ostiNATI per la PACE

Uno strano tizio in Vespa

Uno strano tizio si avvicina in vespa a piazza Colonna. E’ stracarico: zainone da globetrotter sulle spalle (metafora del suo lavoro di consulente viaggiatore) con tanto di cavalletto da pittore ancorato di lato, zainetto fra le gambe (dove cela un portatile di ultima generazione), cartelloni con scritte varie ed una mezza dozzina di bandiere della pace con tanto di aste.
22 ottobre 2004 - Manuele - ART11 Sana e robusta costituzione

Uno strano tizio si avvicina in vespa a piazza Colonna. E’ stracarico: zainone da globetrotter sulle spalle (metafora del suo lavoro di consulente viaggiatore) con tanto di cavalletto da pittore ancorato di lato, zainetto fra le gambe (dove cela un portatile di ultima generazione), cartelloni con scritte varie ed una mezza dozzina di bandiere della pace con tanto di aste.
Lo strano tizio, arriva a piazza Colonna e si ferma ad una decina di metri da 5 camionette della polizzia, stracariche anche loro (di polizziotti in tenuta antisommossa). Smonta, posa il fardello che si porta appresso, si toglie il casco ed il giubbotto…..e lì inizia il paradosso: l’uomo è in giacca e cravatta ed in maniera quasi certosina apre lo zainone e, come fosse la mitica sacca di barbapapà, inizia a tirar fuori e montare striscioni, bandiere, cartelloni, candele, un cavalletto con tanto di quaderno per le firme.
Il paradosso sta nello specchio gigante che è montato sulle transenne, messe lì come per bloccare l’irruenza dei manifestanti (del manifestante, almeno fino alle 20:00). Dall’altra parte dello specchio altri uomini sempre in giacca e cravatta escono da un grande palazzo con due grandi bandiere (una italiana ed una europea….e quella della pace dov’è…forse il padrone di casa non è riuscito a comprarla?!), anche loro con un fardello, un po’ diverso…modello ventiquattrore.
"Ma come?" si chiedono il polizziotto ed il passante "la giacca e la cravatta devono stare dalla parte del palazzo non oltre le trasenne!? Non dentro la gabbia del pacifista illuso, della zecca manifestante, del black-bloker che, se non fosse per le transenne, avrebbe già dato fuoco alle bandiere sventolanti!?".
E’ stato bello e divertente “essere un paradosso”, essere un uomo “innoquo” e perseverante che, anche se solo, è deciso a tirar su il suo “carrozzone” e mettersi a sedere “punto fermo per la pace!”.
E’ forse proprio lì la forza e la bellezza di questo luogo “incompreso” ai più. Un luogo dove le apparenti incongruenze trovano spazio, dove anime diverse, necessità diverse, vite diverse si incontrano e si siedono: dal consulente in giacca e cravatta allo psicologo in cerca di un lavoro più “etico”, dal ciclista critico (soprattutto con chi propone e non dispone) al saggio formatore nonviolento sempre in cerca di adepti da formare o distruggere, dalla professoressa disobbediente ad Antonio (napoletano di mezza età, un po’ mitomane, che dice o meglio vive cose in-credibili).

Tutti punti fermi per la pace.