- INTRODUZIONE
Per i partecipanti al Forum scegliere la pace significa costruirla
con atti concreti, nelle scelte quotidiane ed in quelle di politica
estera, non solo durante i momenti di guerra.
Da più di un decennio numerosi volontari della società
civile intervengono utilmente nelle varie zone di conflitto del
nostro pianeta in aiuto alla popolazione civile locale. I volontari
intervengono a proprie spese e a proprio totale rischio senza
alcun riconoscimento e sostegno da parte delle varie istituzioni
nazionali ed internazionali, anche se si sono avuti vari e ripetuti
pronunciamenti, a partire dal 1995, in sostegno della realizzazione
dei Corpi Civili di Pace da parte del Parlamento Europeo.
Questo vastissimo patrimonio di esperienze di solidarietà
internazionale dell'associazionismo italiano necessita di un riconoscimento
istituzionale che lo renda uno strumento reale della politica
estera italiana nel mondo.
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CHI SIAMO
La rete per i Corpi Civili di Pace è una rete di associazioni
ed Ong che si occupano del tema dei Corpi Civili di Pace in zone
di crisi a livello di ricerca, formazione ed intervento.
Alla rete hanno aderito le seguenti associazioni: Ass. Papa Giovanni
XXIII-Operazione Colomba (Rimini), Centro Studi Difesa Civile
(Roma-Perugia), Movimento Nonviolento (Verona), GAVCI (Bologna),
Ass. per la Pace (Roma), Rete Lilliput nodo di Bologna, Movimento
Internazionale della Riconciliazione (Torino), Coord. Obiettori
Forlivesi (Forlì), Pax Christi (Tavernuzze FI), Berretti
Bianchi (Lucca) ed alcuni a titolo personale.
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COSA SONO I CORPI CIVILI DI PACE
Sono un'espressione della Società Civile, sono costituiti
da persone qualificate, adeguatamente preparate ad intervenire,
con gli strumenti della difesa popolare nonviolenta e della gestione
costruttiva dei conflitti, in situazioni di crisi esercitando
funzioni di prevenzione, di interposizione, di diplomazia popolare.
I CCP fanno riferimento alla Carta dei Diritti dell'Uomo.
- OBIETTIVI
E FINI
Fine della rete è di contribuire alla costruzione di una
futura politica estera non armata che costruisca sicurezza e pace.
Per ottenere questo è necessario il riconoscimento, anche
istituzionale dei Corpi Civili di Pace.
La rete vuole creare una sinergia tra le organizzazioni che:
- faciliti il lavoro delle organizzazioni aderenti
- sostenga i volontari nel lavoro sul campo
- reperisca i fondi per sostenere la ricerca, la formazione e
l'azione
- acquisisca i report dei monitoraggi dei volontari sul campo
e ne dia diffusione presso la società civile, i media,
le istituzioni italiane ed internazionali
- metta in comune le conoscenze teoriche e pratiche sul tema
- operi per promuovere i contatti con i coordinamenti già
esistenti sia a livello europeo che internazionali (EN.CPS e NVPF)
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ORGANIZZAZIONE
Si propone alla Rete per i CCP:
- di nominare un portavoce a rotazione tra le Ass. e le Ong aderenti
con incarico annuale, nel caso ciò sia valutato necessario
- di avere almeno quattro incontri annuali
- di creare un sito web sui CCP per facilitare la comunicazione
interna ed esterna alla Rete
- di effettuare una mappatura delle Associazioni, delle Ong e
dei gruppi interessate al tema
- di approfondire l'aspetto legislativo che potrebbe essere utile
per gli obiettivi della Rete
- di creare un collegamento con le organizzazioni internazionali
già esistenti: EN-CPS, NVPF, EPLO
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PROSSIMI PASSI
La Rete, nel porsi l'obiettivo del riconoscimento istituzionale
dell'utilità del lavoro dei volontari in zone di conflitto,
indice come prima azione una campagna volta ad ottenere la possibilità
per i volontari di astenersi dal lavoro per un periodo di tre
mesi, avendo garantita la conservazione del posto di lavoro. In
quest'ottica può essere utile instaurare un rapporto con
i sindacati per eventualmente proporre ai lavoratori in cassa
integrazione la possibilità di partecipare ai progetti
per i volontari in zone di conflitto.
Propone inoltre di inviare una lettera aperta al Presidente del
Consiglio e al Presidente della Repubblica perché operino
affinché il tema dei CCP compaia nella Carta Costituzionale
Europea nella sua giusta collocazione all'interno del capitolo
"Sicurezza e Difesa" anziché "Aiuti Umanitari
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