AMBASCIATA
DI PACE - CENTRO INTERNAZIONALE DI DIPLOMAZIA DEI POPOLI sede di
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In quanto diplomazia
dei popoli, l'ambasciata di pace deve essere autonoma da tutti i
governi sia finanziariamente che politicamente. L'ambasciata di
pace è uno strumento della società civile e delle popolazioni e
da queste sole deve trarre le sue linee di lavoro e di finanziamento.
E tuttavia possibile e augurabile che alcune istituzioni locali,
nazionali o internazionali aiutino, di volta in volta e in varie
forme, lattività dellambasciata di pace, senza, tuttavia,
risultare mai determinanti.
Per società civile s'intende,
nell'immediato, fare riferimento a tutte quelle organizzazioni internazionali
e non che operano sul nostro pianeta nei più diversi settori del
volontariato e che intendano oggi farsi carico di questo compito.
COMPITI DELL'AMBASCIATA DI PACE
1) Aprire e consolidare
le comunicazioni tra i popoli.
E' il primo dei compiti dell'ambasciata di pace. Si tratta di far
conoscere tra di loro popolazioni diverse, superando le difficoltà
che, spesso, i governi frappongono. Si tratta di lavorare alla costruzione
di solide relazioni sociali e umane che siano in grado di opporsi,
un domani, alla costruzione dell'immagine del nemico (scambi culturali,
religiosi, artistici ed economici su basi equo-solidali). SU QUESTA
LINEA SI TRATTA, IN PARTICOLARE, DI OPPORSI ALL'EMBARGO USATO A
FINI DI POTENZA (embargo come strumento di guerra).
2) Aiutare le popolazioni
che, in seguito a guerre, esodo forzato, embargo, epidemie o disastri
ambientali, si trovano in stato di bisogno (aiuti umanitari). In
particolare, in presenza di un numero elevato di profughi, è necessario
lavorare per evitare la divisione dei nuclei familiari e l'invio
delle persone in posti non desiderati. Se possibile, bisogna al
contempo lavorare per evitare il soggiorno, per un lungo tempo,
di troppe persone in un unico posto.
3) Essere strumento di
supporto logistico e organizzativo per tutte le ONG che intendano
contribuire alla pace con aiuti umanitari diretti in specifico ai
profughi o, più in generale, alle popolazioni colpite dalla guerra.
4) Informare correttamente
la Comunità internazionale sulle condizioni di vita delle popolazioni,
sull'eventuale non rispetto dei diritti umani, che può avvenire
all'interno, da parte di gruppi o del governo, e dall'esterno, a
causa di aggressioni militari o economiche. Il ruolo dell'informazione,
importantissimo in genere, lo diventa di sicuro in periodo pre-bellico.
E' ALLORA CHE UNA CORRETTA INFORMAZIONE, SUFFICIENTEMENTE DIFFUSA,
PUO' SVOLGERE UN REALE COMPITO DI INTERPOSIZIONE TRA LE PARTI IN
CONFLITTO (Osservatorio Permanente di Pace).
5) Con la realizzazione
dei quattro precedenti punti, l'Ambasciata di Pace-Centro Internazionale
di Diplomazia dei Popoli raggiunge il proprio obiettivo centrale
che è quello di lavorare per PREVENIRE I CONFLITTI TRA I POPOLI
presentando, di volta in volta, alla Comunità Internazionale proposte
di mediazione di conflitto.
LINEE DI LAVORO OPERATIVE
L'ambasciata di pace, oltre che disporre, se non di un riconoscimento,
almeno di un'accettazione del Paese ospite, deve prendere contatti
con eventuali organismi dell'ONU presenti sul territorio e soprattutto
con associazioni, gruppi, partiti politici e autorità civili e religiose.
In assenza di tutto questo (in realtà dittatoriali duramente repressive)
deve riuscire a rapportarsi direttamente alla popolazione attraverso
i meccanismi dell'aiuto umanitario mirato e della difesa dei diritti
umani calpestati.
Il fine è quello di essere in grado, all'occorenza, di conoscere a
fondo i problemi e di disporre della sufficiente credibilità per favorire
il metodo negoziale nella soluzione del conflitto. PER SOSTENERE IL
METODO NEGOZIALE SEMPRE E' NECESSARIO CHE L'AMBASCIATA LAVORI SULLA
VOLONTA' DI PACE DELLA GENTE CHE SUBISCE LA GUERRA.
Gli strumenti di queste linee di lavoro sono sostanzialmente due:
a) la capacità di ascolto
b) la capacità di dare aiuto.
CAPACITA' DI ASCOLTO:
è la capacità che possiamo riassumere con la volontà di non rappresentare
mai noi stessi, di non parlare di noi, bensì di avere sempre presente
la nostra necessità di conoscere gli altri. Bisogna sempre ricordarsi
che, fuori di questa necessità, non esiste un interesse dell'ambasciata
di pace; perché non è possibile opporsi alla guerra non avendo a
cuore il bisogno di conoscere l'altro. Senza questa conoscenza,
inoltre, ci sarà impossibile costruire solidarietà per tentare di
opporci alla guerra.
CAPACITA' DI DARE AIUTO:
è indubbio che qualsiasi ambasciata di pace, anche la peggio organizzata,
avrà una certa capacità di dare aiuto. Ma per essere veramente produttivo,
questo aiuto dovrà distribuirsi e interporsi; sarà necessario cercare
di vedere e capire i problemi dalle diverse angolazioni delle parti
in conflitto, perché l'intervento dell'ambasciata di pace deve tendere
a costruire, fuori e dentro il paese in cui opera, SOLIDARIETA'
per tutti e non solo per una parte. Da questo atteggiamento dipenderà
molto della fiducia che le popolazioni potranno riporre nell'ambasciata
di pace.
Per non incrinare la solidarietà tra i singoli e le popolazioni
dovremo sempre attenerci a questa regola: NON PROMETTERE MAI QUELLO
CHE NON SIAMO SICURI DI POTER MANTENERE.
RIFERIMENTO ALLE ONG LOCALI:
l'ambasciata, quale Centro Internazionale di Diplomazia dei popoli,
deve, nello svolgimento del suo lavoro, fare riferimento alle ONG
locali o a gruppi a queste assimilabili, sollecitando e adoperandosi
per la costruzione di COMMISSIONI DI LAVORO MISTE E PARITETICHE
sui temi della pace e dell'intervento solidale (LA PACE SECONDO
I POPOLI). A queste commissioni dovrebbe essere affidato il compito
di individuare in concreto tutte le azioni da svolgere sul territorio
(aprire le comunicazioni, solidarietà e diplomazia popolare).
La capacità di individuazione e di scelta degli interlocutori per
le Commissioni di lavoro e l'attività dell'Osservatorio di Pace
rimangono compito precipuo dell'Ambasciata.
Testo redatto da
Silvano Tartarini
della Segreteria dei Berretti Bianchi