Il Cinema Contro La Guerra
Dal romanzo "Addio alle armi" viene tratto un film che nel 1932 mette in scena la sconfitta di Caporetto, il mito della prima guerra mondiale viene infranto da scene di cruda realta' e di insensata follia. Scatta la censura e gli italiani per vederlo in TV dovranno aspettare 50 anni. Oscuramento in Italia e Germania anche per il film "All'Ovest niente di nuovo", uscito nel 1930, vincitore di due Oscar ma troppo antimilitarista. Realizzare e far vedere film critici sulla prima guerra mondiale risulta difficile anche nel 1950: la narrazione della storia di un obiettore di coscienza ha un effetto cosi' dirompente che il "servizio segreto psicologico" dell'esercito francese ne impedisce la realizzazione. Il film viene ripreso dieci anni piu' tardi, cambia titolo (da "L'obiettore" diventa "Non uccidere") e il regista Autant-Lara e' costretto a realizzarlo in Jugoslavia, fra il 1961 e il 1963. Sono gli anni dell'Algeria, allora colonia francese, in lotta per l'indipendenza. Il film ha un impatto poderoso sull'opinione pubblica. Stesso effetto shock ha in Italia "Uomini contro" di Francesco Rosi. Il regista incontra resistenze tali in Italia da doverlo realizzare in Jugoslavia. Il film esce nel 1970 provocando uno strascico di polemiche e di proteste dei "benpensanti". Altri film che hanno rivisitato criticamente la prima mondiale sono "Charlot soldato" (uscito nel 1918), "La grande guerra" di Mario Monicelli, il tedesco "Westfront", "Orizzonti di gloria" di Kubrick e "La grande illusione", francese.