Dopo
aver mangiato, ho subito raggiunto la sede dell'incontro di presentazione
del libro, ma la signora che sta all'entrata dell'edificio e il
suo collega non hanno saputo darmi informazioni circa l'incontro.
Nel frattempo ho cercato di mettere in funzione il telefono cellulare,
scoprendo che Omnitel Vodafone non ha probabilmente un corrispondente
partner in Serbia. Niente da fare, nonostante l'interessamento di
una giovane molto disponibile di Mobtel, che parla anche un po'
di italiano, e i suoi generosi sforzi.
Dopo alcune ore di attesa, approssimandosi l'ora prevista (le 19),
ho deciso di tornare alla Dom Omladine, dove ho trovato Slavica
Nikolic (ex-direttrice della cuola materna di Valjevo) e Emil Kamenov
(insegnante e ricercatore di pedagogia presso l'Università
di Novi Sad).
Ho registrato l'incontro, nel corso del quale è stato presentato
il nostro libro "Sotto l'ala della rondine" e una
raccolta di brevi storie di guerra scritte da Vera Janicevic, professoressa
di filosofia, e illustrate da una bimba di 10 anni, Jana, presente
all'incontro. Emil Kamenov mi ha raccontato che Vera è stata
sua insegnante al liceo a Krusevac.
L'incontro è stato introdotto dalla responsabile della sala,
c'è stato poi l'intervento di Vera, seguito da quello di
Emil Kamenov, dal rappresentante di un'associazione ed infine dal
mio. Successivamente, sollecitata dal prof. Kamenov, è intervenuta
Miljana, seguita da un'altra collega, che hanno parlato dell'esperienza
a Valjevo. Infine Slavica Nikolic è intervenuta parlando
del suo rapporto con i Berretti Bianchi, citando tutti i nostri
nomi, da Riccardo e Gabriella a me, passando per Francesca, Maurizio,
te, Pola (che sarebbe Paola) e Rolando. L'incontro
si è chiuso con il dono di un quadro di un bambino di Valjevo
a ciascuno di noi. Slavica mi ha consegnato l'invito per la presentazione
del libro anche a Valjevo, il giorno dopo quella a Novi Sad.
Al termine dell'incontro, insieme a Emil Kamenov, sono andato a
Novi Sad. Sull'autobus abbiamo avuto modo di parlare, confrontarci
e conoscerci. Egli mi ha detto di non esser mai stato iscritto al
partito comunista, ma di esser nostalgico della vecchia Jugoslavia
proprio per il suo carattere multiculturale. Ho scoperto, insomma,
una certa affinità di idee.
Ci siamo accordati per l'indomani, in quanto l'incontro era programmato
per le 18,30 nella Gradska Biblioteka (Biblioteca Civica). E per
andare alla Questura per la registrazione, che non mi era riuscita
a Beograd.
Il prof. Kamenov, di padre bulgaro, oltre che insegnante e ricercatore
di pedagogia presso l'Università di Novi Sad, ha anche una
piccola impresa di famiglia, la Dragon, che pubblica libri e giocattoli
didattici per bambini. Egli cura i testi, mentre i disegni sono
di un suo collaboratore tetraplegico. La moglie, ungherese, insegnante
di scuola materna in pensione, lo aiuta nella gestione dell'impresa.
La Dragon serve gli asili di tutta la Serbia, ma anche di varie
città della Bosnja.
Nel pomeriggio sono andato alla Biblioteca dove ho trovato il prof.
Kamenov, Slavica, Miljana, Vera Janicevic e un'altra anziana signora
proveniente da Beograd, Zora. Si è un po' parlato, in una
commistione di lingue molto interessante quanto faticosa, dal momento
che Vera parla il francese, Kamenov inglese e francese, Slavica
e Miljana "samo srbska" (solo serbo), anche della prospettiva
di gemellaggi fra biblioteche.
Dopo di che si è tenuto l'incontro. Come già a Beograd,
ho citato l'esperienza dei gemellaggi, con particolare riguardo
all'esperienza dei bambini di Banja a Guastalla e alla prospettiva
di quello Valjevo-Vicomoscano. Nel breve dibattito seguito, una
professoressa del pubblico ha chiesto se era possibile tradurre
il libro anche in inglese.
L'indomani, con un nipote del prof. Kamenov alla guida, siamo partiti
per andare a Valjevo. Lungo la strada ho anche visitato la Tampograf,
la tipografia che ha pubblicato il libro.
La presentazione del libro era stata programmata nella Biblioteca
Civica per l'infanzia alle ore 16. Dopo un breve incontro svoltosi
nella direzione dell'istituto prescolastico che raggruppa tutte
le scuole materne della città, con Slavica, Miljana e Vida,
che, all'epoca in cui Slavica era direttrice fungeva praticamente
da vice, ci siamo trasferiti nella Biblioteca, dove ci aspettavano
il pope, un suo giovane assistente, Zrinka e Marko, il fisarmonicista,
che ha introdotto l'incontro con un paio di pezzi di un autore russo.
In forma privata ha anche partecipato il vice ministro dell'istruzione,
il dr. Vigor Majic, al quale sono state date 10 copie del libro.
Il mio intervento tuttavia non ha incontrato le grazie del pope,
il quale non ha gradito il passaggio sulla non giustificazione della
guerra con la bandiera e i confini e se ne è andato alla
fine dell'incontro senza salutarmi.
Dopo siamo passati nella direzione della biblioteca, dove la giovane
direttrice, la dott. Zorica, mi ha raccontato dell'istituzione,
della dotazione di 43 mila volumi. Infine siamo andati a cena. Dopo
di che siamo tornati a Novi Sad.
Con Slavica Nikolic ed Emil Kamenov abbiamo parlato dell'opportunità
e della possibilità di fare un film dal libro. Essendo stato
il libro abbastanza boicottato, in quanto parla di una situazione
- la guerra - che si vuole rimuovere, abbiamo anche ipotizzato la
possibilità di un ulteriore giro di presentazioni, quando
ci saranno condizioni migliori perché libro incontri il successo
che merita.
L'indomani alle 5 il prof. Kamenov mi ha svegliato e, con sua moglie
alla guida, mi ha accompagnato all'autostazione. Durante il viaggio,
nell'attraversamento delle frontiere, non ho avuto nessun problema
con i libri, che hanno interessato soltanto un doganiere croato
non molto educato, che ha staccato un pezzo della scatola di cartone
già piuttosto compromessa, ed uno sloveno che me l'ha fatta
tirare giù, ma visto lo sforzo richiesto ha dato un'occhiata,
desistendo dall'iniziale richiesta.
Saluti
Angelo
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