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Berretti Bianchi Onlus - Ambasciata di pace di Belgrado
Ottobre 2002

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Breve diario di viaggio

Relazione del viaggio in Serbia dall'8 all'11 ottobre 2002.

Sono partito con il pullman che ogni martedì e venerdì lascia Milano alle 16.30 e via Brescia-Verona-Udine-Tarvisio-Austria-Ungheria-Sombor-Novi Sad raggiunge Beograd, Kragujevac e Kraljevo. Un viaggio molto confortevole, terminato all'autostazione di Beograd alle 13,15.
Ho chiesto all'accompagnatore sul pullman se era possibile il trasporto dei libri (i libri di Valjevo che ho l'incarico di portare in Italia). Mi ha risposto di no, per problemi di frontiera.

Dopo aver mangiato, ho subito raggiunto la sede dell'incontro di presentazione del libro, ma la signora che sta all'entrata dell'edificio e il suo collega non hanno saputo darmi informazioni circa l'incontro. Nel frattempo ho cercato di mettere in funzione il telefono cellulare, scoprendo che Omnitel Vodafone non ha probabilmente un corrispondente partner in Serbia. Niente da fare, nonostante l'interessamento di una giovane molto disponibile di Mobtel, che parla anche un po' di italiano, e i suoi generosi sforzi.
Dopo alcune ore di attesa, approssimandosi l'ora prevista (le 19), ho deciso di tornare alla Dom Omladine, dove ho trovato Slavica Nikolic (ex-direttrice della cuola materna di Valjevo) e Emil Kamenov (insegnante e ricercatore di pedagogia presso l'Università di Novi Sad).
Ho registrato l'incontro, nel corso del quale è stato presentato il nostro libro "Sotto l'ala della rondine" e una raccolta di brevi storie di guerra scritte da Vera Janicevic, professoressa di filosofia, e illustrate da una bimba di 10 anni, Jana, presente all'incontro. Emil Kamenov mi ha raccontato che Vera è stata sua insegnante al liceo a Krusevac.
L'incontro è stato introdotto dalla responsabile della sala, c'è stato poi l'intervento di Vera, seguito da quello di Emil Kamenov, dal rappresentante di un'associazione ed infine dal mio. Successivamente, sollecitata dal prof. Kamenov, è intervenuta Miljana, seguita da un'altra collega, che hanno parlato dell'esperienza a Valjevo. Infine Slavica Nikolic è intervenuta parlando del suo rapporto con i Berretti Bianchi, citando tutti i nostri nomi, da Riccardo e Gabriella a me, passando per Francesca, Maurizio, te, Pola (che sarebbe Paola) e Rolando.
L'incontro si è chiuso con il dono di un quadro di un bambino di Valjevo a ciascuno di noi. Slavica mi ha consegnato l'invito per la presentazione del libro anche a Valjevo, il giorno dopo quella a Novi Sad.
Al termine dell'incontro, insieme a Emil Kamenov, sono andato a Novi Sad. Sull'autobus abbiamo avuto modo di parlare, confrontarci e conoscerci. Egli mi ha detto di non esser mai stato iscritto al partito comunista, ma di esser nostalgico della vecchia Jugoslavia proprio per il suo carattere multiculturale. Ho scoperto, insomma, una certa affinità di idee.
Ci siamo accordati per l'indomani, in quanto l'incontro era programmato per le 18,30 nella Gradska Biblioteka (Biblioteca Civica). E per andare alla Questura per la registrazione, che non mi era riuscita a Beograd.
Il prof. Kamenov, di padre bulgaro, oltre che insegnante e ricercatore di pedagogia presso l'Università di Novi Sad, ha anche una piccola impresa di famiglia, la Dragon, che pubblica libri e giocattoli didattici per bambini. Egli cura i testi, mentre i disegni sono di un suo collaboratore tetraplegico. La moglie, ungherese, insegnante di scuola materna in pensione, lo aiuta nella gestione dell'impresa. La Dragon serve gli asili di tutta la Serbia, ma anche di varie città della Bosnja.
Nel pomeriggio sono andato alla Biblioteca dove ho trovato il prof. Kamenov, Slavica, Miljana, Vera Janicevic e un'altra anziana signora proveniente da Beograd, Zora. Si è un po' parlato, in una commistione di lingue molto interessante quanto faticosa, dal momento che Vera parla il francese, Kamenov inglese e francese, Slavica e Miljana "samo srbska" (solo serbo), anche della prospettiva di gemellaggi fra biblioteche.
Dopo di che si è tenuto l'incontro. Come già a Beograd, ho citato l'esperienza dei gemellaggi, con particolare riguardo all'esperienza dei bambini di Banja a Guastalla e alla prospettiva di quello Valjevo-Vicomoscano. Nel breve dibattito seguito, una professoressa del pubblico ha chiesto se era possibile tradurre il libro anche in inglese.
L'indomani, con un nipote del prof. Kamenov alla guida, siamo partiti per andare a Valjevo. Lungo la strada ho anche visitato la Tampograf, la tipografia che ha pubblicato il libro.
La presentazione del libro era stata programmata nella Biblioteca Civica per l'infanzia alle ore 16. Dopo un breve incontro svoltosi nella direzione dell'istituto prescolastico che raggruppa tutte le scuole materne della città, con Slavica, Miljana e Vida, che, all'epoca in cui Slavica era direttrice fungeva praticamente da vice, ci siamo trasferiti nella Biblioteca, dove ci aspettavano il pope, un suo giovane assistente, Zrinka e Marko, il fisarmonicista, che ha introdotto l'incontro con un paio di pezzi di un autore russo. In forma privata ha anche partecipato il vice ministro dell'istruzione, il dr. Vigor Majic, al quale sono state date 10 copie del libro.
Il mio intervento tuttavia non ha incontrato le grazie del pope, il quale non ha gradito il passaggio sulla non giustificazione della guerra con la bandiera e i confini e se ne è andato alla fine dell'incontro senza salutarmi.
Dopo siamo passati nella direzione della biblioteca, dove la giovane direttrice, la dott. Zorica, mi ha raccontato dell'istituzione, della dotazione di 43 mila volumi. Infine siamo andati a cena. Dopo di che siamo tornati a Novi Sad.
Con Slavica Nikolic ed Emil Kamenov abbiamo parlato dell'opportunità e della possibilità di fare un film dal libro. Essendo stato il libro abbastanza boicottato, in quanto parla di una situazione - la guerra - che si vuole rimuovere, abbiamo anche ipotizzato la possibilità di un ulteriore giro di presentazioni, quando ci saranno condizioni migliori perché libro incontri il successo che merita.
L'indomani alle 5 il prof. Kamenov mi ha svegliato e, con sua moglie alla guida, mi ha accompagnato all'autostazione. Durante il viaggio, nell'attraversamento delle frontiere, non ho avuto nessun problema con i libri, che hanno interessato soltanto un doganiere croato non molto educato, che ha staccato un pezzo della scatola di cartone già piuttosto compromessa, ed uno sloveno che me l'ha fatta tirare giù, ma visto lo sforzo richiesto ha dato un'occhiata, desistendo dall'iniziale richiesta.
Saluti
Angelo

 

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