Le mie due vite
È un po&rdquote; come se avessi avuto due vite: la prima fino a 30 anni e poi la seconda, quella che sto vivendo oggi, dai 30 fino agli attuali 44 .
Della mia prima vita ricordo molto, anche se il ricordo mi sta diventando sempre più fioco. Soprattutto ricordo di più gli avvenimenti particolari accaduti, belli o brutti che siano stati. Sono stati diversi e soprattutto unici, diluiti in un periodo dove i pensieri erano altri, a volte più lieti, comunque prospettivamente più lunghi.
La seconda, ovvero l’attuale, ha avuto inizio con la data della diagnosi della mia malattia. La S.M. ha comportato un profondo cambiamento nella mia vita; sono stato costretto ad assumere un'altra visione di me stesso, del mio corpo e delle mie limitazioni. Ho modificato il mio modo di vivere, ed il ritmo della mia vita di tutti i giorni si è ridotto. So che ci sono cose che non posso fare, che mi stancherò, ed è una battaglia continua fra quello che desidero fare e quello che poi effettivamente sono in grado di fare.
Mi ripeto sempre quello che uno psicologo mi disse diverso tempo fa: che cioè il mio viaggio poteva essere più lungo di quello degli altri, che avrei dovuto fare più spesso fermate e rifornimenti, ma che nonostante tutto avrei raggiunto i miei obiettivi.
I miei obiettivi… A volte mi chiedo, da credente: ma sono gli stessi che il Signore ha pensato per me ? la mia vita piena di piccole sofferenze, è stata voluta da Lui? ci sarà uno scopo per tutto questo?
Poi smetto di farmi domande e mi ripeto una frase a me cara, di un filosofo greco: “E’ la malattia che rende piacevole e buona la salute, la fame la sazietà, la stanchezza il riposo”.
Tutto sommato, comunque, sono felice, mi sento contento di capire “cose” che nella mia prima vita ed anche nella prima parte della seconda, non sono riuscito a comprendere. Mi sento bene a vivere in una sana famiglia, vicino ad una fantastica moglie, ad uno stupendo figlio, tra le mura accoglienti e profumate della mia casa.
La vita risulta comunque bella e nonostante i vari e frequenti scoramenti, degna di essere vissuta pienamente e con meraviglia ed anche con la curiosità dei bambini piccoli, perché risulta un dono di “Dio”, da amare e rispettare fino a che ce ne venga data la possibilità.
Le mie aspettative di vita sono cambiate, mi sono trovato ad affrontare problematiche nuove e il mio sguardo in avanti si è accorciato di molto, ora riesco a gioire anche dei piccoli eventi, ad apprezzare anche le cose più “banali” e insignificanti per la “normalità”.
Spesso mi ripeto: il Signore ci conosce e ci propone eventi, a volte brutti e fastidiosi per noi esseri umani, che sono adeguati per le nostre caratteristiche, per le nostre vite e possono essere da noi egregiamente sopportati o sorretti, anche se con fatica e a volte con dolore e debolezza.
Insomma, il Signore è grande in tutte le sue manifestazioni, in tutto il Suo amore, in tutta la nostra vita, in tutta la nostra esistenza quotidiana: dovrei e dovremmo volgere a Lui lo sguardo più frequentemente e più profondamente. Vivremmo in un mondo migliore.
Severino Sallese