Se Ubuntu... Buon Natale
Natale 2012
Ho letto, giorni fa, che uno studioso delle culture africane ha fatto un curioso esperimento con alcuni ragazzi che vivono in Sud Africa. Ha messo un cesto pieno di frutta vicino ad un albero, dicendo poi ad un gruppo di ragazzi di correre verso il cesto, chi di loro fosse arrivato per primo avrebbe vinto tutti i frutti. Quando i ragazzi hanno ricevuto il segnale si sono presi per mano e hanno corso insieme mettendosi poi in cerchio per godere comunitariamente il premio promesso. Alla richiesta dello studioso come mai non avessero gareggiato tra di loro evitando la competizione, i ragazzi hanno risposto insieme: “Ubuntu!” Una espressione che nella lingua del popolo Bantu significa “Io sono perchè tu sei” cioè una persona diventa veramente tale attraverso le altre persone. E’ così… Possiamo avere tanti modi di camminare nella vita, talvolta possiamo illuderci che il modo scelto da noi è il migliore, pertanto dobbiamo assolutamente perseguire i nostri traguardi senza mai fermarci a ripensare più di tanto...
Possiamo trovarci a vivere una vita di corsa, fatta di accozzaglie di tante cose che privano di ogni emozione il nostro cuore, riempiono di tanta stanchezza il nostro cervello, ci fanno venire il fiato grosso per l’ansia e la preoccupazione, avendo spesso per traguardo un senso di oppressione e solitudine da cui non ci si riesce a liberare facilmente.
Possiamo trovarci a vivere una vita a rilento, contando sempre su qualcuno che deve risolvere ogni nostro problema, pensando che quando qualcuno si deciderà a cambiare le sorti del mondo così anche noi staremo meglio. Allora la quotidianità comincia ad alimentarsi di una speranza vana, passano i giorni, i mesi, gli anni, ma nulla accade, ci si sente nel fallimento, il traguardo è un senso di profonda inutilità.
Possiamo, nel cammino della vita, anche fermarci un attimo per guardare intorno e renderci conto che non siamo soli, ma in tanti vicino a noi vivono l’avventura della vita con le stesse speranze, le stesse attese e talvolta la stessa fatica.
Dobbiamo allora farci coraggio e trovare un modo per non essere affannati e inutili, avendo un freno se corriamo e un acceleratore se tardiamo, la speranza nella tristezza e l’entusiasmo nella gioia.
Che bello sarebbe se volessimo adottare tutti insieme, per tutte le cose della vita, l’atteggiamento dei ragazzi del Sud Africa, pronti a prenderci per mano perché nessuno sia tanto stanco per aver corso da solo e nessuno così deluso per non aver saputo muovere i suoi passi, ma tutti nella gioia pronti a godere la bellezza del traguardo conseguito insieme.
Gesù, Tu sei la mano del Padre tesa verso il cammino di ogni uomo perché non ci vuoi affannati e soli, né delusi e falliti. Ci vuoi sorreggere con la forza del Tuo amore perché ritroviamo la luce nel buio del male e la forza nella speranza della fede.
Ti prego, Gesù, non farmi mancare il coraggio di tendere la mano verso chi vive la corsa della vita immerso nel perbenismo cieco e nella fede sterile, dammi la grazia di frenare la fretta di quanti si trovano ad un passo dal baratro dell’esaurimento e pensano che guadagnare e possedere sia più importante di amare, aiutami a frenare la inutile corsa di quanti credono di essere gli unici a meritare quello che esiste in questo mondo ...
Ti prego, Gesù, non farmi mancare il coraggio di tendere la mano a chi nella vita vive la paura di muovere i passi perché è solo e stanco, segnato dalla fatica e dalla miseria, dalle malattie e dalla poca importanza che ha agli occhi degli altri. Non farmi avere paura se quelle mani sono sporche del sudore asciugato, impregnate del putridume del corpo piagato o lacerate dall’immane lavoro. Aiutami Gesù a ridare speranza a quelli che credono di non meritare nulla di quanto esiste in questo mondo.
Vorrei afferrare, Gesù, la mani di tutti i fratelli del mondo, e compiere il più bel miracolo della mia vita, avvicinando la mano di chi si sente padrone del mondo alla mano di chi non sa nemmeno il perché della propria esistenza e tenendole ben strette tra di loro vorrei che “UBUNTU” diventasse per sempre anche la nostra regola di vita.
Auguri infiniti.
don Silvio