Intorno ad Eluana
La straziante vicenda di Eluana mi ha sconvolto ed amareggiato non soltanto per la sua natura dolorosissima di caso umano che potrebbe riguardare ognuno di noi, ma soprattutto per le inutili e sterili polemiche che l'hanno accompagnata e che hanno perso di vista l'essere umano e la sua famiglia che ne erano alla base.
Ma questa volta Perpetua, forse perché ne sono stata troppo coinvolta personalmente, non ha da donarvi alcun parere ma solo i suoi dolorosi dubbi.
Si è detto che Eluana era ancora viva e che il darle da mangiare e da bere facevano parte delle cure personali e normali riservate a ogni persona bisognosa e non delle prestazioni sanitarie comprensibili nell'accanimento terapeutico.
Mi domando ancora oggi se sia davvero vita umana, ossia degna dell'uomo, uno stato in cui la maggior parte del cervello, specialmente nelle sue facoltà superiori, con cui l'essere umano interagisce con i suoi simili e l'ambiente, attraverso cui esprime anche il suo rapporto con il Creatore è danneggiato irrimediabilmente (a proposito del quale non voglio, né posso, nel caso specifico, chiedermi se siano state effettuate, nei primi tempi, tutte quelle stimolazioni psico-sensoriali, voci familiari e canzoni preferite, e fisiche come la fisioterapia per tentare di risvegliarlo).
Mi chiedo inoltre se siano davvero naturali ed ancora una volta umane, una nutrizione ed una idratazione somministrate attraverso asettici tubi e pompe introdotti chirurgicamente, che trasformano il corpo umano, tempio dello Spirito Santo, in una specie di laboratorio chimico, che magari causano anche tremendi dolori, che non possono certamente far avvertire i sapori utilizzando preparati appositi e il cui impiego non avviene mica per un limitato periodo di tempo o per cure temporanee come nel caso dei neonati, dei bambini piccoli, o di malati in attesa di trapianto, ma si trascina per lunghi, interminabili anni.
Si tenga conto che senza questi mezzi tecnici, frutto a volte di uno scientismo esasperato, alla povera Eluana sarebbero stati risparmiati questi decenni di attesa di una morte naturale che sarebbe arrivata in pochi giorni, magari nel suo letto, come 50 o 60 anni fa.
Non è che con questo atteggiamento di attaccamento a questa vita artificiale noi cristiani dimentichiamo che la vera vita non è questa che trasciniamo faticosamente su questa terra ma quella che ci attende nella casa del Padre?
Si è detto inoltre che i principi cristiani prevedono che debba essere lasciato alla volontà divina il porre termine alla vita umana., ma non è che, a parte la tentazione che mi viene talvolta di pensare che tale volontà abbia qualche difetto di comunicazione, nel caso specifico, la volontà di Dio si sia manifestata proprio nel cambiamento di orientamento dei tribunali, dopo tanti anni di diniego del distacco dell'alimentazione e dell’idratazione?
E non è che, i principi, cristiani e non, non devono rimanere scolpiti a lettere d'oro sul marmo ma essere calati nella realtà e nella carne viva degli uomini? E a questo proposito, non è forse vero che Gesù stesso ci ha insegnato ad andare oltre la lettera della Legge, e quindi anche dei principi, come dimostrano tanti episodi narrati nei Vangeli come quello del lebbroso, o quello dell'adultera? E come si può non notare che eppure Cristo stesso sia stato mandato a morte in ossequio ad un principio della Sua religione che prevedeva la pena di morte per chi bestemmiava paragonandosi in qualsiasi modo a Dio?
Ed ancora a proposito di principi, può la Chiesa, o lo Stato attraverso la maggioranza che lo governa, imporre ad un individuo, come nello specifico il padre della ragazza che evidentemente non ne condivide i valori, la propria visione del mondo in questioni che riguardano la propria vita personale o familiare? Non è che per la Chiesa vale quanto si afferma in questo passo della prima Lettera di Pietro, ovvero in quella che può essere considerata la prima enciclica papale della Storia, al capitolo 3, versetti 15-16 :
[...] adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.[...],
nonché il rispetto, sancito dal Concilio Vaticano II con queste parole nel paragrafo 3 del capitolo I della Dichiarazione sulla dignità dell'uomo Humanae dignitatis, per il primato della libertà di coscienza:
[...] L'uomo coglie e riconosce gli imperativi della legge divina attraverso la sua coscienza, che è tenuto a seguire fedelmente in ogni sua attività per raggiungere il suo fine che è Dio. Non si deve quindi costringerlo ad agire contro la sua coscienza.[...] ?
A pensarci bene però, in questo mare di dubbi, una certezza c'è a rincuorarmi: quella di sapere che ora Eluana è in Paradiso, consolata da Maria e divertita dagli Angeli per l'eternità. Ed è questa la cosa più importante. Per lei.
Perpetua