Incontri d'Estate
Luglio 2006
E' tornata dall'Ecuador, per qualche giorno di meritato riposo tra i suoi cari, suor Donata Vincenza Di Tullio, delle suore del Cottolengo. Ci siamo incontrate con lei per caso, a Miracoli. La suora comunica tutti quei sentimenti di serenità e gioia che solo chi è pieno dell'amore di Dio può trasmettere. L'abbiamo invitata a parlarci della sua esperienza nel mondo delle missioni in Paesi lontani, tra i più poveri e dimenticati. E allora ci ha raccontato di aver scoperto la sua vocazione quasi a vent'anni, quando era a Milano per lavorare ed era già fidanzata. Partecipò ad un ritiro spirituale e lì conobbe una bellissima ragazza che le disse che sarebbe dovuta entrare di lì a poco nel convento delle suore del Cottolengo. Stupita, ma incuriosita, andò a visitare questa struttura da sola e subito decise che quella sarebbe stata la sua vita. Disse al fidanzato semplicemente di non cercarla più. Dopo vari anni passati a Torino a prestare servizio (Suor Donata è un'infermiera specializzata in psichiatria infantile), partì per la Missione di Nairobi, in Kenia, dove le suore del suo ordine erano presenti fin dagli inizi del secolo. Lì si occupò per vari anni di persone disabili e poi si trovò a dover affrontare una terribile epidemia di colera dovuta ad una grave carestia. Ci spiegava infatti la suora che dall'America arrivava grano per sfamare la popolazione, ma esso veniva intercettato dai capi e venduto, così la povera gente moriva di fame. Comunque suor Donata ci ha confessato che vivere l'esperienza del colera è stato il momento più bello, perché le ha dato l'opportunità di toccare con mano le sofferenze di Cristo in terra.
In seguito tornò in Italia, la girò dal Nord al Sud e da ultimo prestò servizio in Sardegna, sempre occupandosi dei disabili e della catechesi nelle parrocchie. Da tre anni, poi, suor Donata è in Ecuador, a Manta, una grande città sulla costa, in cui c'è molto degrado morale e tanta tanta povertà. Nel "barrio" in cui è situata la casa del Cottolengo, e cioè nel quartiere, nel settore della città, le suore sono molto amate, anche perché la Chiesa rappresenta l'unica istituzione che si occupa della salute e dell'educazione della gente e soprattutto dei bambini. Molti di questi sono stati abbandonati dai genitori, così è stato creato un circuito di "adozioni a distanza" proprio per permettere loro di ricevere un'educazione e di vivere dignitosamente. I bisogni sono molti ed è frustrante a volte non poter far fronte alle innumerevoli richeste di aiuto che le suorericevono quotidianamente. In Ecuador ci sono altre due case del Cottolengo oltre a quella di Manta in cui vive suor Donata: una a Quito, l'altra ad Esmeraldas. In questi giorni, poi, a Manta sta sorgendo, ad opera di un gruppo di signore laiche del luogo che si ispirano agli insegnamenti di San Vincenzo de Paoli, un Centro per la cura dei malati terminali. E queste signore hanno chiesto proprio a suor Donata e alle sorelle del Cottolengo di occuparsi e dirigere il Centro. Ci auguriamo che la solidarietà di tanta gente sensibile possa aiutare a concretizzare questo sogno. L'incontro con questa suora sempre sorridente e piena di gioia di vivere, avvenuto in una normale e "grigia" mattinata estiva, è stata davvero un'occasione speciale, di quelle che possono far tornare a splendere il sole.