamo andare avanti con forze rinnovata e più stretta cooperazione per lottare contro i mali che minacciano la gioventù, per produrre una nuove generazione più pienamente dotata di un carattere forte di una buona volontà reciproca e di senso di solidarietà umana. Un accresciuto e più ampio senso di solidarietà umana tra i popoli è oggi necessario se vogliamo che le Società delle Nazioni, i piani di disarmo, la pace e la prosperità prevalgano nel mondo.

(aprile 1932)

Non è l¹abolizione degli eserciti che farà scomparire la guerra, così come non è abolendo la polizia che si fa scomparire la criminalità. Bisogna eliminare la causa della guerra: gli eserciti sono piuttosto l'effetto, cioè sono il prodotto della paura e dell'istinto combattivo. E questo è il compito dell'educazione.

(gennaio 1933)

La salvezza e benessere, anzi la vita stessa, dei nostri rispettivi Paesi, dipende del loro saper mantenere la pace. Perciò se intendiamo servire i migliori interessi dei nostri Paesi ed impedire ulteriori guerre disastrose, il nostro scopo deve necessariamente sopprimere ogni eventuale pregiudizio personale ed educare la giovane generazione come amici e non come stranieri gli uni con gli altri.

(aprile 1933)

La sola base vera e solida per la pace nel mondo è lo sviluppo di un carattere aperto e generoso negli stessi popoli, che renda loro possibile di formare una comunità unita nel loro Paese e allo stesso tempo essere dei vicini amichevoli e pieni di simpatia per gli altri popoli.

(luglio 1935)

Ovunque le nazioni si precipitano alle armi nella vaga idea di proteggersi. E se tutti mettessero in pratica l'essenza dei precetti cristiani, ovverosia se l'amore prendesse il posto della paura nei rapporti reciproci coi vicini, allora la pace e la felicità regnerebbero per tutti.

(gennaio 1937)

Anche se l'aspetto piu' spettacolare del rostro lavoro, i jamborees e le crociere di pace dei tempi più felici rimane sospeso per la durata della guerra, vi è sempre l¹altra più importante parte del nostro programma, che consiste nel dare ai nostri ragazzi, senza clamore e metodicamente, con l¹esempio e con la pratica, l'abitudine alla buona volontà, tolleranza e comprensione verso gli altri. Queste qualità, se radicate rei nostri scouts di oggi, renderanno in futuro la guerra un fenomeno inconcepibile. Perciò non scoraggiatevi. Non c'è mai stato, nel mondo, tanto bisogno di scouts in gamba come oggi: e coloro di voi che cooperano alla loro formazione possono essere sicuri di star validamente contribuendo all'awenire del mondo.

(gennaio 1940)

Nessuno sa quale forma prenderà la pace. Unioni federali, unioni economiche, una Società delle Nazioni risuscitata, gli Stati Uniti d'Europa e varie altre proposte sono sul tappeto. Ma una cosa è essenziale per una pace generale e permanente, di qualsiasi forma: e cioè una totale trasformazione di spirito fra i popoli, una trasformazione nel senso di una più intima reciproca comprensione, di un soggiogamento dei pregiudizi nazionali, e la capacità di guardare con gli occhi degli altri in amichevole simpatia.

(aprile 1940)