Vite in cammino
Quante volte mi hanno chiesto di ricordare e raccontare la storia della mia vocazione! Sempre ho dovuto verificare, insieme ai miei interlocutori, che essa significa raccontare la mia vita. Proprio così, ricordare è ripercorrere le fasi della propria esistenza dove leggere la presenza della Provvidenza di Dio, che organizza gli eventi della storia secondo progetti imperscrutabili e meravigliosi che realizzano non solo se stessi ma, cosa meravigliosa, che coinvolgono tutta l’umanità! Fare una cronistoria dunque sarebbe improponibile e coinvolgerebbe fatti ed eventi storici da tutti riscontrabili dalle cronache nazionali e locali. Penso piuttosto di ripercorrere piccoli momenti della vita casalese che hanno segnato la mia vita e, di conseguenza, la mia vocazione. Gli anni della mia infanzia, segnati da gioie di un vissuto coinvolgenti tradizioni indimenticabili, mi portano a ricordare il Parroco Don Fiorino Stangherlin. L’amato e indimenticabile pastore della Comunità parrocchia di Casalbordino, è rimasto stampato nella mia mente specialmente per la sua presenza fondamentale nell’esperienza del sacro e della devozione di un bambino che si avvicinava a Dio ricercando della fede le prime esperienze e provocazioni, senza prescindere anzi inglobando la cultura tradizionale locale. Anni bellissimi ed intensi che parlavano al mio piccolo cuore di un Dio fattosi generosità, premura, presenza, ascolto e gioia: tratti essenziali di questo santo prete veneto che il Signore aveva messo accanto a me. Spesso, ormai piccolo seminarista, Don Fiorino mi diceva:” Tu sei il bastone della mia vecchiaia”! Io che, mentre lo reggevo nel lento pedalare sulla sua bicicletta, mi sentivo sorretto da lui e dalla sua figura gioviale e paterna. La mia “bicicletta”, su cui pedalare, sarebbe stata la mia esperienza seminaristica, intrapresa per l’esempio di questo prete, che mi dava il senso ed il valore di una vita da spendere e donare, per essere goduta pienamente. Non ho mai smesso di pensare a colui, padre della mia vocazione, che è stato il tramite della volontà di Dio! Gli anni del Seminario, dal 1965 al 1978, hanno segnato diverse occasioni di riflessione ed approfondimento ed hanno coinciso con la venuta a Casalbordino, come Parroci, di Don Domenico Della Morgia e di Don Antonio Tobia. Erano anni in cui il vento del ’68 faceva sentire la sua forza di devastazione e di cambiamento: quanti dei miei compagni hanno lasciato il Seminario; lo stesso edificio del Seminario, chiuso per restauri, ci portava a vivere esperienze fuori Chieti e subirne nefaste conseguenze! Poi il Seminario Regionale: nuova realtà con la vicinanza di tanti Seminaristi più grandi, Teologi, e alcuni vicinissimi al sacerdozio. Esperienza bellissima ricca di intensità spirituale e di ricchezza vocazionale, anche in forza della presenza a Chieti dell’Arcivescovo Mons. Loris Francesco Capovilla, segre t a r i o di Papa Giovanni XXIII, il Papa buono! Infatti l’affetto di padre e maestro del nuovo Arcivescovo portò una ventata di vitalità e di rinnovamento nella stessa concezione della s t ruttura Seminario e nuove iniziative che hanno segnato la storia di Chieti. Il momento fu breve e ricco, culminò con la venuta a Chieti di Mons. Vincenzo Fagiolo. Con lui il primo rapporto di Seminarista adulto e in definitiva orientato al Sacerdozio. Figura ieratica di giurista e pastore, all’apparenza inavvicinabile, ma ricca di sensibilità ed affabilità propriamente cioc iare, Mons. Fagiolo mi è caro perché fu lui ad ordinarmi Sacerdote a Casalbordino, il primo Luglio 1978. Circondato dall’affetto dei miei genitori e parenti, dei miei compagni di studi, di quasi tutto il presbiterio ed in particolare dei sacerdoti casalesi e di tutto il paese, con l’organizzazione perfetta e puntuale di Don Antonio Tobia, vissi il momento più importante della mia vita proprio nel mio Paese natio. Con l’inno di P. Settimio Zimarino “Torni tu Sacerdote di Cristo…” celebrai il raggiungimento di una meta che sembrava lontana, quando nel 1968 ero entrato nel Seminario Minore di Chieti. L’affetto di tutto il paese culminò il giorno della mia prima S. Messa solenne, dove mi resi conto del valore delle radici di appartenenza e dell’orgoglio del paese tutto. Da quel giorno la mia vita è cambiata.Sono diventato cittadino del mondo, della Chiesa Universale e Diocesana. Parroco a Liscia per sette anni; Padre Spirituale nel Seminario Regionale “S. Pio X” di Chieti degli alunni del Liceo per tre anni; sei anni Parroco a Ripa Teatina e poi, oggi, Parroco alla SS. Trinità dei Pellegrini di Chieti. Quanti anni, quante esperienze, quanti volti da ricordare e da ringraziare! Tutto fino a culminare nella gioia della ricorrenza del venticinquesimo di Sacerdozio, quando ho ripetuto il mio sì al Signore ed alla Chiesa davanti alla mia Comunità parrocchiale e al mio Vescovo Mons. Edoardo Menichelli, a cui devo riconoscenza per la stima manifestatami dal primo giorno del suo insediamento nella Diocesi di Chieti-Vasto. Ora a termine di questo veloce sro t o l a re e divulgare la mia vita, mi trovo a considerare il momento presente che mi vede, per la bontà e la stima accordatami da S. E. Mons. Bruno Forte, a condividere la responsabilità della Diocesi col Padre Arcivescovo di Chieti-Vasto. Lusingato da tanta attenzione, mi sento di continuare il mio sì a Dio alla luce di quanto, imprevedibilmente e senza mio merito, Lui ha voluto adempiere nella mia vita a favore delle anime e per il bene della Chiesa locale. Certo non ho fatto menzione delle difficoltà e dei momenti difficili che hanno segnato altrettanto la mia vita fino ad oggi: forse per una inconsapevole e segreta tattica propagandistica o per la brevità giornalistica richiesta! Ma in conclusione posso affermare che tutto è ed è stato grazia del buon Dio, il Signore nostro Gesù Cristo, a cui va la lode e la mia gratitudine in eterno. DON CAMILLO