La parola ai lettori
Nella Risurrezione la Buona Novella giunge al suo apice. L’Amore di Gesù, il Dio fatto uomo, ha sconfitto la morte e l’odio. Ma quando Gesù appare ai Discepoli, per rincuorarli e infondere speranza nei loro cuori, “Tommaso non era con loro”. Quando torna, apprende la notizia. E ne è rattristato: è venuto il Maestro e lui non c’era. Chiede di poterlo vedere, si domanda perché lui non ha potuto. Non è forse questa una domanda d’Amore?
Non è l’anelito del cuore quello che anima Tommaso? Non chiude le porte, anzi, vuole spalancarle direttamente a Lui. Insieme con gli altri, ha vissuto con Gesù, ha condiviso gli ultimi anni. Ora, si vede privato del suo ritorno.
Perché gli altri si e lui no? Tommaso sa che l’Amore di Gesù è immenso, si rende conto che è la sublime Vetta per il cuore di ogni uomo. E vuole anche lui essere immerso nel mistero, nello straordinario mistero della Risurrezione. Non vuole solo credere, ma vuole vivere, nella vibrazione di ogni corda del suo cuore, Gesù.
Ricordate l’episodio della Samaritana? ‘Non abbiamo creduto per le tue parole, ma per quello che abbiamo visto’. Una esperienza straordinaria, commovente, sovrumana, che ha smosso le coscienze e le anime di chi l’ha vissuta. Tommaso non vuole privarsi di questa mistica esperienza. Tommaso brama ardentemente la presenza del Maestro, l’aspetta con ansia, vuole tornare a stare con Lui. Una sorta di ribellione rovesciata rispetto ad Adamo ed Eva. Loro due vivevano nel giardino alla presenza di Dio, erano con Lui. Vollero essere come lui e spezzarono il legame d’Amore che li univa. Al contrario, Tommaso vuole stare con Gesù e costruire un saldo legame d’Amore. Tommaso lo cerca, perché si rende conto che senza non può vivere. ‘Se non lo vedo non credo’ è una richiesta d’aiuto.
Se non ne sente la presenza, se non ne vive la presenza, se non può contemplarlo, non riesce. Fallisce miseramente. Tommaso, icona rovesciata dei nostri tempi. Confessore umile della propria fragilità, del non essere sufficiente a se stesso. Da solo si sente impotente, quasi nudo, fragile. E’ quasi tenero in questo. Quanti oggi fanno lo stesso? Quanti ammettono i loro limiti, i loro errori, il loro non essere onniscienti e onnipotenti? Quanti sono disposti a confessare di essere fragili e incapaci? Davanti all’arroganza e alla prepotenza, l’umiltà di Tommaso commuove e riconcilia. Solo se Gesù arriva, solo vicino a Lui, Tommaso può vivere l’Amore. Riprendendo una canzone di una giovane artista napoletana “Solo se Lui c’è la Vita c’è”. Tommaso ha preso alla lettera la promessa del Maestro: “sono venuto a portare il fuoco sulla terra”. E lui sa che solo sedendosi “accanto il fuoco (che) il buio si dirada” perché “il sole arde solo per chi vuol scaldarsi”. E non c’è fuoco più ardente, fiamma più viva e calda del Cuore di Gesù. Solo accanto a Gesù l’Amore scioglie i suoi lacci e la Fede arde nell’animo. Senza di Lui “si fece buio su tutta la terra”, “siamo pecore senza pastore”. La sua Presenza trasforma tutto. Nulla resiste, nulla diventa impossibile. E i dubbi, le incertezze, le paure, i legacci del cuore e della Vita si trasfigurano nella dolcezza, nella tenerezza, nelle “ali del volo di un angelo” che porta alle sublimi vette dell’Amore di Dio.
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