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Francesco davanti al Crocifisso

Novembre 2006

San Francesco in comteplazione davanti a Gesù Crocifisso


Di San Francesco, una delle figure più amate e conosciute nel mondo, è stato scritto praticamente tutto e forse anche troppo. Per dirla con le parole di Benedetto XVI, per ovviare a questo “abuso” bisognerebbe tenere presente innanzitutto che Francesco, prima che ambientalista o pacifista era un convertito. In questo numero, in cui la “santità” sembra essere un po’ il leit-motif, non abbiamo saputo resistere alla tentazione di dire anche noi qualcosa su questo grande santo, ovviamente senza la pretesa aggiungere elementi di novità, ma solo per evidenziare qualche elemento che possa essere utile alla nostra vita di fede. E abbiamo pensato di raccontare Francesco parlando del crocifisso che gli ha cambiato la vita: il Crocifisso di San Damiano. Verso la fine del 2006, o secondo un’altra datazione, del 2005, ricorrono gli ottocento anni del colloquio tra il Crocifisso di San Damiano e il giovane Francesco d’Assisi e quindi della sua conversione. Racconta San Bonaventura che “ ...mentre passava vicino alla chiesa di San Damiano, Francesco fu ispirato a entrarvi. Andatoci prese a fare orazione fervidamente davanti all’immagine del Crocifisso...” Il giovane Francesco guardava gli occhi grandi e luminosi di questo Crocifisso e, dai Suoi occhi grandi e luminosi si lasciava guardare. Aveva nutrito sogni grandi, di gloria, di successo, ma lì davanti la presunzione di sapere già quel che voleva dalla vita lasciava ora il posto alla preghiera del mendicante di luce: “ Alto e glorioso Dio, illumina il cuore mio, /dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta. / Dammi umiltà profonda, dammi senno e cognoscimento, / che io possa sempre servire con gioia i tuoi comandamenti. / Rapisca ti prego, Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore / la mente mia da tutte le cose, / perché io muoia per amor tuo, / come tu moristi per amor dell’amor mio”.Ed in questo clima di apertura del cuore, il Crocifisso dagli occhi grandi e luminosi “ gli parlò con commovente bontà: Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e riparamela – tremante e stupefatto, il giovane rispose – Lo farò volentieri, Signore”. Dopo quell’esperienza Francesco trovò il coraggio di uscire allo scoperto, compiendo una scelta senza ritorno, che l’avrebbe condotto ad anni di solitudine e macerazione interiore, ma anche a quell’esperienza di fede che è una delle più grandi che la storia ricordi. Il crocifisso di San Damiano è molto importante nella storia della Chiesa, noto visivamente anche a coloro che neanche sanno che quel crocifisso abbia colloquiato con San Francesco. È un dipinto nel secolo XII, di un anonimo pittore umbro; riferisce un critico: “l’immagine del Cristo è ben lontana dal rassomigliare al Cristo doloroso che gli artisti a partire dal secolo XIII avrebbero poi raffigurato. Ha un’espressione indefinita di calma e di dolcezza; invece di chiudere le palpebre e abbandonarsi per sempre sotto il peso dei suoi dolori, egli guarda, dimentica se stesso, e lo sguardo, puro e trasparente, non dice: Soffro, bensì: VENITE E A ME”. La figura centrale dell’icona è, naturalmente, Cristo, che effonde luce all’intera composizione. Gesù è in piedi, vivo, non inchiodato alla croce. I suoi occhi sono aperti, sembrano guardare quel mondo, che, in virtù del suo estremo sacrificio, Egli è riuscito a salvare. Dietro le braccia distese c’è la raffigurazione della sua tomba vuota. La forma della croce è particolare, forse per permettere all’artista umbro di includere tutti coloro che parteciparono al dramma della Passione. Guardando a questo crocifisso non possiamo che sentirci anche noi chiamati dal Signore a “riparare” la Sua casa, ognuno per ciò che può e sa fare. Dovremmo imparare da Francesco a metterci pienamente a disposizione, avendo nel cuore la certezza che il Signore ci manda per il mondo, ma ci accompagna sempre. RAFFAELLA