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1° Riunione delle RETE dei Corpi Civili di Pace
Bologna, 6-8 giugno 2003
 
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PER UNA POLITICA EUROPEA NON ARMATA

 

Domenica 8 giugno 2003

Gruppo di lavoro
INTERVENTO DEI VOLONTARI IN ZONE DI CONFLITTO

 

I Corpi Civili di Pace sono articolazione della società civile.

Motivazioni/obiettivi dell'intervento dei CCP sono:
- fermare la violenza;
- proteggere i civili;
- favorire il dialogo tra le parti in conflitto.

Pre-condizioni all'intervento sono:
- il radicamento nella società civile;
- la capacità di produrre relazioni;
- la valutazione/coscienza delle motivazioni personali dei partecipanti alle missioni (pre-condizione soggettiva).

Modalità dell'intervento > esclusivo utilizzo del metodo non violento.
Obiettivo è ridurre la quantità di violenza esercitata e le sofferenze subite dalla popolazione
L'intervento avviene:
- di norma su richiesta di una o più parti in conflitto;
- previa conoscenza/analisi della situazione sul terreno, attraverso missioni esplorative;
- non imponendo la propria cultura, bensì attraverso la ricerca di dialogo/conoscenza interculturale;
- con l'utilizzo del proprio corpo, valutando i rischi, riducendoli al minimo ed accettandoli;
-
non prendendo parte in alcun modo al conflitto, sia pur collaborando con gli esponenti della società civile locale in modo compatibile con gli obiettivi della missione

Strumenti di intervento

> Monitoraggio
   - preventivo (in zone "calde" a rischio esplosione conflitto)
   - in itinere, valutando il risultato dell'intervento in corso step by step.
Si ritiene indispensabile sviluppare il coordinamento con le ONG/organizzazioni che già svolgono autonomamente opera di monitoraggio sulle violazioni dei diritti umani, al fine di identificare possibili aree di intervento preventivo.

> Interposizione
   - utilizzazione dei propri corpi a protezione degli obiettivi civili;
   - accompagnamento delle persone a rischio.

> Diplomazia dal basso
   - favorire l'elaborazione di soluzioni al conflitto da parte delle società civili coinvolte.

> Forza
   - azione su più livelli (istituzionale, culturale, politico);
   - riconoscimento, nella società civile e verso le istituzioni;
   - sinergia;
   - utilizzazione di forme di pressione (boicottaggio, violazione embarghi, lobbing, etc).

> Riconoscibilità
   - visiva, in modo che i membri dei CCP siano immediatamente identificabili come tali;
   - attraverso l'adozione di stili di vita e comportamenti idonei.

I Corpi Civili di Pace attuano sul terreno una presenza continuativa, prima durante e dopo la fase acuta del conflitto.
Elemento caratterizzante la loro azione è la creatività/indipendenza, intesa come
- capacità di immaginare ed agire modalità non convenzionali di approccio ai problemi;
- disobbedienza, cioè capacità di non far proprie regole/norme disfunzionali alle missioni o eticamente inaccettabili.
Particolare cura viene posta nell'opera di rottura dell'isolamento, ove sussista.

L'intervento dei CCP viene articolato in modo differenziato, con l'utilizzo di uno o più strumenti tra quelli sopra elencati, a seconda delle caratteristiche del conflitto.
A titolo esemplificativo, sono fattori che influenzano le modalità di intervento:
- conflitti etico/religiosi;
- conflitti territoriali;
- occupazioni militari;
- presenza o meno di eserciti regolari;
- sensibilità delle parti in conflitto al deterioramento della loro immagine.

Rapporti con le istituzioni
- riconoscimento reciproco;
- accreditamento, richiesto ma non conditio sine qua non per l'intervento.

Professionalità
- importanza della formazione;
- educazione/formazione diffusa, al fine di estendere l'accesso ai CCP a tutta la società civile.
La autoformazione/autocertificazione viene ritenuta condizione a salvaguardia dell'indipendenza dei Corpi Civili di Pace.
 

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