LE
NOTIZIE
Francesca
Vitale ci invia le ultime novità da Belgrado (1-30 novembre
1999).
Nell'ultimo
periodo le notizie principali qui riguardano la reazione della polizia
alle dimostrazioni degli studenti e l'introduzione del marco come
valuta parallela in Montenegro. Sembra cha la settimana
scorsa (1-7novembre) sia arrivato un aereo pieno di tonnellate di
marchi a Podgorica. La gente, scherzando, dice che adesso in Montenegro
le arance costano 'un marco e quattro dinari'.
Si
parla molto del fatto che l’ambasciatore italiano Riccardo Sessa
è stato richiamato e del fatto che
probabilmente non ne sarà mandato uno nuovo. Già prima
del bombardamento, Sessa era un personaggio molto popolare, quasi
un personaggio pubblico, invitato spesso a spettacoli televisivi,
concorsi letterari e di bellezza. Il fatto che egli probabilmente
non verrà sostituito è visto dalla gente come l’ennesimo
atto di punizione, che accentua la sensazione di isolamento. Attualmente
è praticamente impossibile per i cittadini jugoslavi ottenere
dei visti per l’estero. A causa delle pressioni degli altri paesi
europei, l’ambasciata italiana nei prossimi mesi non rilascerà
visti multi-entry, se non in casi veramente particolari.
A Belgrado
è cominciato il freddo, ma per ora non sembrano esserci problemi
con il riscaldamento, nè con l'erogazione dell'energia elettrica.
Nelle città dell'opposizione (Nis, Kraljevo, ...) si attende
l'arrivo del carburante promesso dall'Occidente.
Black-out
La
cittá è stata divisa in sei zone principali per quanto
riguarda il razionamento dell’energia elettrica: sui giornali la
descrizione delle sei zone e lo schema previsto per la sospensione
dell’erogazione dell’energia non sono molto precisi e cosí
dopo le sette di sera preferisco non usare l’ascensore e salire
a piedi i nove piani fino a casa. Nel nostro appartamento in Cvijiceva
abbiamo avuto il black-out per due sere la settimana scorsa. Venerdí
sera un cena da amici con menú sudamericano è stato
reso piú romantico per lo stesso motivo.
La
Legge sull'Amministrazione Locale
Alla
fine di ottobre il governo serbo ha presentato la nuova legge sulle
elezioni dei parlamenti delle
municipalità (i consigli comunali), approvata dal Parlamento
e firmata dal presidente Milutinovic. Questa legge introduce un
sistema elettorale diverso per le amministrative: vince chi ottiene
più voti e si va al ballottaggio solo nel caso in cui due
o più candidati ottengano esattamente lo stesso numero di
voti. Nella situazione attuale, questa nuova legge penalizza fortemente
l'opposizione. Un amico avvocato mi ha spiegato che se questo sistema
elettorale fosse stato usato per i risultati delle ultime elezioni,
nel parlamento di Belgrado, sui 110 posti presenti, l'opposizione
avrebbe ottenuto 63 membri, anzicchè gli attuali 86. I
partiti dell'Allenza per il Cambiamento hanno fatto sapere che non
prenderanno parte alle elezioni locali con il nuovo sistema elettorale.
Inoltre, le municipalità controllate dall'opposizione in
tutta la Serbia hanno deciso di non pagare le tasse statali come
protesta per l'adozione della legge.
Alcuni
dati economici
I
prezzi al consumo sono aumentati del 12.4% nel mese di settembre
ed é previsto un tasso di inflazione simile per il mese di
ottobre; il tasso di inflazione annua dovrebbe assestarsi intorno
al 307%.
Il
reddito medio in Serbia é il più basso rispetto a
quello di tutti gli altri paesi dell'ex-Jugoslavia. Secondo le statistiche
ufficiali attuali, il salario medio mensile in Serbia corrisponde
a 85 DM al mese, rispetto ai 1.000 DM in Slovenia, 786 DM in Croazia,
378 DM in Bosnia e 315 in Macedonia.
Un
commento
Durante
queste settimane mi è capitato già alcune volte di
assistere alle ‘prediche’ di occidentali, volontari o funzionari
di qualche organizzazione internazionale, che si comportano con
l’atteggiamento di chi finalmente viene a insegnare come si fanno
le cose.
Da
piú parti ho ricevuto apprezzamento per il modo di fare dei
Berretti Bianchi che sono stati qui fino ad ora, per il loro modo
di impostare i rapporti con la gente, tesi alla conoscenza reciproca,
improntati al rispetto, anche nelle differenze di opinioni.
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