Doppio zaino mortale

La trovo appoggiata alle transenne che ammira fontana di Trevi.
Arriviamo al punto di appoggio dove teniamo il materiale che siamo già carichi: lei con il suo casco e lo zainetto, io con il mio purtroppo inseparabile fardello informatico.
La porta è chiusa, la luce è accesa. Saluto, ma dietro agli armadi non c'è nessuno. La sala riunioni invece è affollata di "compagni e compagne" che parlano di una qualche radio. La sensazione è che nessuno si accorga della nostra presenza, noi da parte nostra cerchiamo di non disturbare.
Il presidio inizia un'ora più tardi del solito causa un'altra iniziativa di cui ignoriamo la natura e della quale non c'è più traccia. Cominciamo ad animare il luogo e si avvicina un uomo blu evidentemente poco informato. Chiede cosa facciamo e quando gli diciamo che stiamo lì tutte le sere conclude: "ah beh, se state qui tutte le sere fate pure!".
Il presidio si trasforma presto in un'unica massa pensante: uno si mette al lavoro sull'intervento da leggere al grande concentramento di sabato, gli altri vengono coinvolti da una semi-dissenziente nelle modifiche allo scritto che stiamo per proporre alla pubblica opinione.
Il tempo vola, sembra quasi che da un po' di tempo a questa parte il limite che ci siamo imposti ci stia stretto. Anche gli uomini blu sembrano essersi abituati e prima che sia passata mezz'ora dal tempo limite non lanciano neppure i primi segnali non verbali per invitarci a sbaraccare.
Per quello che mi riguarda mi sono portato un po' di "lavoro" a casa e i miei neuroni assonnati hanno dovuto fare gli straordinari. Stamattina hanno dato luogo ad un'agitazione sindacale dalla quale è scaturita una piattaforma di rivendicazioni che hanno come punto principale e irrinunciabile la richiesta di una maggiore regolamentazione dell'orario di lavoro. E' stato difficilissimo alzarsi.

Contraddizioni. Sì, sì.. anche del mondo!