1. Bogutovac
Premessa
Il progetto riguarda la scuola elementare (1a -8a classe, per ragazzi
dai 6 ai 14 anni) di Bogutovac, nel distretto di Kraljevo (Serbia
meridionale). La scuola è andata completamente distrutta da un massiccio
bombardamento: 130 missili, ufficialmente destinati a un deposito
di carburante sito a 2 km e rimasto completamente intatto,
mentre sono stati colpiti
massicciamente la scuola, un ponte ferroviario, un distributore
di carburante e un minuscolo stabilimento industriale - lo spostamento
d'aria ha praticamente raso al suolo le poche decine di case che
costituiscono il villaggio. Si trattava di un plesso appartenente
a una direzione didattica, con sede a Konarevo, che comprende altri
sette plessi, dislocati in diversi paesi dell'area. La scuola di
Bogutovac è frequentata da 150 bambini, e comprende tutte e otto
le classi d'ordine della scuola elementare. La distruzione del plesso
ha comportato lo spostamento dell'attività (che inizierà il 1° settembre)
nel villaggio di Mataruska Banja, a circa 10 km di distanza, in
uno stabilimento termale abbandonato. L'intervento sulla scuola
di Bogutovac ha quindi un valore altamente simbolico.
Condizioni socio-economiche
e politiche
L'area di Kraljevo è di per sé molto povera e i bombardamenti hanno
aggravato la situazione, con la distruzione di strade di comunicazione
e di impianti industriali. Il problema è particolarmente serio a
livello femminile - oggi circa l'80% delle donne è disoccupato.
La cosa è poi resa particolarmente grave dalla massiccia presenza
di profughi: nell'area vi sono circa 30.000 profughi provenienti
dalla Bosnia (quindi, dal 1992) e dalle Krajine (1995), a cui si
sono aggiunte alcune migliaia di profughi dal Kosovo.
Tra i profughi è massiccia la presenza di Rom (circa il 20%) e sono
presenti anche molte famiglie albanesi. In questa area, già di per
sé degradata dal punto di vista socio-economico, la zona di Bogutovac
rappresenta una punta particolarmente seria di povertà diffusa e
il bombardamento ha dato un colpo mortale alla sua già disastrata
economia. Va detto che il bombardamento ha creato una condizione
di xenofobia, sino a ieri assolutamente estranea alla cultura serba,
con un atteggiamento di palese ostilità da parte della popolazione
nei confronti dell'Occidente, Italia compresa : la gente dice: "Italia
uguale Aviano". Anche per questo motivo è importante un intervento
che modifichi rapidamente questo pericoloso atteggiamento.
Bisogni
Ci sono stati fatti presenti due problemi che hanno carattere di
particolare urgenza e drammaticità.
1)
Il riscaldamento. L'inverno è qui particolarmente rigido, con punte
che possono arrivare a 30° sotto lo zero. Non esistono risorse finanziarie
per riscaldare i nuovi locali reperiti nello stabilimento termale,
che peraltro possiedono l'impianto.
Si tratta di reperire i fondi necessari per acquistare la nafta.
Il fabbisogno è valutato in 5 tonnellate, per un costo pari a 5.000
marchi.
2) Aiuti ai bambini. I bambini che frequentano il plesso
provengono da famiglie poverissime. L'acquisto di materiale scolastico
(libri esclusi, che sono già in possesso dei bambini) è quindi particolarmente
importante: quaderni, penne, matite, righe, etc.. Con un costo medio
di 70 marchi a bambino, pari a 10.500 marchi in totale, si dovrebbe
sopperire a tutte le necessità per il prossimo anno scolastico.
Vi è però il problema costituito dalla mancanza di scuolabus e dalla
necessità, per molti bambini , di raggiungere a piedi la nuova scuola,
con tragitti che arrivano in casi estremi a 10 km. E' stata fatta
presente la necessità di fornire circa 30 bambini in condizioni
di particolare disagio di indumenti adatti, particolarmente di scarpe
pesanti, con un costo di 150 marchi a testa, per una spesa complessiva
valutabile in 4500 marchi.
Tutto questo materiale è acquistabile in Serbia con denaro raccolto
in Italia. Questo aiuterà tra l'altro l'industria serba ad avere
lavoro.
Cultura di pace
La direzione della
scuola e i settori di società civile che se ne occupano si sono
trovati pienamente d'accordo con noi sul fatto che questo aiuto
umanitario deve essere solo il primo passo per la costruzione di
una cultura di pace, mentre l'aspetto più importante rimane quello
di creare un ponte reale tra la scuola di Bogutovac e una o più
scuole italiane. Si tratta quindi di creare un gemellaggio, con
scambio di lettere, lavori e fotografie, tra ragazzi serbi e italiani;
di creare la possibilità per i ragazzi serbi di andare anche in
Italia, presso delle famiglie, per trascorrere periodi di vacanza,
e, in prospettiva, perché anche i ragazzi italiani possano venire
in Serbia, presso le famiglie dei loro pari serbi. Il progetto avrà
senso se sarà possibile realizzare questa parte, al di là dell'aiuto
umanitario immediato.
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2. Aleksinac
Premessa
Il progetto riguarda la scuola
elementare "Aca Milojevic" (1a -8a classe, per ragazzi dai 6 ai
14 anni) di Aleksinac, capoluogo del distretto omonimo (Serbia meridionale),
che comprende 70.000 abitanti.
La scuola è stata gravemente danneggiata da due bombardamenti, del
23 marzo e del 9 giugno: si è trattato di bombardamenti che hanno
colpito esclusivamente obiettivi civili, distruggendo l'ospedale
e case di abitazioni, in un'area totalmente priva di obiettivi militari
e industriali. Dopo il primo bombardamento, la NATO si scusò, parlando
di "errore", il che rende assolutamente (o troppo) comprensibile
il secondo bombardamento.
Complessivamente, oltre ai danni materiali, vi sono stati 18 morti
e centinaia di feriti. La scuola è stata gravemente danneggiata
dallo spostamento d'aria, che ha distrutto infissi, lesionato muri,
rese inagibili diverse strutture e, soprattutto, ha completamente
distrutto i laboratori di geografia e informatica. La scuola di
Aleksinac è frequentata da 1150 bambini, di cui 350 profughi
Condizioni socio-economiche e politiche
L'area di Aleksinac non è di per sé particolarmente povera,
ma i bombardamenti hanno reso grave la situazione, con la distruzione
di strade di comunicazione e di impianti industriali. La cosa è
aggravata particolarmente dalla massiccia presenza di profughi:
nell'area vi sono circa 30.000 profughi provenienti dalla Bosnia
(quindi, dal 1992) e dalle Krajine (1995), a cui si sono aggiunte
diverse migliaia di profughi dal Kosovo. Tra i profughi è massiccia
la presenza di Rom (circa il 20%) e sono presenti anche molte famiglie
albanesi. Peraltro il bombardamento, a differenza di quanto accaduto
in altre zone, non ha creato una condizione di xenofobia e ha rafforzato
i legami solidaristici già presenti in misura apprezzabile nella
comunità. Anche per questo motivo è importante un intervento, che
potrebbe far leva su questi atteggiamenti positivi, prima che, come
accade in altre zone della Serbia, questi si trasformino negativamente.
Bisogni
Date le condizioni socio-economiche dell'area, non è necessario
un intervento di sostegno diretto ai bambini, che sono in grado
di affrontare le spese necessarie ad affrontare il programma scolastico.
Ci sono stati presentati, però, due problemi, che hanno carattere
di particolare urgenza.
1) La ricostruzione del laboratorio di informatica. La scuola
aveva una buona tradizione in questo settore, ci sono stati mostrati
lavori fatti dai ragazzi di livello a volte sorprendente. Non esistono
risorse per rimpiazzare i calcolatori andati distrutti. La scuola
chiederebbe 8 PC, anche usati (ma in grado di supportare Windows
98), per non far morire un'esperienza ritenuta eccezionalmente valida
sul piano educativo.
2) Cultura di pace. La direzione della scuola e i settori
di società civile che se ne occupano non sono particolarmente interessati,
in base a quanto detto, all'aiuto umanitario in quanto tale, perché
quello che loro chiedono soprattutto è creare un ponte reale tra
la scuola di Alecninac e una o più scuole italiane. Si tratta quindi
di creare un gemellaggio, con scambio di lettere, lavori e fotografie,
tra i ragazzi serbi e quelli italiani; di rendere possibile per
i ragazzi serbi di andare a trascorrere periodi di vacanza presso
famiglie italiane, e, in prospettiva, permettere anche ai ragazzi
italiani di venire in Serbia, presso le famiglie dei loro compagni
serbi. La realizzazione di questa parte dara un senso a tutto il
progetto.
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3. Banja Koviljaca
Premessa
Il progetto riguarda l'orfanotrofio (per ragazzi dai 3 ai 18 anni)
di Banja Koviljaca, nel distretto di Losnica (Serbia occidentale,
al confine con la Bosnia e Erzegovina). L'orfanotrofio non ha subito
danni con la guerra e viene aiutato da diverse organizzazioni umanitarie,
svizzere, belghe e olandesi, ma le necessità sono enormi. E' frequentato
attualmente da 56 bambini (il numero oscilla tra i 50 e i 60), in
parte orfani, ma anche abbandonati o figli di genitori non in grado
di occuparsene, che sono organizzati in gruppi tipo famiglia e frequentano
(con buoni risultati, conseguendo il diploma di scuola media superiore
nel 96% dei casi) le scuole locali.
Condizioni socio-economiche e politiche
L'area di Banja Koviljaca è relativamente ricca. Si tratta di una
cittadina termale molto nota, situata presso alcune località di
forte attrazione turistica. I visitatori, alla fine della guerra,
sono tornati e la cittadina non ha avuto una particolare crisi economica.
Peraltro, questa agiatezza non si riflette sull'orfanotrofio, che
ha subito le conseguenze di essere praticamente al confine e di
aver dovuto accogliere una quantità superiore alle aspettative di
ragazzi profughi (in maggioranza Rom, ma anche musulmani, albanesi,
egiziani, oltre, naturalmente, a serbi).
Bisogni
Il Direttore dell'orfanotrofio, che dipende dal Ministero dei problemi
sociali della Serbia, ci ha fatto presente di non avere problemi
economici particolari, di non volere assolutamente aiuti finanziari,
perché la sua dotazione gli è sufficiente per l'ordinaria amministrazione.
Ci ha però fatto presente due problemi, di cui il primo ha carattere
di particolare urgenza e drammaticità.
1) L'arredo. Non esistono risorse per rinnovare l'arredo
delle camere dei bambini ed è particolarmente drammatica la situazione
dei letti (specie materassi e lenzuola), dato anche l'elevatisssimo
numero di bambini enuretici presenti. Anche gli armadietti in cui
i bambini tengono i loro effetti sono in condizioni pietose. La
Chiesa Cattolica svizzera ha regalato due camerette modello (vi
sono 20 camere, ognuna a tre letti, che i ragazzi tengono benissimo
in ordine). Potrebbe essere utile tentare di fare altrettanto. Una
cameretta può costare circa 5.000 marchi, tenuto conto della necessità
di robustezza e rivolgendosi ad artigiani locali. Con un costo di
5.000 marchi dovrebbe però essere possibile sostituire gli effetti
letterecci per circa 50 bambini.
2) Viaggi in Italia dei bambini. La direzione della scuola
è particolarmente preoccupata per il fatto che i ragazzi vivono
spesso momenti di grave disagio psicologico, che può ostacolare
(e spesso ostacola) il loro inserimento nella società civile, diventa
causa di atteggiamenti violenti e crea le premesse per una carriera
deviante. Per questo ritiene particolarmente importante ogni esperienza
che aiuti questi ragazzi ad aprirsi, creare rapporti con i coetanei,
conoscere un'altra realtà del mondo, che purtroppo spesso finisce
per loro con i muri dell'istituzione. Ogni anno, il direttore riesce
a mandare in Belgio, a Namur, per le vacanze invernali, 30 bambini.
Sarebbe particolarmente importante se riuscisse a trovare il modo
di mandarne altrettanti in Italia. Più complessa appare qui la possibilità
di uno scambio.
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4. Scuola materna di Valjevo
Premessa
Il progetto riguarda la scuola materna "Milica Nozica" di Valjevo,
per bambini da 1 a 6 anni. La scuola materna è divisa in 8 plessi,
sei in città e due nei sobborghi, e si occupa di circa 3000 bambini,
che la frequentano per 10 ore al giorno (dalle 8 alle 16). Dalla
scuola dipende anche una cucina centrale, che fornisce i pasti "semilavorati"
a tutte le scuole, nonché a circa 300 profughi dal Kosovo. Dei 9
edifici che compongono la scuola, sei sono stati gravemente danneggiati
dai bombardamenti nonché dal terremoto (grado 5.5 della scala Richter)
verificatosi nel corso degli stessi.
Condizioni socio-economiche e politiche
La città di Valjevo ha circa 80.000 abitanti e l'intero distretto
circa 200.000. Si tratta di una città relativamente moderna e abbastanza
prospera sino all'inizio dei bombardamenti. L'industria più moderna
era la "Krusik", metalmeccanica, che dava lavoro a circa 5000 operai
(e altri 5000 circa di indotto). Valjevo è stata la città più pesantemente
bombardata in Serbia. Ha subito 23 giorni ininterrotti di bombardamenti,
a partire dal 15 aprile, che hanno scaricato sulla città circa 2
kg di esplosivo per abitante. La Krusik è stata completamente distrutta,
come altre industrie minori, con il totale azzeramento dell'attività
industriale e la creazione di una quantità spaventosa di disoccupati.
E' stato gravemente danneggiato anche l'ospedale, alcune scuole
(tra cui quella di cui ci stiamo occupando) e molte abitazioni civili.
La situazione è stata aggravata dal terremoto, che ha raso al suolo
alcuni sobborghi e peggiorato i danni agli edifici scolastici. Si
aggiunga che in città sono presenti molte migliaia di profughi.
Particolarmente pesante è la situazione dei profughi più recenti,
del Kosovo, a cui tuttora la scuola fornisce i pasti.
La città mostra peraltro un forte tessuto sociale, profondamente
solidaristico, e la scuola materna ha svolto un ruolo estremamente
importante in questo tragico periodo. Mentre le scuole elementari
e medie chiudevano, la scuola è rimasta aperta, svolgendo attività
non solo con i bambini di propria competenza, ma anche con circa
1000 bambini di scuola elementare, che sono stati così coinvolti
continuativamente in attività educative (teatro, attività espressive,
attività ecologiche, costruzione di un giornale, etc...) per tutto
il periodo dei bombardamenti. Sono stati coinvolti in questo circa
2000 bambini fino ai 14 anni di età. La comunità ha risposta con
entusiasmo, aiutando la scuola anche nelle necessità pratiche (per
esempio, fornendo direttamente gli alimenti di base alla cucina,
quando i finanziamenti non erano sufficienti). La scuola ha prestato
e presta particolare attenzione alla situazione dei bambini traumatizzati
dai bombardamenti o che hanno avuto perdite di persone o materiali
durante la guerra, anche in collaborazione con la ONG belgradese
"Zdravo da ste / Hi neighbours", con cui anche noi Berretti
Bianchi stiamo preparando programmi di cooperazione.
Al termine dei bombardamenti, la scuola ha organizzato con i ragazzi
una serie di attività di animazione in città: un carnevale, che
non si era potuto tenere a tempo debito; la giornata della "passeggiata
indisturbata" (senza bombardamenti); e così via, coinvolgendo l'intera
cittadinanza in momenti di serenità e socializzazione collettiva.
La gravità della situazione socio-economica della città sta avendo
peraltro i suoi riflessi anche sulla scuola. La ONG svizzera "Disaster
Relief Fund" ha messo gli edifici in condizione di funzionare, ma
i problemi da affrontare sono enormi. Tra l'altro, sinché la Krusik
era in attività, dava 20 marchi al mese alla scuola per figlio di
dipendente, con cui si potevano praticamente pagare i pasti per
tutti i bambini. Ora questi fondi mancano e la situazione è veramente
critica.
Bisogni
La scuola possiede uno staff educativo e tecnico di primo ordine.
Non solo il numero di insegnanti appare largamente sufficiente per
le esigenze dei bambini, ma è accompagnato dal supporto continuo
di psicologi, pedagogisti e logopedisti, presenti nello staff. Come
detto, le condizioni degli edifici sono oggi soddisfacenti. Ciò
che manca pesantemente (specie se pensiamo alla situazione delle
nostre scuole materne) è il materiale educativo e ludico con cui
fare attività ai bambini. In particolare, si ha necessità di:
1. Palle di ogni dimensione;
2. Giochi per bambini da 1 a 7 anni;
3. Giochi didattici, tipo blocchi logici, etc.;
4. Registratori e qualche televisore.
A queste necessità di ordine educativo, si aggiungono almeno due
necessità pratiche. Si tenga conto che i bambini ogni giorno, dopo
il pasto di mezzogiorno, dormono per due ore. I lettini sono in
numero assolutamente insufficiente e spesso in condizioni deplorevoli.
Oltre metà dei bambini dorme su materassini poggiati direttamente
sul pavimento. Abbiamo potuto verificare che la maggioranza di questi
materassini, in gommapiuma, sono oramai ridotti in condizioni disperate.
Inoltre la scuola non ha moquette, e tutte le aule hanno sul pavimento
stuoie lise e rotte, che ormai sarebbero da cambiare.
La scuola sa già che per queste necessità non esistono risorse finanziarie
e quindi non può che chiedere aiuto esterno.
Cultura di pace
La direzione della scuola, però, chiede, a fianco dell'aiuto umanitario
materiale, e ben più di esso, la possibilità di creare un gemellaggio
tra la "Milica Nozica" e una o più scuole analoghe in
Italia. Noi Berretti Bianchi siamo giunti a questa scuola perché
la direttrice, g. Slavica Nikolic, una donna di straordinaria sensibilità,
aveva chiesto alla "Suisse Disaster Relief Fund" di aiutarla
a trovare un'associazione sensibile ai problemi della costruzione
di una cultura di pace, più che all'aiuto materiale, e la OG svizzera
si è rivolta a noi. Abbiamo trovato una perfetta consonanza sui
principi della conoscenza e del rispetto reciproco come base per
la costruzione di una cultura di pace, a partire dai bambini; e
una richiesta di scambio e aggiornamento per i propri insegnanti
con i colleghi italiani.
Notizie su Zdravo da ste
/ Hi neighbours
La ONG belgradese "Zdravo da ste / Hi neighbours" (Ciao Vicino)
funziona dal 1992 e lavora soprattutto con bambini traumatizzati
dalla guerra, come rifugiati, vittime di bombardamenti, etc... L'associazione
è stata fondata da Vesna Ognjenovic, professoressa di psicologia
dell'età evolutiva dell'università di Belgrado. E' principalmente
finanziata dall'ACNUR e opera con una trentina di gruppi sparsi
per la Yugoslavia, formati da psicologi, animatori ed insegnanti.
Lavora soprattutto con rifugiati dalla Bosnia e dalla Croazia e,
in questi ultimi tempi, con le vittime dei bombardamenti. Ha la
sede principale a Belgrado in U. Knez Miletina, 24 - 11000 Beograd.
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