La preghiera salverà il mondo
Nella nostra comunità sta accadendo da tempo qualcosa di miracoloso: la preghiera intensa e fervente vissuta come nucleo della vita parrocchiale. In particolare durante la Quaresima appena trascorsa i momenti di preghiera comunitaria si sono intensificati; sin dalle prime luci dell’alba tanta gente, ancora assonnata ma animata da una grande forza spirituale, ha gremito la nostra chiesa per raccogliersi a pregare Gesù Crocifisso e le Sue Sante Piaghe. L’undici marzo scorso, come del resto ogni mese nello stesso giorno, la comunità si è recata a piedi, molti partecipanti anche scalzi, al Santuario di Miracoli per la Via Crucis nell’ambito del pellegrinaggio a carattere penitenziale offerto specialmente per la conversione dei peccatori. Che cosa spinge tanta gente, sempre più numerosa, a dedicare parte della propria giornata alla preghiera ed alla meditazione? To rnano in mente le parole di Gesù nel Vangelo: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. In questo periodo della storia umana segnato dall’indifferenza e da una sorta di atonia morale che rendono la società una landa desolata in cui gli uomini si agitano in modo vorticoso ed insensato, fermarsi a riflettere ed a volgere gli occhi al cielo sembra sempre più difficile. Oggi tutto sembra congiurare cont ro la riflessione, il raccoglimento, la meditazione, avvolti e travolti come siamo dal frastuono e da figure esteriori. Eppure la preghiera è vita, come ci ha r i c o rdato recentemente anche il Santo Pontefice in uno dei suoi accorati e purtroppo poco ascoltati appelli ai cattolici durante l’Angelus domenicale. Anche il nostro Vescovo ha posto l’accento sull’importanza della preghiera nella sua lettera pastorale per la Quaresima evidenziando come attraverso la stessa non bisogna pretendere di “afferrare Dio” ma “lasciare che Lui passi nella tua vita e nel tuo cuore e ti tocchi l’anima”.
La preghiera, quindi, non deve fornire risposte alle nostre domande, ma deve riempirci il cuore della pace che viene dalla consapevolezza di essere nelle mani di Dio. “Lasciati condurre docilmente da Lui, dove Lui ha preparato per te”. Quante volte ci siamo accostati alla pre g h i e r a implorando un segno da Dio, un suo cenno che rompesse quel silenzio spesso insostenibile. Dio, però, ci parla di più attraverso il silenzio, attraverso “il mormorio di un vento leggero” che non attraverso potenti e rumorosi fenomeni naturali. E quanto è difficile tacitare il nostro cuore dai tumulti interiori per lasciarlo inondare dal silenzio eloquente di Dio. La preghiera, del resto, richiede costante esercizio dell’anima. Infatti, come ci ricorda Mons. Ravasi, non a caso il termine “ascesi” deriva dal termine greco “aske - sis” che significa proprio esercizio. Anche Gandhi, personalità lontana dall’esperienza cristiana ma di grande levatura spirituale, usava dire: “Si può vivere alcuni giorni senza mangiare, ma non senza pregare, la preghiera è la chiave del mattino ed il chiavistello della sera”. Ma quanto sia importante e vitale pre g a re ce lo ricorda costantemente la Madonna in tutte le sue apparizioni, nelle quali ha sempre invitato l’umanità alla preghiera ed al digiuno come potenti antidoti contro il maligno e per cambiare il mondo e salvarlo, oggi più che mai, anche al fine di scongiurare gli scenari cupi che attendono l’umanità se non si convertirà. LUCIA