Un profilo di Suor Eugenia Travierso
Suor Eugenia fa parte della famiglia delle "Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria", una congregazione di Parma, fondata da Don Agostino Chieppi alla fine del '800.
Nata e cresciuta a Roma, prima della sua scelta vocazionale ha studiato e lavorato, in quella città, come maestra di Scuola Materna. Maè stata anche "guida" (per gli scout infatti è "campo fiorito") e poi "capo cerchio" nell'AGI, associazione femminile poi confluita nell'A.G.E.S.C.I. (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani).
Dopo la sua professione religiosa, a Parma nel 1977, ha operato nell'asilo Parrocchiale di Noceto (PR) cittadina nella quale, grazie alla sensibilità della sua congregazione, ha potuto continuare a lavorare anche nello scoutismo, in qualità di Capo Branco del gruppo locale, a livello della Zona di Parma e nella Formazione Capi dell'Emilia Romagna.
Nel marzo 1987 ha iniziato il servizio missionario nello Zaire, in una delle missioni delle Piccole Figlie, precisamente ad Uvira, sulle rive del lago Tanganica. Ed anche in Africa,dove si è dedicata prevalentemente alla pastorale giovanile, è riuscita a creare, utilizzando il metodo Scout, momenti di aggregazione per i ragazzi.
Gli eventi provocati dalla guerra nella regione africana dei Grandi Laghi l'ha costretta ad un rientro forzato in Italia, assieme alle consorelle, all'inizio del 1997. Durante quei mesi ha nuovamente avuto occasione di partecipare ad eventi, anche nazionali, dell'A.G.E.S.C.I. (Campi di Formazione e la Route delle Comunità Capi ai Piani di Verteglia, dove ha tenuto un laboratorio, i cui contenuti sono stati anche pubblicati nel libro delle "edizioni scout-Nuova Fiordaliso" con il titolo "Scouting and Mission - segni, gesti e simboli della vita di Clan… diventati realtà in terra d'Africa", 2001).
Dal gennaio 1998 Suor Eugenia è rientrata in Africa, ma acausa di motivi di sicurezza si è dovuta recare in una missione diversa da quella in cui si trovava prima della guerra, ma sempre nel nord-est dello Zaire, divenuto nel frattempo Repubblica Democratica del Congo. Anche qui ha ripreso con l'entusiasmo e la forza di sempre ad animare la catechesi per i giovani, ma ogni giorno la realtà si fa più difficile e dura.
Dalle sue lettere si percepisce la drammaticità di quanto è avvenuto allora e sta avvenendo tuttora in quella regione. Noi non viviamo in prima persona le esperienze di sofferenza, di soprusi e di morte di questo popolo martoriato; non possiamo quindi permetterci di giudicare e sentenziare dove, tra i diversi popoli in guerra, stiano i torti e le ragioni. Possiamo e dobbiamo invece, con umiltà, allargare il cuore e la mente ad una riflessione sulle responsabilità (dirette ed indirette) che hanno le nostre nazioni sugli eventi di questi paesi africani.
Il Congo, ex colonia Belga diventato indipendente nel 1960, è un paese di una vastità enorme: grande otto volte e mezzo l'Italia, ha una popolazione inferiore ai 50 milioni di abitanti. E' dotato di una ricchezza indescrivibile nelle sua foreste, seconde per estensione solo a quelle amazzoniche, di una potenzialità idrica ed idroelettrica pari a quella dell'Europa o di tutto il resto dell'Africa e di una capacità produttiva agricola che è ora sfruttata dalla popolazione esistente solo al 10%, come agricoltura di sussistenza. Soprattutto possiede inesauribili riserve minerarie pregiate di oro, diamanti, rame, cobalto, tungsteno, zinco, uranio, argento e da ultimo, in ordine di ritrovamento, di coltan, un raro minerale utilizzato nella elettronica super specialistica, in particolare per le testate nucleari; la esportazione di quanto viene estratto di questi minerali, viene effettuata da parte di grandi società a capitale straniero. Le ricchezze del paese, quindi, non sono sfruttate a beneficio della popolazione locale.
Nel giro di pochi mesi, tra il 1996 ed 1998, sono scoppiate, una dopo l'altra due guerre: nella prima (Settembre 1996 Maggio 1997), con l'aiuto di truppe ugandesi e ruandesi, il congolese Kabila ha rovesciato il trentennale regime del dittatore Mobutu autoproclamandosi poi presidente. Nella seconda, scoppiata a partire dall'agosto 1998 e tuttora in corso, si fronteggiano numerosi protagonisti, alcuni dei quali non dichiarati: una loro stima, effettuata fin dal 1999, ha evidenziato il coinvolgimento di una decina di governi, tra i quali Angola e Zimbabwe alleati del governo congolese e Rwanda ed Uganda a sostegno di diversi gruppi di ribellione antigovernativi: il terreno degli scontri è comunque quello della Regione dei Grandi Laghi, che pertanto si trova in balia di se stessa e dei diversi militari contendenti. La popolazione autoctona subisce le imposizioni di questi militari in uno stato di carenza ormai cronica di infrastrutture civili: non esiste telefonia pubblica, le banche sono chiuse da tempo per l'iperinflazione, gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie non sono stipendiati da anni e quindi operano solo per chi può pagare loro direttamente una retta, l'Università non esiste.
Nelle sue lettere Suor Eugenia sottolinea sempre quanto sia importante per i confratelli africani vedere che i missionari e le missionarie non li abbandono, ma continuano a condividere con loro i rischi della vita quotidiana: è una testimonianza fondamentale che dobbiamo sostenere spiritualmente e materialmente, facendo sentire, attraverso i missionari, la nostra vicinanza a loro.
Per questo, diversi gruppi Scout, e il mondo del volontariato di Noceto, hanno mantenuto in questi anni i rapporti con Suor Eugenia, contribuendo al sostegno di diverse iniziative nella sua missione.
Chi volesse ricevere le lettere di Suor Eugenia può scrivere, via e-mail, a missioneuge@libero.it .
Chi volesse inviare contributi in denaro può farlo contattando il gruppo di sostegno della missione a Noceto al seguente indirizzo e-mail leoscout@libero.it e utilizzando il conto corrente n°. 55455/86 "Scouting and Mission", Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, Agenzia di Noceto (PR), ABI 06230, CAB 65840.