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Resurrezione

Pasqua 2009

Le donne al Santo Sepolcro


Il nostro vivere deve avere come riferimento quella radiosa alba di resurrezione. Riviviamo quel momento:
Le guardie annoiate, infreddolite e assonnate vegliano il sepolcro, la cui chiusura di pietra è stata rinforzata al suo orlo con un grosso strato di calcina su cui spiccano i larghi rosoni di ceralacca del sigillo del Tempio. E’ il giorno dopo il sabato; l’alba respinge da oriente ad occidente la zona scura, qualche stella occhieggia sempre più debole sotto l’onda di luce, e un filo di rosa mette una linea sulla seta turchese del cielo, ove ora si affaccia, venendo da una profondità sconosciuta, una palla di fuoco di insostenibile splendore. Scende velocissima verso la Terra, spargendo una luce così intensa che la luce dell’aurora si annulla superata da questa incandescenza bianca. Le guardie alzano il capo stupite, anche perché con la luce viene un boato potente: E’ l’alleluia, il gloria angelico che segue lo Spirito del Cristo che torna nella sua Carne gloriosa. La luce si abbatte contro l’inutile serrame del sepolcro, lo divelle, lo atterra, entra nel buio sepolcro, che si fa tutto chiaro di questa luce indescrivibile, lo Spirito di rinfonde nel corpo immoto sotto le funebri bende. Tutto questo non in un minuto, ma in una frazione di minuto, tanto l’apparire, lo scendere, il penetrare e scomparire della Luce di Dio è stato rapido. Sotto il sudario e la sindone, la carne gloriosa si ricompone in bellezza eterna, si desta dal sonno di morte, esplode una radiazione di luce e in un momento il Cristo appare in piedi imponente, nella sua veste d’immateriale materia, sopranaturalmente bello e maestoso, mentre la sindone con le bende si afflosciano svuotate del loro contenuto.
Quando muove il primo passo dei raggi, scaturenti dalle mani e dai piedi, lo aureolano di lame di luce, dal capo, ove la corona di spine ha prodotto innumerevoli ferite, si sprigiona un fulgore e all’altezza del cuore una luminosità vivissima trapela dalla veste: è la luce che ha preso corpo. Non la povera luce della terra, non la povera luce degli astri, non la povera luce del sole, ma la luce di Dio.

La resurrezione è la nostra unica speranza: “ Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra fede, ma Cristo è risuscitato!”, e la gioia di questa certezza ci deve spingere verso il bene e non verso assurde superstizioni, retaggio di un passato che comporta turbamento e schiavitù spirituale.

Mario Giulio Di Risio