Bollettino N. 9 - Febbraio 1999
Caritas, Missioni, Volontariato, il 21 Ottobre 1996, avviano
la campagna Grida Burundi.
II. Obiettivo della campagna
Sostenere e promuovere tutte le
realtà civili ed ecclesiali che in Burundi, in Italia e
nel mondo operano per la giustizia, la riconciliazione e la pace
del paese africano mediante l'informazione, la pressione civile,
il coinvolgimento ecclesiale.
III. Azioni
1. Informazione
Informare e sensibilizzare l'opinione pubblica:
- che in Burundi la crisi politica è degenerata in guerra
civile e nel genocidio reciproco delle due maggiori etnie
- che la situazione del paese coinvolge e destabilizza tutta
la regione dei Grandi Laghi
- che il numero dei cittadini burundesi sfollati e rifugiati,
soprattutto nei paesi africani, cresce a dismisura
- che dietro il paravento del conflitto etnico giocano interessi
economico-strategici di potenze straniere dell'area e del mondo
- che politici e uomini d'affari sfruttano il conflitto etnico
per i loro interessi di potere (cfr. Lettera della Conferenza
Episcopale del Burundi - Bujumbura, 12 Giugno 1996)
- che la popolazione vuole ritornare alle proprie colline, alle
proprie attività e ritrovare la pace
- che la gente in alcune province continua a incontrarsi, ad
aiutarsi, a collaborare senza badare a distinzioni etniche e che
per questo subisce le violenze degli estremisti
- che nel paese esistono componenti politiche moderate, bisognose
di riconoscimento e sostegno
- che è ancora possibile fermare il genocidio e la guerra
civile in corso
2. Pressione civile
I firmatari della campagna Grida
Burundi, unitamente a quanti vi aderiranno, chiedono:
all'Italia:
- che tramite i suoi rappresentanti all'UE, all'ONU, all'OUA,
sostenga e promuova tutte le iniziative che operano per il dialogo
e la mediazione in Burundi proponendo e appoggiando conferenze
dei responsabili politici della regione e incoraggiando l'azione
dei mediatori internazionali (cfr. Risoluzione del Parlamento
Europeo, 19/9/96 n.2)
- che impedisca l'arrivo di armi italiane nella regione
- che disponga l'invio di aiuti umanitari e garantisca, mediante
il corridoio umanitario, il loro arrivo e l'equa distribuzione
- che tramite il ministero degli Affari Esteri appoggi le iniziativi
di cittadini italiani che operano per la promozione e lo sviluppo
del paese (missionari, volontari, ...)
- che invii nel minor tempo possibile una missione ufficiale
per informarsi direttamente sulla situazione e per favorire il
negoziato
all'Unione Europea:
- un'azione diplomatica coniugata di tutti gli stati membri
per la composizione del conflitto in Burundi
- di appoggiare gli sforzi di pace compiuti dagli stati della
regione, dall'OUA e da Julius Nyerere (cfr. Risoluzione del Parlamento
Europeo, 19/9/94 n.4)
all'ONU:
- l'invio di almeno 200 osservatori-mediatori civili. A tal
proposito la campagna fa presente la disponibilità del
volontariato internazionale, che ha operato nel paese, a partecipare
alla missione
- l'ìstituzione di una sessione del Tribunale penale
Internazionale che giudichi, in tempi brevi coloro che sono accusati
di delitti, ponendo in questo modo fine al sentimento diffuso
di impunità (cfr. Risoluzione cit. n. 7)
- che riconosca come interlocutori quei soggetti politici che
offrono segni concreti nella ricerca della giustizia e della riconciliazione
nazionale mediante il negoziato
3. Coinvolgimento ecclesiale
Gli organismi promotori della campagna
per la pace in Burundi domandano:
alla Santa Sede:
- che incoraggi gli episcopati della regione a incontrarsi affinché
cerchino insieme proposte di soluzione ai conflitti dell'area
impegnando la loro autorevole influenza
- che inviti gli episcopati degli stati, in qualche modo implicati
nel conflitto burundese, a condannare quei governanti che, per
interessi economico-politici, distruggono la convivenza civile
in Burundi
alle chiese del Burundi e dell'Italia:
- che promuovano preghiere, celebrazioni, digiuni e manifestazioni
di solidarietà e riconciliazione
- che denuncino l'indifferenza, l'indecisione, il silenzio
- che sempre più diventino esse stesse esempio di riconciliazione
- che favoriscano la conoscenza e la solidarietà tra
i popoli del Burundi e dell'Italia
4. Appello
I firmatari della campagna scongiurano
le parti in conflitto a:
- cessare il fuoco
- a intraprendere il negoziato per avviare la riforma dell'esercito
e del sistema giudiziario
- a istituire la gendarmeria nazionale
IV. Tempi e modi
I firmatari della campagna decidono di:
- mantenere la data del 21 Ottobre 1996 come giorno d'inizio
della campagna
- fare del 28 dicembre una giornata di preghiera per la giustizia
e la pace (con le parole del salmo "Giustizia e pace si baceranno")
- chiedere al Papa di inserire nel messaggio del 1 Gennaio 1997
un ricordo e un invito per la riconciliazione in Burundi
- organizzare in primavera due seminari di studio, l'uno per
la società civile, l'altro all'indirizzo dei politici italiani
- organizzare un incontro di giovani burundesi cristiani che
studiano in Europa
V. Strumenti
- promozione tramite poster, vademecum, spot televisivi
- la costituzione di un gruppo di lavoro che segua lo svolgimento
della campagna, provveda alla realizzazione degli obiettivi espressi
e collaterali, promuova l'informazione continua tra gli aderenti
Realizzazione a cura di Giacomo Matti e Carlo Pentimalli .
Campagna di Informazione Grida Burundi (ref.: Giacomo Matti)
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