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Berretti Bianchi Onlus - Ambasciata di pace di Belgrado
Estate 1999

Associazione
Documenti
Progetti
Materiali

1) Bogutovac

2) Aleksinac

3) Banja Koviljaca

4) Valjevo


1. Bogutovac

Premessa
Il progetto riguarda la scuola elementare (1a -8a classe, per ragazzi dai 6 ai 14 anni) di Bogutovac, nel distretto di Kraljevo (Serbia meridionale). La scuola è andata completamente distrutta da un massiccio bombardamento: 130 missili, ufficialmente destinati a un deposito di carburante sito a 2 km e rimasto completamente intatto,

      

mentre sono stati colpiti massicciamente la scuola, un ponte ferroviario, un distributore di carburante e un minuscolo stabilimento industriale - lo spostamento d'aria ha praticamente raso al suolo le poche decine di case che costituiscono il villaggio. Si trattava di un plesso appartenente a una direzione didattica, con sede a Konarevo, che comprende altri sette plessi, dislocati in diversi paesi dell'area. La scuola di Bogutovac è frequentata da 150 bambini, e comprende tutte e otto le classi d'ordine della scuola elementare. La distruzione del plesso ha comportato lo spostamento dell'attività (che inizierà il 1° settembre) nel villaggio di Mataruska Banja, a circa 10 km di distanza, in uno stabilimento termale abbandonato. L'intervento sulla scuola di Bogutovac ha quindi un valore altamente simbolico.

     

Condizioni socio-economiche e politiche
L'area di Kraljevo è di per sé molto povera e i bombardamenti hanno aggravato la situazione, con la distruzione di strade di comunicazione e di impianti industriali. Il problema è particolarmente serio a livello femminile - oggi circa l'80% delle donne è disoccupato. La cosa è poi resa particolarmente grave dalla massiccia presenza di profughi: nell'area vi sono circa 30.000 profughi provenienti dalla Bosnia (quindi, dal 1992) e dalle Krajine (1995), a cui si sono aggiunte alcune migliaia di profughi dal Kosovo.
Tra i profughi è massiccia la presenza di Rom (circa il 20%) e sono presenti anche molte famiglie albanesi. In questa area, già di per sé degradata dal punto di vista socio-economico, la zona di Bogutovac rappresenta una punta particolarmente seria di povertà diffusa e il bombardamento ha dato un colpo mortale alla sua già disastrata economia. Va detto che il bombardamento ha creato una condizione di xenofobia, sino a ieri assolutamente estranea alla cultura serba, con un atteggiamento di palese ostilità da parte della popolazione nei confronti dell'Occidente, Italia compresa : la gente dice: "Italia uguale Aviano". Anche per questo motivo è importante un intervento che modifichi rapidamente questo pericoloso atteggiamento.

Bisogni
Ci sono stati fatti presenti due problemi che hanno carattere di particolare urgenza e drammaticità.
1) Il riscaldamento. L'inverno è qui particolarmente rigido, con punte che possono arrivare a 30° sotto lo zero. Non esistono risorse finanziarie per riscaldare i nuovi locali reperiti nello stabilimento termale, che peraltro possiedono l'impianto.
Si tratta di reperire i fondi necessari per acquistare la nafta. Il fabbisogno è valutato in 5 tonnellate, per un costo pari a 5.000 marchi.
2) Aiuti ai bambini. I bambini che frequentano il plesso provengono da famiglie poverissime. L'acquisto di materiale scolastico (libri esclusi, che sono già in possesso dei bambini) è quindi particolarmente importante: quaderni, penne, matite, righe, etc.. Con un costo medio di 70 marchi a bambino, pari a 10.500 marchi in totale, si dovrebbe sopperire a tutte le necessità per il prossimo anno scolastico. Vi è però il problema costituito dalla mancanza di scuolabus e dalla necessità, per molti bambini , di raggiungere a piedi la nuova scuola, con tragitti che arrivano in casi estremi a 10 km. E' stata fatta presente la necessità di fornire circa 30 bambini in condizioni di particolare disagio di indumenti adatti, particolarmente di scarpe pesanti, con un costo di 150 marchi a testa, per una spesa complessiva valutabile in 4500 marchi.
Tutto questo materiale è acquistabile in Serbia con denaro raccolto in Italia. Questo aiuterà tra l'altro l'industria serba ad avere lavoro.

Cultura di pace
La direzione della scuola e i settori di società civile che se ne occupano si sono trovati pienamente d'accordo con noi sul fatto che questo aiuto umanitario deve essere solo il primo passo per la costruzione di una cultura di pace, mentre l'aspetto più importante rimane quello di creare un ponte reale tra la scuola di Bogutovac e una o più scuole italiane. Si tratta quindi di creare un gemellaggio, con scambio di lettere, lavori e fotografie, tra ragazzi serbi e italiani; di creare la possibilità per i ragazzi serbi di andare anche in Italia, presso delle famiglie, per trascorrere periodi di vacanza, e, in prospettiva, perché anche i ragazzi italiani possano venire in Serbia, presso le famiglie dei loro pari serbi. Il progetto avrà senso se sarà possibile realizzare questa parte, al di là dell'aiuto umanitario immediato.

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2. Aleksinac

Premessa
Il progetto riguarda la scuola elementare "Aca Milojevic" (1a -8a classe, per ragazzi dai 6 ai 14 anni) di Aleksinac, capoluogo del distretto omonimo (Serbia meridionale), che comprende 70.000 abitanti.
   

La scuola è stata gravemente danneggiata da due bombardamenti, del 23 marzo e del 9 giugno: si è trattato di bombardamenti che hanno colpito esclusivamente obiettivi civili, distruggendo l'ospedale e case di abitazioni, in un'area totalmente priva di obiettivi militari e industriali. Dopo il primo bombardamento, la NATO si scusò, parlando di "errore", il che rende assolutamente (o troppo) comprensibile il secondo bombardamento.
Complessivamente, oltre ai danni materiali, vi sono stati 18 morti e centinaia di feriti. La scuola è stata gravemente danneggiata dallo spostamento d'aria, che ha distrutto infissi, lesionato muri, rese inagibili diverse strutture e, soprattutto, ha completamente distrutto i laboratori di geografia e informatica. La scuola di Aleksinac è frequentata da 1150 bambini, di cui 350 profughi

Condizioni socio-economiche e politiche
L'area di Aleksinac non è di per sé particolarmente povera, ma i bombardamenti hanno reso grave la situazione, con la distruzione di strade di comunicazione e di impianti industriali. La cosa è aggravata particolarmente dalla massiccia presenza di profughi: nell'area vi sono circa 30.000 profughi provenienti dalla Bosnia (quindi, dal 1992) e dalle Krajine (1995), a cui si sono aggiunte diverse migliaia di profughi dal Kosovo. Tra i profughi è massiccia la presenza di Rom (circa il 20%) e sono presenti anche molte famiglie albanesi. Peraltro il bombardamento, a differenza di quanto accaduto in altre zone, non ha creato una condizione di xenofobia e ha rafforzato i legami solidaristici già presenti in misura apprezzabile nella comunità. Anche per questo motivo è importante un intervento, che potrebbe far leva su questi atteggiamenti positivi, prima che, come accade in altre zone della Serbia, questi si trasformino negativamente.

Bisogni
Date le condizioni socio-economiche dell'area, non è necessario un intervento di sostegno diretto ai bambini, che sono in grado di affrontare le spese necessarie ad affrontare il programma scolastico. Ci sono stati presentati, però, due problemi, che hanno carattere di particolare urgenza.
1) La ricostruzione del laboratorio di informatica. La scuola aveva una buona tradizione in questo settore, ci sono stati mostrati lavori fatti dai ragazzi di livello a volte sorprendente. Non esistono risorse per rimpiazzare i calcolatori andati distrutti. La scuola chiederebbe 8 PC, anche usati (ma in grado di supportare Windows 98), per non far morire un'esperienza ritenuta eccezionalmente valida sul piano educativo.
2) Cultura di pace. La direzione della scuola e i settori di società civile che se ne occupano non sono particolarmente interessati, in base a quanto detto, all'aiuto umanitario in quanto tale, perché quello che loro chiedono soprattutto è creare un ponte reale tra la scuola di Alecninac e una o più scuole italiane. Si tratta quindi di creare un gemellaggio, con scambio di lettere, lavori e fotografie, tra i ragazzi serbi e quelli italiani; di rendere possibile per i ragazzi serbi di andare a trascorrere periodi di vacanza presso famiglie italiane, e, in prospettiva, permettere anche ai ragazzi italiani di venire in Serbia, presso le famiglie dei loro compagni serbi. La realizzazione di questa parte dara un senso a tutto il progetto.

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3. Banja Koviljaca

Premessa
Il progetto riguarda l'orfanotrofio (per ragazzi dai 3 ai 18 anni) di Banja Koviljaca, nel distretto di Losnica (Serbia occidentale, al confine con la Bosnia e Erzegovina). L'orfanotrofio non ha subito danni con la guerra e viene aiutato da diverse organizzazioni umanitarie, svizzere, belghe e olandesi, ma le necessità sono enormi. E' frequentato attualmente da 56 bambini (il numero oscilla tra i 50 e i 60), in parte orfani, ma anche abbandonati o figli di genitori non in grado di occuparsene, che sono organizzati in gruppi tipo famiglia e frequentano (con buoni risultati, conseguendo il diploma di scuola media superiore nel 96% dei casi) le scuole locali.

Condizioni socio-economiche e politiche
L'area di Banja Koviljaca è relativamente ricca. Si tratta di una cittadina termale molto nota, situata presso alcune località di forte attrazione turistica. I visitatori, alla fine della guerra, sono tornati e la cittadina non ha avuto una particolare crisi economica. Peraltro, questa agiatezza non si riflette sull'orfanotrofio, che ha subito le conseguenze di essere praticamente al confine e di aver dovuto accogliere una quantità superiore alle aspettative di ragazzi profughi (in maggioranza Rom, ma anche musulmani, albanesi, egiziani, oltre, naturalmente, a serbi).

Bisogni

Il Direttore dell'orfanotrofio, che dipende dal Ministero dei problemi sociali della Serbia, ci ha fatto presente di non avere problemi economici particolari, di non volere assolutamente aiuti finanziari, perché la sua dotazione gli è sufficiente per l'ordinaria amministrazione. Ci ha però fatto presente due problemi, di cui il primo ha carattere di particolare urgenza e drammaticità.
1) L'arredo. Non esistono risorse per rinnovare l'arredo delle camere dei bambini ed è particolarmente drammatica la situazione dei letti (specie materassi e lenzuola), dato anche l'elevatisssimo numero di bambini enuretici presenti. Anche gli armadietti in cui i bambini tengono i loro effetti sono in condizioni pietose. La Chiesa Cattolica svizzera ha regalato due camerette modello (vi sono 20 camere, ognuna a tre letti, che i ragazzi tengono benissimo in ordine). Potrebbe essere utile tentare di fare altrettanto. Una cameretta può costare circa 5.000 marchi, tenuto conto della necessità di robustezza e rivolgendosi ad artigiani locali. Con un costo di 5.000 marchi dovrebbe però essere possibile sostituire gli effetti letterecci per circa 50 bambini.
2) Viaggi in Italia dei bambini. La direzione della scuola è particolarmente preoccupata per il fatto che i ragazzi vivono spesso momenti di grave disagio psicologico, che può ostacolare (e spesso ostacola) il loro inserimento nella società civile, diventa causa di atteggiamenti violenti e crea le premesse per una carriera deviante. Per questo ritiene particolarmente importante ogni esperienza che aiuti questi ragazzi ad aprirsi, creare rapporti con i coetanei, conoscere un'altra realtà del mondo, che purtroppo spesso finisce per loro con i muri dell'istituzione. Ogni anno, il direttore riesce a mandare in Belgio, a Namur, per le vacanze invernali, 30 bambini. Sarebbe particolarmente importante se riuscisse a trovare il modo di mandarne altrettanti in Italia. Più complessa appare qui la possibilità di uno scambio.

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4. Scuola materna di Valjevo

Premessa
Il progetto riguarda la scuola materna "Milica Nozica" di Valjevo, per bambini da 1 a 6 anni. La scuola materna è divisa in 8 plessi, sei in città e due nei sobborghi, e si occupa di circa 3000 bambini, che la frequentano per 10 ore al giorno (dalle 8 alle 16). Dalla scuola dipende anche una cucina centrale, che fornisce i pasti "semilavorati" a tutte le scuole, nonché a circa 300 profughi dal Kosovo. Dei 9 edifici che compongono la scuola, sei sono stati gravemente danneggiati dai bombardamenti nonché dal terremoto (grado 5.5 della scala Richter) verificatosi nel corso degli stessi.

Condizioni socio-economiche e politiche
La città di Valjevo ha circa 80.000 abitanti e l'intero distretto circa 200.000. Si tratta di una città relativamente moderna e abbastanza prospera sino all'inizio dei bombardamenti. L'industria più moderna era la "Krusik", metalmeccanica, che dava lavoro a circa 5000 operai (e altri 5000 circa di indotto). Valjevo è stata la città più pesantemente bombardata in Serbia. Ha subito 23 giorni ininterrotti di bombardamenti, a partire dal 15 aprile, che hanno scaricato sulla città circa 2 kg di esplosivo per abitante. La Krusik è stata completamente distrutta, come altre industrie minori, con il totale azzeramento dell'attività industriale e la creazione di una quantità spaventosa di disoccupati. E' stato gravemente danneggiato anche l'ospedale, alcune scuole (tra cui quella di cui ci stiamo occupando) e molte abitazioni civili. La situazione è stata aggravata dal terremoto, che ha raso al suolo alcuni sobborghi e peggiorato i danni agli edifici scolastici. Si aggiunga che in città sono presenti molte migliaia di profughi. Particolarmente pesante è la situazione dei profughi più recenti, del Kosovo, a cui tuttora la scuola fornisce i pasti.
La città mostra peraltro un forte tessuto sociale, profondamente solidaristico, e la scuola materna ha svolto un ruolo estremamente importante in questo tragico periodo. Mentre le scuole elementari e medie chiudevano, la scuola è rimasta aperta, svolgendo attività non solo con i bambini di propria competenza, ma anche con circa 1000 bambini di scuola elementare, che sono stati così coinvolti continuativamente in attività educative (teatro, attività espressive, attività ecologiche, costruzione di un giornale, etc...) per tutto il periodo dei bombardamenti. Sono stati coinvolti in questo circa 2000 bambini fino ai 14 anni di età. La comunità ha risposta con entusiasmo, aiutando la scuola anche nelle necessità pratiche (per esempio, fornendo direttamente gli alimenti di base alla cucina, quando i finanziamenti non erano sufficienti). La scuola ha prestato e presta particolare attenzione alla situazione dei bambini traumatizzati dai bombardamenti o che hanno avuto perdite di persone o materiali durante la guerra, anche in collaborazione con la ONG belgradese "Zdravo da ste / Hi neighbours", con cui anche noi Berretti Bianchi stiamo preparando programmi di cooperazione.
Al termine dei bombardamenti, la scuola ha organizzato con i ragazzi una serie di attività di animazione in città: un carnevale, che non si era potuto tenere a tempo debito; la giornata della "passeggiata indisturbata" (senza bombardamenti); e così via, coinvolgendo l'intera cittadinanza in momenti di serenità e socializzazione collettiva.
La gravità della situazione socio-economica della città sta avendo peraltro i suoi riflessi anche sulla scuola. La ONG svizzera "Disaster Relief Fund" ha messo gli edifici in condizione di funzionare, ma i problemi da affrontare sono enormi. Tra l'altro, sinché la Krusik era in attività, dava 20 marchi al mese alla scuola per figlio di dipendente, con cui si potevano praticamente pagare i pasti per tutti i bambini. Ora questi fondi mancano e la situazione è veramente critica.

Bisogni
La scuola possiede uno staff educativo e tecnico di primo ordine. Non solo il numero di insegnanti appare largamente sufficiente per le esigenze dei bambini, ma è accompagnato dal supporto continuo di psicologi, pedagogisti e logopedisti, presenti nello staff. Come detto, le condizioni degli edifici sono oggi soddisfacenti. Ciò che manca pesantemente (specie se pensiamo alla situazione delle nostre scuole materne) è il materiale educativo e ludico con cui fare attività ai bambini. In particolare, si ha necessità di:
 1. Palle di ogni dimensione;
 2. Giochi per bambini da 1 a 7 anni;
 3. Giochi didattici, tipo blocchi logici, etc.;
 4. Registratori e qualche televisore.

A queste necessità di ordine educativo, si aggiungono almeno due necessità pratiche. Si tenga conto che i bambini ogni giorno, dopo il pasto di mezzogiorno, dormono per due ore. I lettini sono in numero assolutamente insufficiente e spesso in condizioni deplorevoli. Oltre metà dei bambini dorme su materassini poggiati direttamente sul pavimento. Abbiamo potuto verificare che la maggioranza di questi materassini, in gommapiuma, sono oramai ridotti in condizioni disperate. Inoltre la scuola non ha moquette, e tutte le aule hanno sul pavimento stuoie lise e rotte, che ormai sarebbero da cambiare.
La scuola sa già che per queste necessità non esistono risorse finanziarie e quindi non può che chiedere aiuto esterno.
 

Cultura di pace
La direzione della scuola, però, chiede, a fianco dell'aiuto umanitario materiale, e ben più di esso, la possibilità di creare un gemellaggio tra la "Milica Nozica" e una o più scuole analoghe in Italia. Noi Berretti Bianchi siamo giunti a questa scuola perché la direttrice, g. Slavica Nikolic, una donna di straordinaria sensibilità, aveva chiesto alla "Suisse Disaster Relief Fund" di aiutarla a trovare un'associazione sensibile ai problemi della costruzione di una cultura di pace, più che all'aiuto materiale, e la OG svizzera si è rivolta a noi. Abbiamo trovato una perfetta consonanza sui principi della conoscenza e del rispetto reciproco come base per la costruzione di una cultura di pace, a partire dai bambini; e una richiesta di scambio e aggiornamento per i propri insegnanti con i colleghi italiani.

Notizie su Zdravo da ste / Hi neighbours
La ONG belgradese "Zdravo da ste / Hi neighbours" (Ciao Vicino) funziona dal 1992 e lavora soprattutto con bambini traumatizzati dalla guerra, come rifugiati, vittime di bombardamenti, etc... L'associazione è stata fondata da Vesna Ognjenovic, professoressa di psicologia dell'età evolutiva dell'università di Belgrado. E' principalmente finanziata dall'ACNUR e opera con una trentina di gruppi sparsi per la Yugoslavia, formati da psicologi, animatori ed insegnanti. Lavora soprattutto con rifugiati dalla Bosnia e dalla Croazia e, in questi ultimi tempi, con le vittime dei bombardamenti. Ha la sede principale a Belgrado in U. Knez Miletina, 24 - 11000 Beograd.

 

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