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MESSAGGIO DEI VESCOVI DEL RUANDA E DEL BURUNDI/PARTE1 (STANDARD,
CHURCH/RELIGIOUS AFFAIRS)
La MISNA pubblica una libera traduzione del messaggio indirizzato dai vescovi
del Burundi e del Rwanda a tutte le comunità cristiane e ai rispettivi popoli,
al termine della riunione che si è svolta dal 24 al 26 novembre a Giheta in
Burundi. "Noi vescovi del Burundi e del Rwanda, membri dell'Associazione delle
Conferenze Episcopali del Rwanda e del Burundi (Acoreb), al termine dei lavori
della nostra riunione ordinaria svoltasi a Giheta, nei pressi di Gitega in
Burundi , dal 24 al 26 novembre 1998, rivolgiamo un messaggio di pace e di
fraternità alle nostre comunità cristiane e ai popoli dei nostri due Paesi. Ci
siamo riuniti per riflettere insieme sul tema della 'Chiesa come famiglia di
Dio'. Abbiamo esaminato le origini e la vocazione della famiglia secondo il
Piano di Dio; la famiglia come riflesso i immagine della Santissima Trinità, la
Chiesa famiglia di Dio nel contesto culturale della famiglia allargata e la
comunità ecclesiale di base come pilastro della Chiesa famiglia di Dio. A questo
riguardo
ci impegniamo a: 1) promuovere una pastorale della famiglia, al fine di
realizzare la Chiesa famiglia di Dio; 2) avviare e consolidare la piccola
comunità ecclesiale di base; 3) garantire nei nostri seminari maggiori una
formazione pastorale incentrata sulla famiglia. Nell'approfondire il tema
'Chiesa famiglia di Dio', abbiamo rivolto lo sguardo alla situazione che regna
nei nostri due Paesi. Abbiamo preso coscienza del fatto che nella nostra regione
le famiglie si stanno disgregando a causa degli atti di violenza e di
ingiustizia e del perenne stato d'incertezza. I nostri popoli vivono
costantemente in un clima di tensione e di instabilità. I lutti, i tormenti, la
paura e l'angoscia aumentano di giorno in giorno. Le famiglie sono obbligate a
lasciare le loro case. Il numero dei rifugiati originari della nostra regione
sta aumentando in modo drammatico e scandaloso. I campi di sfollati e quelli di
raccolta stanno assumendo proporzioni sempre più inquietanti. Le condizioni di
vita di vita delle nostre popolaz
ioni innocenti sono divenute disumane e degradanti.(Continua) (CO)