Le riflessioni di un lettore
L'apparizione della Madonna in Casalbordino
Immi n. 4 del 2005
Facendo riferimento all'articolo del 19/06/2005, anche se la tesi sostenuta è suggestiva, la stessa è improponibile per una ragione molto semplice: dal racconto dell'apparizione redatto da Don Giuseppe Mutio, figlio del veggente, si legge"…..detto Vecchio s'alzò in piedi tutto allegro, et contento, et andò a detto campo di grano, dove non vi trovò danno alcuno, et poi tornò alla terra di Pollutro non ritrascendo (ripassando) altrimenti alla sua casa, et andò a trovare detto Arciprete, che per nome si chiamava D. Mariano Diddono della terra di Latessa alle cui parole hebbe credito". Quindi l’arciprete di Pollutri era Don Mariano Diddono nativo di Atessa, ora nel Bollario della Curia di Chieti, a pag. 27, si legge che questo Arciprete richiese a Mons. Oliva un duplicato della bolla di nomina alla Parrocchia che gli era stata concessa dieci anni prima e poi tolta per furto. L'Arcivescovo, in data 24 giugno 1569, appagò il desiderio di lui. Dunque il Diddono era stato fatto Arciprete nel 1559 (1569- 10). Inoltre il Diddono dovette cessare di essere Arciprete di Pollutri, o per morte o per altra ragione, prima del 20 maggio 1579, perché dagli atti di S. Visita (1578-1579) di Mons. Cesare Busdrago risulta che era già Arciprete di Pollutri D. Angelo Orlandini. Da tutto questo segue che Diddono fu Arciprete di Pollutri dal 1559 al 1579. Ne consegue che il 1527 come anno dell'apparizione è senz'altro da scartare. L'equivoco del 1527 è dovuto ad una inversione di cifre: infatti il Don Giuseppe Mutio come data cita il 1572 sbagliando, forse perché, all'epoca dell'Apparizione, era troppo piccolo. Infatti è accertato essere nato nel 1561. Come risulta a pag. 100 dagli Atti di S. Visita di Mons. Orazio Samminiato Arcivescovo di Chieti: visita effettuata nel 1591 a Pollutri presso l'Arciprete Giuseppe Mutio di anni 30 (1591-30). La data dell'apparizione è da collocare nel ventennio dal 1559 al 1579. In questo periodo solo nel 1465 e nel 1576 la Pentecoste cadde il 10 giugno. Ora se la data fosse stata il 1576 all'epoca Giuseppe Mutio avrebbe avuto 15 anni, quindi in grado di ricordare l'evento, allora perché sbaglia l'anno? Forse perché troppo piccolo e il racconto dell'Apparizione appreso dalla madre in anni successivi? Ora se l'anno fosse il 1565 all'epoca Giuseppe Mutio aveva quattro anni e Alessandro Mutio l'avrebbe avuto all'età di 66 anni (ciò è possibile, magari prendendo in considerazione una moglie quarantenne sposata in seconde nozze, ma questa è solo una supposizione). Inoltre è da considerare che il Padre Serafino Razzi, nel racconto, del suo viaggio in Abruzzo negli anni 1574/1577, annota con puntigliosa meticolosità notizie, luoghi e date e in un passo relativo al 1577 scrive: "Alli 24 di Aprile 1577, chiamato dalle terre di Castel-Bordino ci andai……..e sola delle terre di questa riviera e marina non fu l'anno 1566 saccheggiata dai Turchi, per grazia di Dio, come essi dicono, e per voto fatto alla gloriosa Vergine". Forse perché l'apparizione della gloriosa Vergine Maria era avvenuta l'anno prima, cioè nel 1565? Forse che accertando la data dell'apparizione o rettificando la stessa questa possa arrecare vantaggio alla nostra anima? La risposta è ovviamente no. Però conservare nella memoria e per i posteri l'esattezza dell'evento questo è di monito a rispettare ed osservare la richiesta della Madre di Dio: "Santificare le feste", richiesta che allora come ora molti non soddisfano. - D.M.G. -