[8] Dialogo Segreto Tra Libia E Usa

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Dialogo segreto tra Libia e Usa

Sotto la tenda Gheddafi discute con l'ex sottosegretario di Stato Cohen

Tra Libia e Stati Uniti è ripartito in gran segreto il dialogo diplomatico. A due settimane dalla consegna dei due cittadini libici coinvolti nel caso Lockerbie, l'ex ambasciatore ed ex sottosegretario di Stato americano Herman Cohen si è recato nella Jamahiria ed ha avuto un «colloquio privato» con il colonnello Gheddafi. Colloquio che segna una possibile svolta nella storia dei difficili rapporti tra i due Paesi.

Cohen, numero tre della diplomazia americana nell'amministrazione di George Bush, è stato ricevuto dal leader della Jamahiria sotto la tenda di Sirte, la città libica dove il leader libico trascorre la maggior parte del tempo. Herman Cohen è andato in Libia in veste privata. Ma il segnale è chiaro.

«Gheddafi mi ha ripetuto di essere favorevole al ritorno degli investimenti americani in Libia e mi ha espresso l'augurio che nel prossimo futuro anche le sanzioni unilaterali Usa, dopo la sospensione di quelle Onu, siano cancellate - spiega Cohen -. Abbiamo discusso anche quali sono le difficoltà che restano, dal punto di vista americano, per una vera riappacificazione».

Cohen ha avuto dai vertici libici la conferma che il dialogo tra i due Paesi riprenderà in modo ufficiale attraverso i rispettivi ambasciatori presso le Nazioni Unite. «Fino a poco tempo fa Washington si rifiutava di avere un qualsiasi contatto con rappresentanti libici. Il cambiamento di atteggiamento, quindi, è notevole. Resta molto lavoro da fare, ma sono ottimista», dice l'ambasciatore.

La visita di Cohen, rimasta finora riservata, è avvenuta in un momento particolare: nel giro di 24 ore, sotto la tenda di Gheddafi si sono riuniti il leader palestinese Yasser Arafat, il re di Giordania Abdallah, il presidente dell'Uganda Yoweri Museveni, il presidente della Repubblica democratica del Congo, Laurent Kabila, i capi di Stato del Burkina Faso e del Chad, il presidente del Sudan, Omar El Bashir, e quello dell'Eritrea, Isayas Afeworki (Sudan ed Eritrea sono impegnati in due diversi conflitti). All'ultimo momento si è aggiunto il presidente della Liberia, Charles Taylor.

Una sorta di vertice della pace che aveva come obiettivo quello di esplorare la soluzione di alcuni conflitti che colpiscono l'Africa e il Medio Oriente. In mezzo, nel ruolo di peacemaker e di mediatore, il colonnello Gheddafi, che ormai viene considerato un pilastro della stabilità nel Mediterraneo e in Africa.

Il primo risultato è arrivato subito: Kabila e Museveni, ex alleati ora diventati acerrimi nemici nella guerra civile del Congo, hanno firmato davanti a Gheddafi un cessate il fuoco che prevede anche il ritiro di tutte le truppe straniere da diverse regioni del Congo. L'americano Herman Cohen - e forse questa non è una coincidenza - da qualche mese è anche advisor del presidente del Congo, Kabila.

Una verifica della validità dell'accordo sul Congo si avrà presto a Roma, presso la Comunità di Sant'Egidio, dove le parti in causa stanno per ritrovarsi sedute attorno allo stesso tavolo.

Yasser Arafat, invece, si è recato da Gheddafi per consultarlo sull'imminente dichiarazione unilaterale d'indipendenza dello Stato palestinese. «Gheddafi gli ha suggerito di seguire le indicazioni dell'Unione Europea, e cioè di posporre la dichiarazione dal momento che gli è già stato garantito l'appoggio dei Quindici», rivela Kamel Ghribi, l'uomo d'affari tunisino che ha accompagnato l'ambasciatore Cohen in Libia.

Ghribi, tra l'altro, ha molti interessi economici in Italia: è vicepresidente del Cotonificio Olcese, società quotata in Borsa a Milano, ed è cognato di Paolo Mettel, l'imprenditore svizzero che dell'Olcese è principale azionista. Nel consiglio d'amministrazione dell'Olcese siede uno degli uomini più importanti di Tripoli, cioè il capo della finanziaria Lafico, Mohamed El Huwej.

Un anno e mezzo fa Ghribi aveva sponsorizzato il viaggio in Libia di un deputato democratico, Earl Hilliard dell'Alabama. Ora Hilliard potrebbe presto tornare a Tripoli - ancora una volta in veste privata - segnando un altro passo di distensione tra i due Paesi.

Riccardo Orizio,

Mercoledì, 21 Aprile 1999 Esteri



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