1) OBIEZIONE DI COSCIENZA E SERVIZIO ALL'UOMO.
a) La nostra scelta di obiezione di coscienza e di servizio alla
persona umana nasce da una lettura della storia che individua nelle guerre e nella loro
preparazione, negli eserciti e nelle loro funzioni, i segni più chiari della violenza e
dello sfruttamento, che sono in certo modo connaturali alla nostra società. Essa è
infatti violenta proprio in quanto violenti sono i rapporti economici: la logica che li
sorregge è quella del profitto e dell'accumulazione, che prescinde da qualsiasi altro
scrupolo morale. Non c'è limite quindi allo sfruttamento della persona e dell'ambiente.
Le guerre non sono che l'ultimo atto di questa presentazione. L'esistenza di molti
conflitti ci interroga giornalmente e ci chiede di prendere posizione a fianco degli
ultimi in una lotta contro i potenti e le ingiustizie; questo cammino di liberazione
dovrà cercare le strade della nonviolenza intesa prima di tutto come rifiuto dei mezzi e
dei fini che stanno alla base di ogni oppressione.
Ma la nonviolenza non si esaurisce nella considerazione razionale dei fini e dei mezzi.
Essa fa appello anche al mondo dei sentimenti e, per i cristiani, alla vita della croce,
che oltrepassa nel mistero luminoso della fede, il campo della semplicità razionalità.
Proprio per questo ribadiamo il nostro rifiuto all'esercito, in quanto mezzo che sta alla
base dell'oppressione. Esso è:
- un enorme dispendio di energie economiche; le spese militari sono pagate da tutti i
contribuenti con il risultato di vedere sempre più militarizzato il nostro territorio e
vedere l'Italia implicata ai primi posti del commercio internazionale delle armi;
- una realtà violenta che comincia con lo sradicamento dei giovani dal loro ambiente di
vita e continua con la vita di caserma, che toglie ogni diritto costituzionale di
dibattito, discussione e attività politica ed abitua al qualunquismo ed
all'individualismo;
- una scuola di obbedienza da un lato e di violenza dell'altro: abitua a scaricare sul
più debole e sui "diversi" l'aggressività accumulata nello stare sottomessi ai
superiori; convince i giovani che la logica della vita è quella del più forte.
Siamo convinti che la violenza dell'esercito sia legata alla violenza sociale, che si
esprime innanzitutto attraverso lo sfruttamento della persona e dell'ambiente.
b) STRUTTURA MILITARE E STRUTTURA ECONOMICA. Violenza sulla persona è
anche renderla insoddisfatta, provocando in lei bisogni che non sono reali, coinvolgendola
in uno sfrenato consumismo: questo ci fa capire quale sia l'uso delle risorse ambientali
che viene fatto nella nostra società. Manca qualsiasi rispetto per gli equilibri
ambientali; ci porterà alla distruzione se non ci sarà una radicale inversione di
tendenza. La scelta nucleare, come soluzione energetica, fa problema per il suo legame con
il nucleare militare.
La creazione di centrali nucleari non risolve certamente i problemi dell'autonomia
energetica di un paese, perché solo pochi paesi al mondo possiedono uranio arricchito.
Questa scelta pone seri problemi per la sicurezza della popolazione, in quanto è noto che
gli impianti nucleari sono altamente pericolosi. L'estrema pericolosità di questa scelta
richiede quindi un maggiore sviluppo della sorveglianza e della difesa contro eventuali
attentati di malavita e del terrorismo. Perciò è inevitabile che in un paese dove
esistono queste centrali vi sia poi un enorme sviluppo della militarizzazione del
territorio e dei controlli capillari sui cittadini.
Il futuro dello sviluppo sociale ed economico impone perciò scelte energetiche che siano
il più possibile decentrate e rispettose degli equilibri ambientali. Il modello di
sviluppo legato all'impiego di energie nucleari trova quindi il G.A.V.C.I. in completo
disaccordo; d'altra parte ci troviamo in difficoltà nel proporre alternative energetiche
all'interno di un sistema in gran parte violento: energia e modello di sviluppo sono
strettamente legati, poiché le energie dolci comportano un modello di sviluppo diverso
dal nostro.
In questo contesto si inseriscono anche la solidarietà e la partecipazione ad iniziative
che assicurino a ciascuno la libertà di aderire o meno alle azioni rivolte a finanziare o
sostenere la logica della violenza. In particolare occorre operare affinché si affermino
tutte le forme di obiezione di coscienza che, per definizione, devono poter essere vissute
senza ricatti o compromessi. Così l'obiezione di coscienza alle spese militari, quella
dei lavoratori nell'industria bellica, nella ricerca scientifica, rappresentano esempi di
espressione di lotta da difendere e sostenere.
c) LA DIFESA POPOLARE NON VIOLENTA. Oltre alla connessione fra
struttura militare e struttura economica di sfruttamento, l'esercito contraddice
radicalmente l'umanità dei rapporti tra i popoli, in quanto sostituisce i rapporti di
forza al dialogo ed agli strumenti razionali (leggi e patti), lo scontro materiale
all'incontro spirituale.
La Costituzione italiana è per se fondata sullo spirito della non violenza (art. 11
"L'Italia ripudia la guerra...").
Il G.A.V.C.I. ritiene che l'alternativa doverosa e valida alla difesa militare sia la
difesa popolare non violenta organizzata. Lo studio delle tecniche non violente fa perciò
parte dei corsi di formazione e dell'attività complessiva del G.A.V.C.I.. Di fronte a
queste situazioni ribadiamo che la pace e la giustizia sono valori da costruire, essendo
legati indissolubilmente al senso di responsabilità della persona umana. Infatti come
ogni tipo di violenza ha la dignità della donna e dell'uomo è motivo di dolore per
l'intera umanità, così ogni contributo alla giustizia è reale e consistente ipoteca per
la pace. La pace non è assenza di guerra, ma costruzione di rapporti interpersonali e di
strutture civili improntate ad eguaglianza, giustizia e fraternità. In questo senso il
servizio civile è segno di questa realtà nuova che si vuole costruire ed è una via
attraverso la quale passa anche l'antimilitarismo.
Il nostro fine è dunque rifiutare la mentalità utilitaristica e accogliere gli esclusi;
in questo cammino di liberazione e riconciliazione, in questa ricerca della pace e della
fraternità, scopriamo la presenza del Signore in mezzo a noi e del Suo regno che, in modo
umile e nascosto, continua a crescere tra gli uomini.
"...Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei
cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno
al terra. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio..."
Mt. 5,3-9
d) AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE. Anche ad un altro livello va posto il
nostro essere persone di pace: a livello della natura. L'ambiente è un dono di Dio; la
persona umana deve esserne il custode e non il despota.
Il nostro sistema economico, attraverso l'ideologia del consumo, da un lato è alla
ricerca esasperata del conflitto, dall'altro sta deturpando in maniera più che
preoccupante l'ambiente. I gesti violenti, il linguaggio di "guerra" sono
presenti anche in questo rapporto persona-natura. L'impegno ecologico, personale e
politico, deve tendere a ristabilire pace e armonia fra queste due entità.
Ripristina l'equilibrio fra la persona umana ed il luogo in cui è stata posta a vivere
vuol dire recuperare un nuovo rapporto con la sua casa-ambiente; in definitiva questo
significa esprimere il nostro amore per la vita ed il nostro impegno d'amore perché ogni
forma di vita continui a crescere ed a manifestarsi.
Come G.A.V.C.I. intendiamo, quindi, sostenere, favorire lo sviluppo dei progetti che
operino in questo senso ed incoraggiare iniziative che portino ad una crescita della
coscienza su questi temi. Vorremmo, infine, promuovere anche una "obiezione di
coscienza" verso i molti prodotti che normalmente acquistiamo perché comperando un
prodotto invece di un altro possiamo favorire un sistema violento ed oppressivo, non
rispettoso dell'ambiente. Acquistando altri, invece, si può trasformare l'acquisto da una
banale gesto quotidiano ad un momento dinfluenza politica, sociale ed economica:
questo perché sono beni prodotti con metodi che rispettano l'uomo e la natura.
e) Le dinamiche dell'oppressione e dello sfruttamento hanno oggi le
dimensioni del mondo, come gli egoismi e le violenze hanno il volto di popoli interi,
carnefici daltri popoli. Accorgersi di questo orizzonte planetario di problemi
significa prendere coscienza delle connessioni e delle conseguenze del nostro modello di
sviluppo "liberal-capitalistico" e del nostro stile di vita consumistico ed
edonista, ed assumersi con più sollecitudine il problema di una conversione nostra che
diventi salvezza per tutti. Significa anche non ignorare le vaste mete della solidarietà
e dell'impegno per la pace; significa pure riconoscere l'interdipendenza dei fattori più
diversi: benessere e fame, sviluppo e sottosviluppo, tecnologia e depauperamento,
industria ed inquinamento, sovrapproduzione ed eliminazione dei rifiuti.
Il G.A.V.C.I. avrà, un'attenzione particolare per tutte le iniziative di solidarietà
Nord-Sud nel campo culturale, finanziario, commerciale e di volontariato.
Il G.A.V.C.I., insieme alle forze sociali e politiche, si fa promotore di un "nuovo
internazionalismo". Occorre infatti che ad i problemi mondiali corrispondano
strutture politiche e soluzioni economico-giuridiche mondiali, a garanzia del bene comune
di tutta l'umanità.
2) IDENTITA E IMPEGNO DEL G.A.V.C.I.
a) E' fondamentale che alla violenza venga opposto l'amore. Il
G.A.V.C.I. ha il suo riferimento principale nel messaggio cristiano. Il cuore di Cristo
crocifisso e risorto é per noi l'espressione più viva del vero amore: dare la vita per
gli altri; amare anche i nemici; vincere il male con il bene.
La violenza, quando è personale, si manifesta anche nel non ascolto, nel disinteresse,
nella non accoglienza, nel rifiuto; quando la violenza è istituzionalizzata, oltre che
nella scelta bellica si manifesta in strutture quali la burocrazia, i manicomi, le
carceri: esclusivamente emarginanti e punitive, invece che promozionali e redentive.
Il G.A.V.C.I. è un gruppo composto in prevalenza da cristiani, uomini e donne, che nella
continua esperienza di comunione con gli altri trova il profondo senso dei valori di
solidarietà. Esso è formato da volontari e volontarie, nell'anno di volontariato o in
altre forme, e da obiettori di coscienza che si impegnino per la pace, per la nonviolenza,
per il rispetto di ogni forma di vita e per l'antimilitarismo.
Quanti riconoscono di non potersi definire cristiani possono tuttavia farne parte a pieno
titolo se sono aperti sinceramente a una ricerca religiosa personale e comunitaria insieme
con gli altri membri del gruppo. Occorre ricordare l'importanza che il G.A.V.C.I.
attribuisce all'impegno spirituale, decisivo per le basi motivazionali e per le risorse
morali dei singoli e soprattutto del gruppo, che nacque e continua sostanziarsi proprio
dalla esigenza di confrontare il Vangelo con le proposizioni sociali e le istanze
antimilitariste nonviolente.
Ogni persona che condivide questo impegno può farne parte, cosciente che i valori di fede
non si vivono da soli ma in condivisione con tutte le persone che nella Chiesa e nella
società operano per la riconciliazione e la promozione umana.
In quattro parole precisiamo i tratti della nostra spiritualità:
- la preghiera: vissuta personalmente e comunitariamente, essa mette a
disposizione la forza divina dello Spirito Santo, che sola può sconfiggere il demone
della guerra e di ogni violenza, e portare al trionfo definitivo il Regno della giustizia,
dell'amore e della pace;
- la pace: festa della solidarietà e dell'amicizia fra diversi, essa è speranza portata
soprattutto da coloro che hanno un fede forte e militante nel Dio dell'amore;
- la povertà: occorre essere vicini agli ultimi, agli esclusi, ai diversi scoprendo il
senso della accoglienza e della partecipazione;
- la fede: essa è certezza che l'ampia diversità dei destini che si possono dare a una
persona umana è sempre illuminata da un significato profondo. Alla luce della fede, il
mistero dell'esistenza, con le sue sofferenze e i suoi enigmi, può essere pienamente
accettato e condiviso, trovando, in questo, libertà per sé e liberazione per gli altri.
La presenza femminile nel G.A.V.C.I., a tutti i livelli, è essenziale
per la qualità umana della sua vita interna e del servizio nei vari progetti. Inoltre
testimonia che la pace non è maschilista, bensì dono e impegno di tutti.
Membro del G.A.V.C.I. è chiunque, di fatto, partecipa alla vita del gruppo, frequenta
attivamente gli incontri, condivide gli oneri finanziari, porta avanti scelte di tipo
operativo e si assume anche qualche impegno preciso. E' solo su questa base che ogni
sezione prenderà in considerazione le domande di ammissione a socio.
Il G.A.V.C.I. nella lotta alle cause dell'emarginazione e per l'accoglienza agli
emarginati, collabora con la L.O.C. (Lega Obiettori di Coscienza), con la Caritas, con
l'Ente Pubblico, con il Sindacato, con i gruppi di volontariato e con tutte le forze
sociali politiche e culturali: in particolare aderisce al C.E.S.C. e attraverso
quest'ultimo alla Consulta Nazionale degli Enti di Servizio Civile.
Come ente convenzionato con il Ministero della Difesa, il G.A.V.C.I. riconosce e valorizza
come tempo di effettivo servizio civile il lavoro relativo all'antimilitarismo e alla
partecipazione agli impegni ed attività della L.O.C. e chiede a tutti gli obiettori di
sostenere questo movimento.
b) VITA COMUNITARIA E ASSOCIATIVA - Il G.A.V.C.I. vuole essere
esperienza di vita comunitaria e si ispira alle prime comunità cristiane (atti 2,42-48;
4,32-35) nella sua vita interna e nello stile di servizio nei progetti.
Il G.A.V.C.I. non vuole essere un ufficio di collocamento per obiettori di coscienza, per
cui è indispensabile che ogni persona partecipi responsabilmente a tutti i momenti
caratterizzanti per la vita del gruppo. In particolare gli obiettori in servizio civile
devono considerare gli impegni richiesti nella vita comunitaria come facenti parte del
servizio stesso, e quindi prioritari rispetto ad altre attività o interessi.
I momenti fondamentali comunitari sono:
- l'assemblea annuale, che si svolge nel mese di Aprile;
- l'incontro settimanale, che si svolge presso la sede di ogni sezione, per la discussione dei vari problemi relativi al gruppo e alle sue attività.
I soci con il loro contributo devono garantire l'indipendenza economica del gruppo attuando quelle forme di autofinanziamento che ogni sezione ritiene opportune.
Il G.A.V.C.I. propone inoltre un momento settimanale di preghiera, nel quale ciascun o ha la possibilità di alimentare la ricerca di fede personale in un contesto comunitario. Così pure si offrirà l'opportunità di alcuni momenti o giornate di riflessione religiosa nel corso dell'anno (ritiri spirituali di Avvento, di Quaresima, ecc.).
c) IL SERVIZIO CIVILE - Per quanto riguarda la gestione nei vari progetti di servizio civile, il G.A.V.C.I. precisa questi orientamenti:
- è necessario, prima di aprire nuovi progetti, assicurare il ricambio degli obiettori nei progetti già esistenti; per questo ogni sezione deve cercare di assicurare il ricambio nei progetti collaborando con le altre sezioni;
- ogni mese gli obiettori di ogni progetto devono presentare alla propria sezione e al consiglio direttivo una relazione che precisi le finalità del progetto, come il lavoro viene effettivamente svolto e la necessità di persone che sostituiscano chi termina il servizio civile;
- è necessario soprattutto che ciascun aderente al G.A.V.C.I. si adoperi con impegno nell'informazione, nella formazione e nella sensibilizzazione sull'obiezione di coscienza e sul servizio civile. A quest'ultimo riguardo l'obiettore deve promuovere, insieme a tutto il gruppo, la qualificazione del servizio in cui lavora o ha lavorato. Si è prodotto un documento dove sono esposte le caratteristiche essenziali per la formazione di progetti G.A.V.C.I..
Il G.A.V.C.I. tende a costituire, dove sia utile e possibile, delle
nuove sezioni staccate. A queste sezioni garantisce la massima autonomia nell'ambito delle
linee essenziali del manifesto, cercando però di mantenere un effettivo collegamento,
soprattutto attraverso regolari incontri del consiglio direttivo, giornate di riflessione
e di studio su argomenti importanti ed eventuali assemblee straordinarie per determinare
scelte ed interessi generali.
Le assemblee di sezione possono chiedere la convocazione di assemblee straordinarie.
L'accettazione dei nuovi aderenti avviene attraverso un processo progressivo di
partecipazione ai momenti significativi del gruppo.
d) LA FORMAZIONE - Il G.A.V.C.I. fa della formazione il punto centrale
della sua vita. L'identità esige approfondimento adeguato, personale e comunitario degli
ideali indicati nel manifesto programmatico.
Forme principali sono:
- il corso mensile residenziale per obiettori e per ragazze o ragazzi
dell'anno di volontariato;
- incontri settimanali;
- incontri di formazione specifica ai diversi servizi civili;
- ritiri spirituali, partecipazione a convegni e iniziative varie.
Ogni sezione G.A.V.C.I. deve precisare con chiarezza tali momenti.
Questa nuova elaborazione del manifesto programmatico è il frutto di emendamenti e proposte discussi dal consiglio direttivo nel corso del 1991 ed approvati nell'assemblea annuale del 26 aprile 1992.
Il presidente del G.A.V.C.I.
Bologna, li 26 aprile 1992