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Berretti Bianchi Onlus - Ambasciata di pace di Belgrado
Relazione periodo 8-15 apr 2000

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I PROGETTI

BOGUTOVAC
Riepilogo brevemente i costi degli interventi richiesti per la scuola di Bogutovac:

  • Pavimentazione sede centrale, a Kraljevo (da cui dipende anche l’istituto di Bogutovac): 35000 DM, ma l’intervento piu’ urgente potrebbe riguardare solo il piano terreno, dimezzando la spesa.
  • Quattro PC (5000 DM) o materiale audiovisivo (6 televisori con videoregistratore, sarebbe la quantità ottimale richiesta, ma possono essere anche di meno). Anche in questo caso aspetterei di verificare la praticabilita’ dell’offerta da Empoli.
  • Banchi scolastici (per 4 classi ancora senza arredo): costo sui 10.000 DM.

VALJEVO
Ho "girato" alla direttrice del giardino d’infanzia di Valjevo gli aggiornamenti di Riccardo per ciò che riguarda il gemellaggio col Comune di Scandicci. La signora Nikolic aspetta perciò un ulteriore fax di conferma coi dati delle persone che dovrebbero visitare Valjevo a maggio (inutile dire che alla notizia della probabile presenza di Riccardo, l’entusiasmo ha toccato il suo apice...). Non so come siano andate le elezioni in Toscana ma spero che questo non causi nuovi ostacoli.
Per ciò che riguarda le richieste di materiale educativo (soprattutto lettini e giocattoli, ma anche qualche PC), ho fatto visita alla "Zavod za ekonomiku domacinstva", la principale produttrice di arredi e forniture per gli enti pubblici (scuole, ospedali, etc.) del paese. E’ la stessa che in passato ha fornito i materassi di misura sbagliata all’asilo di Valjevo, ma allora si era trattato soprattutto di un fraintendimento con la Croce Rossa Jugoslava. In realtà la "Zavod" produce materiale di ottima qualità, secondo i parametri dell’Organizzazione Mondiale della sanità, e a mettermi in contatto con il suo responsabile, Miodrag Dimic, è stata proprio la sig.ra Nikolic. Cercherò comunque, anche attraverso la Croce Rossa Jugoslava, di avere indicazioni su altri produttori locali, soprattutto per disporre di un termine di paragone sul rapporto qualità/prezzo. Ad ogni modo, i lettini del "Zavod" (3 modelli disponibili) costano tra i 146 e i 165 DM a pezzo, comprensivo di materasso. Questa volta vorrei però che a scegliere il modello fosse la direttrice stessa, che nei prossimi giorni parlerà direttamente con Misa Simic e mi farà sapere. La quantità di pezzi da acquistare dipende, ovviamente, dalle nostre possibilità. Lo stesso discorso vale per i giochi didattici: la sig.ra Nikolic ci tiene che siano giocattoli Chicco, il costo è perciò molto simile a quello degli stessi modelli in Italia (la Chicco ha qui un ufficio di rappresentanza). La quantità (andrei insieme con la Nikolic a sceglierli) dipende da noi. Infine, per ciò che riguarda i computer, mi sono messo in contatto via e-mail con Carla Latini, dei Berretti di Empoli (FI), che potrebbe donare dei pc dismessi ma ancora in ottime condizioni; se la sua offerta sarà praticabile, il costo si risolverebbe in quello del trasporto. Vedremo come evolverà la cosa.

 
I CONTATTI

Postpessimisti
Hanno già comunicato la loro piena disponibilità all’incontro e mi faranno avere i nomi dei partecipanti al più presto (ferma restando la presenza dei due ragazzi fuggiti da Pristina nei mesi scorsi). Ho inviato una e-mail al centro per l’amicizia tra i popoli di Pristina per un primo contatto.

Donne in Nero
Stasa Zajovic, di rientro dall’Italia, mi ha chiamato a casa per la solita questione della pubblicazione in italiano sull’attività recente delle ZUC, ma soprattutto (!) per raccontarmi (in termini MOLTO positivi) dell’incontro avuto con Silvano nei giorni scorsi. Le ho girato l’invito in Italia per maggio. Lei non ci sarà, ma quasi sicuramente verrà Rada Zarkovic con qualcun’altra delle ZUC.

Cooperazione Italiana
L’attuale responsabile dell’agenzia è il dr. Bartolini, che ha sostituito il dr. Micciche’ con cui Francesca era in contatto. Anche il dr. Bartolini, trasferito qui dal Kosovo dove stava fino ad alcune settimane fa, conosceva già i Berretti tramite di Alberto L’abate. Mercoledì scorso (19/4), presso la sede della Cooperazione, si è svolto un incontro di "tutte" le ONG italiane operanti nei Balcani. In realtà erano presenti soprattutto le grandi ONG, ICS, COOPI, INTERSOS, espertissime nella gestione dei finanziamenti governativi (ECHO, progetto "Città-Città", etc.), con una concezione che definirei tecnicistica dell’aiuto umanitario. Anche la qualità dell’incontro ne ha un po’ risentito (l’argomento principe sono state le clausole contrattuali imposte dallo Stato italiano alle ONG nell’elargire i fondi). Al riguardo c’è però una novità interessante. La possibilità di ottenere finanziamenti per "microprogetti" (costo complessivo non superiore ai 50.000 DM) di fornitura (arredi e simili) o riabilitazione di edifici pubblici. In pratica l’ONG segnala il singolo caso all’ufficio della Cooperazione, presenta il progetto relativo e, se il progetto è accettato, se ne ottiene il finanziamento in tempi piuttosto brevi (attenzione, non anticipato: 80% a stato di avanzamento lavori, il restante 20% a lavoro ultimato). La procedura sembra relativamente agile (trattandosi pur sempre di contratto Stato/privati), grazie al fatto che l’autorizzazione del progetto stesso non passa per Roma ma è decisa in loco. Il progetto, e il finanziamento, sarebbero preventivamente presentati alle altre ONG riunite per l’occasione a garanzia della trasparenza della procedura. Penso che sarebbe l’ideale per interventi forse troppo onerosi per noi (vedi pavimentazione scuola di Kraljevo-Bogutovac, etc.), ma irrilevanti per un’agenzia governativa. In più, almeno per ciò che riguarda questi microprogetti gestiti localmente, sembra essere passato il principio che l’aiuto umanitario resta tale, a prescindere dalla colorazione politica di chi lo riceve, ovvero che non ci si puo’ limitare ad operare nelle famose 5 municipalità guidate dall’opposizione, abbandonando a se stesse quelle dove ha vinto la coalizione governativa.

Zdravo da ste
Segnalo solamente la possibilità, per ora teorica, di invio di volontari e collaborazione tra lo Zdravo da ste e il gruppo scout di Fossano (CN). In questi giorni è a Belgrado per motivi di studio una delle responsabili del gruppo di Fossano, Cinzia Apra’ (anche lei studentessa di slavistica a Torino), già attiva nel volontariato cattolico a Mostar e in Erzegovina. A titolo per ora privato, si è interessata molto al lavoro dei Berretti e a quello di Zdravo da ste e si èimpegnata a trasmettere la proposta di scambio di volontari agli altri membri del gruppo.

Resurces de Animation Intercultural (RAI)
Sono in questi giorni a Belgrado, su invito delle Donne in nero, anche i ragazzi del RAI, un gruppo di volontari catalani (Barcellona), già operante in altre aree dell’ex Jugoslavia, Bosnia e Krajna in particolare. In Catalogna, operano soprattutto per valorizzare le culture locali, ma in un’ottica di scambio e confronto con realtà altre. Durante il periodo dell’intervento NATO, attuarono una forma di protesta sul modello di quella delle Donne in Nero, 15 minuti di sit-in, in silenzio, ogni mercoledì in una piazza centrale di Barcellona. Sono qui per un primo contatto, ma il loro progetto è molto vicino al nostro: costruire rapporti regolari di scambio culturale (in prospettiva vorrebbero essere presenti a Belgrado stabilmente), soprattutto con associazioni giovanili e gruppi della società civile. L’obiettivo è duplice: contrastare l’isolamento internazionale nel quale la Jugoslavia è tenuta forzatamente dall’embargo; rompere il muro di silenzio e di indifferenza con cui i mezzi di informazione spagnoli - zelantissimi fino alla primavera scorsa nell’informare sul genocidio in atto in Kosovo e sul carattere umanitario dell’intervento NATO - hanno avvolto la situazione di oggi in Jugoslavia.


A PROPOSITO E AL DI LA’ DELLA MANIFESTAZIONE
Delle grandi manifestazioni di piazza di venerdì scorso a Belgrado, sicuramente si è parlato molto anche in Italia. 30.000 partecipanti secondo i giornali di governo, 200.000 secondo quelli dell’opposizione, la grande affluenza alla protesta dimostra comunque la capacità dei partiti di opposizione di mobilitare i cittadini quando si presentano uniti. Dimostrano soprattutto la capacità della gente di mobilitarsi per una prospettiva credibile di cambiamento. Quanto la manifestazione della settimana scorsa abbia reso più "credibile" l’opposizione serba resta invece da verificare, così come la credibilità della sua unità ritrovata, soprattutto alla luce delle polemiche interne e dei veti incrociati che gli organizzatori della protesta si sono scambiati quasi fino alla vigilia, per decidere chi avrebbe avuto il diritto, e in quale ordine (!), di salire sul palco e parlare alla folla riunita. Persino "BLIC", la principale testata di opposizione, di tanto in tanto non resiste a fare dell’ironia sull’incredibile rissosità dei diversi partiti dell’area antigovernativa. Sulle grandi questioni di programma (Kosovo, autonomie locali, economia), la sola soluzione su cui sembrano tutti d’accordo, è la nomina di commissioni interpartitiche per discutere della posizione da assumere di volta in volta, alcune di queste commissioni esistono da mesi, si riaggiornano continuamente, senza partorire nulla di concreto. Intanto, Draskovic (SPO) vola a Mosca per conto suo a cercare benedizioni (e visibilità per il suo partito) dal grande fratello russo. La Tv di stato invita i leader dell’opposizione ad una trasmissione intitolata "Quinta colonna", ideata come linciaggio mediatico dell’opposizione stessa, bollata come traditrice della patria, e Djindjic, da solo, decide di prendervi parte, mentre tutti gli altri capi-partito ne prendono le distanze.
Nel frattempo, aumenta in modo strisciante la stretta del regime sulle voci di dissidenza. La notizia più allarmante di questi giorni riguarda una nuova legge sulle ONG in discussione in parlamento. Se, come è probabile, verrà approvata, tutte le ONG jugoslave dovranno rifare domanda di iscrizione al registro delle ONG nazionali (fin qui nulla di drammatico, anzi, potrebbe aiutare a districare un po’ la jungla dei vari gruppuscoli nati in questi anni, talvolta col solo scopo di rastrellare soldi là dove possibile). Non solo, ma sarà loro proibito ricevere finanziamenti di qualsiasi genere dall’estero e, qui sta la trappola, esiste il serio timore che dovranno dimostrare di non averne mai ricevuti, il che metterebbe fuori legge i ¾ delle associazioni jugoslave, ZUC comprese.

 

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