CARTA DEI PRINCIPI

 

L'Associazione SignorNò! / Lega Obiettori di Coscienza Roma è l'associazione degli obiettori di coscienza e dei cittadini che si riconoscono nei principi enunciati nella presente carta.

L'Associazione SignorNò! / LOC Roma è contraria a tutti gli eserciti e si batte per il superamento del modello militare promuovendo, diffondendo e difendendo ogni forma di rifiuto al servizio militare.

L'Associazione SignorNò! / LOC Roma promuove l'obiezione di coscienza al servizio militare chiedendone il riconoscimento del diritto soggettivo sia in ambito nazionale che internazionale. Ribadisce la necessità di riconoscere il diritto all'obiezione di coscienza nella Carta Costituzionale.

L'Associazione SignorNò! / LOC Roma propone il riconoscimento del diritto di obiezione di coscienza alle spese militari . A tal fine è co-promotrice della Campagna Nazionale di Obiezione di Coscienza alle spese militari Parimenti appoggia tutte le proposte di riconversione dell'industria bellica ad usi civili.

L'Associazione SignorNò! / LOC Roma è contraria a qualsiasi discriminazione razziale, religiosa, di sesso o di qualsiasi altra natura, condanna qualsiasi violazione dei diritti umani e si batte per la eliminazione della pena di morte e dell'ergastolo dai codici penali.

L'Associazione SignorNò! / LOC Roma ritiene che il servizio civile debba essere valorizzato in una formazione seria dell'obiettore di coscienza che va dall'educazione civica, al rispetto e alla salvaguardia del territorio. progetti di studio e sperimentazione di . Il progetto d'impiego non può prescindere dallo studio e sperimentazione di difesa civile non armata e non violenta. Il servizio civile non può diventare un mercato dove gli Enti e/o Amministrazioni convenzionati impiegano obiettori per risparmiare sul personale dipendente.

 

PROGRAMMA DI ATTIVITA

 

L'Associazione si inserisce nel settore di lavoro nonviolento e antimilitarista. Il programma di sviluppo prevede tappe successive di interventi specifici seguendo la logica dell'apertura di nuovi terreni solo dopo aver consolidato gli interventi precedenti. Poiché la spinta iniziale alla costituzione dell'associazione è venuta da un gruppo orientato a lavorare sull'obiezione di coscienza al servizio militare, quest'ultima rappresenta il primo settore sul quale l'Associazione lavorerà.

 

STRUTTURA PREVISTA SULL'OBIEZIONE DI COSCIENZA

 

  1. Centro di consulenza e informazione.
    Sede attuale: Via della Guglia 69/a - 00185 Roma c/o Un ponte Per...
    Orario di apertura martedì e giovadì dalle 16.00 alle 19.00
  1. Centro di documentazione.
    Raccolta di ogni tipo di pubblicazione inerente la materia a disposizione per la consultazione
  1. Censimento.
    Aggiornamento degli Enti che a Roma e Provincia sono convenzionati con l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile
  1. Servizio legale.
    Costituzione di una rete di avvocati disposti a seguire le cause o i ricorsi particolarmente significativi dal punto di vista politico
  1. Promozione.
    Iniziative di promozione e di diffusione nelle scuole e nelle università della cultura dell'obiezione di coscienza
  1. Sviluppo.
    Rapporti con altri gruppi che operano nello stesso ambito. Assente qualunque forma di concorrenzialità, piena disponibilità al contrario a forme di collaborazione costruttive.

 

FUTURI TERRENI DI INTERVENTO

 

  1. Altre obiezioni:
    Sviluppo altre forme di obiezione di coscienza: alle spese militari; sul posto di lavoro relativamente alla produzione, commercio e trasporto di armi e armamenti
  1. Servizio militare:
    Intervento a difesa e promozione dei diritti di obiezione di coscienza durante e dopo il servizio militare, per l'abolizione della leva obbligatoria

 

... CONCLUDENDO

 

La nostra associazione non intende limitarsi a svolgere il ruolo di sindacatino degli obiettori, ma si propone di arrivare ad una trasformazione generale della società, partendo dalla, promozione, difesa e diffusione dell'obiezione di coscienza al militare in tutte le sue forme, per arrivare all'abolizione dell'esercito ed alla eliminazione della violenza dal territorio.

In questo lungo percorso, abbiamo la consapevolezza di promuovere posizioni politiche e culturali che raramente, anche tra gli obiettori, sono conosciute a fondo e condivise.

Abbiamo pertanto deciso di pubblicare la Guida all'obiezione di coscienza, oltre che per darvi le necessarie informazioni tecniche, anche per veicolare il nostro messaggio culturale e politico che altrimenti non disporrebbe di canali di diffusione altrettanto validi. Siamo infatti convinti che l'obiezione di coscienza viene troppo spesso ridotta ad un fattore puramente tecnico (quando e come presentare la domanda, come contattare l'ente, etc.), dimenticando che l'obiezione e innanzitutto una presa di posizione individuale, nella quale il giovane si fa promotore di valori alternativi a quelli dominanti e che, nel momento in cui questa scelta diventa di massa, esce dalla pura testimonianza individuale, per assumere una valenza politica di cui il potere costituito deve tenere conto:

a) Perché gli eserciti non difendono la popolazione civile ?

Nel senso comune é diffusa la convinzione che l'esistenza di un apparato militare sia garanzia di una difesa per la collettività. Dalle statistiche relative alle ultime guerre (dalla II° Guerra mondiale in poi), si deduce però che sono le popolazioni civili a pagare il prezzo più alto della guerra, non solo in termini di sacrifici economici, ma anche in termini di vite umane.

Nel corso delle guerre moderne, non più di trincea, l'attacco agli obiettivi civili diventa prioritario. I profughi vengono utilizzati come arma per mandare nel caos le città o i territori da conquistare. Per fiaccare la resistenza dell'avversario; per vincere e necessario distruggere la capacita produttiva (bombardamenti su fabbriche, magazzini, uffici) ed il morale della popolazione (bombardamenti su case, mercati, bambini, violenze etniche, etc.); si veda la guerra della ex-Jugoslavia.

La guerra "intelligente" è una falsità ideologica, finalizzata a ridurre, agli occhi dell'opinione pubblica, la brutalità della guerra. Se queste considerazioni sono valide per l'ipotesi di una guerra convenzionale, lo sono ancora di più per gli scenari di guerre chimiche o nucleari, le quali, anche se oggi appaiono eventualità irrealistiche, in realtà sono sempre possibili in quanto, negli arsenali militari (anche in quelli presenti sul nostro territorio), e contenuto un numero di testate atomiche sufficiente a distruggere il pianeta per ben 50 volte.

Tutto questo e moralmente inaccettabile ed occorre rivedere il concetto di difesa di uno stato moderno non più basato sulla difesa dello stato, ma sulla difesa dalla violenza che e presente nel territorio (Difesa dell'ambiente, del sistema democratico ecc..).

b) I veri interessi che portano alla guerra

E' storicamente dimostrato che nessuna guerra sia mai stata fatta per difendere gli interessi della popolazione civile. Dietro ad ogni guerra, in realtà, si muovono interessi di ben altro tipo; sono quelli dei grandi gruppi finanziari e industriali e dei produttori di armi, i quali, grazie alla guerra, possono controllare mercati e materie prime, avere nuove commesse belliche o vedersi ridurre i debiti grazie alla svalutazione della moneta.

Per meglio comprendere, facciamo un esempio concreto: durante la guerra tra Iran ed Iraq, costata ai contendenti quasi 2 milioni di morti, i paesi occidentali, a parole, si dicevano indignati dell'immoralità del conflitto, ma in realtà vendevano clandestinamente armi a tutti e due i belligeranti, violando l'embargo da loro stessi dichiarato; in realtà il principale interesse dell'occidente non risiedeva nella vendita d'armi, ma nel fatto che i due paesi, per poter acquistare le armi, vendevano grandi quantità di petrolio (oltre alle quote fissate dall'OPEC) determinando così un calo significativo del prezzo del greggio che favori lo sviluppo dell'economia italiana e di tutti paesi occidentali.

Più durava la guerra, più durava il boom economico occidentale, che poi veniva sfruttato politicamente dai nostri leaders, i quali si attribuivano il merito del rilancio economico.

Abbiamo visto che la guerra non e mai fatta nell'interesse della gente comune, ma i fautori della guerra abbisognano del consenso di massa; e la gente comune che finanzia con le tasse le spese militari e poi manda i propri figli a combattere, convinta di difendere la patria.

Cosi questi gruppi, finanziari-economici sfruttano al massimo i mezzi di persuasione di massa a loro disposizione (giornali, TV, radio, chiesa, partiti, scuola), per convincere le persone semplici che questa volta la guerra e una "guerra giusta". Sul terreno dell'informazione gli stessi apparati hanno buon gioco nel carpire un consenso di massa verso la guerra.

c) L'apparato militare è funzionale alla politica di sfruttamento internazionale

La società umana e piena di contraddizioni stridenti, ma quelle più scioccanti sono quelle relative alla distribuzione delle ricchezze e delle risorse a livello planetario: gli abitanti del Nord del Mondo sono solo il 20% della popolazione mondiale, ma consumano 1'80% delle risorse - economiche disponibili; gli abitanti del Sud del Mondo sono 1'80% della popolazione mondiale ma dispongono solo del 20% delle risorse economiche mondiali.

Ovviamente la divisione non e così netta; c'è un po' di Sud anche al " Nord e viceversa, ma i più ricchi, siano essi al Nord o al Sud, sono solitamente alleati in politiche di sfruttamento a danno dei più poveri, che finiscono per essere sempre più poveri.

Malgrado 30 milioni di persone, di cui almeno 8 milioni, sono bambini, muoiono per fame, malattie facilmente curabili o sottosviluppo, ogni anno, nello stesso periodo, vengono spesi ben più di 1,000 miliardi di dollari in armamenti, una cifra equivalente al debito estero complessivo dei paesi poveri.

Queste contraddizioni intollerabili, sono frutto della politica di sfruttamento approvata e promossa dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale (strutture finanziarie controllate dai paesi più ricchi), che impongono a tutti gli stati deboli le regole del libero mercato, finendo inevitabilmente per incrementare la spirale del debito.

Rappresentando gli interessi di una esigua minoranza della popolazione mondiale, i grandi gruppi economico-finanziari internazionali sono in qualche modo costretti ad utilizzare la forza per imporre a tutto il mondo il loro modello di sviluppo economico.

E lo fanno "intelligentemente"; raramente ricorrono all'intervento diretto, ed in questi casi cercano la legittimazione dell'ONU; ma nella maggioranza dei casi riescono a raggiungere i loro obiettivi grazie al sostegno economico e militare fornito ad un tiranno o gruppi locali compiacenti, mentre altre volte sfruttano vecchie rivalità tra etnie.

In ogni caso il supporto della struttura militare, è indispensabile per mantenere la politica di sfruttamento delle aree povere del pianeta che, altrimenti, non potrebbe protrarsi così a lungo. In poche parole i circa 50 conflitti attualmente in corso nel pianeta non sono scoppiati per caso, ma sono stati accuratamente preparati e alimentati.

 

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