Papa Francesco, il rivoluzionario di Dio
"Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo". Risuonano nella storia recente, nei cuori innamorati di Dio le parole pronunciate dal Santo Padre Giovanni Paolo II ormai moltissimi anni fa. Ancor di più nel cuore della Cristianità, nei cattolici e in tutti gli uomini e donne di buona volontà che hanno accompagnato e si son visti segnare l'esistenza da uno dei pontificati più intensi di sempre. Nei momenti difficili, quanto tutto sembra perduto, Cristo c'è, non abbandona la sua creatura. Un poeta brasiliano si rivolge a Dio e gli dice che immagina la sua vita come una passeggiata in riva al mare accanto a Lui. Nei momenti più difficili, quando si sente smarrito, non vede più sulla sabbia quattro orme, ma solo due. E Dio gli risponde: "sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio". Quella poesia è nota come "Messaggio di tenerezza". Tenerezza, trionfo dell'umanità, esaltazione del calore umano e della compassione. Tenerezza, una parola centrale nel primo discorso del nuovo Papa. La Chiesa, agli occhi del mondo, appare oggi in difficoltà, gli scandali sembrano scuotere le sue mura, un Papa stanco arriva a rinunciare al ministero petrino. Tutto appare perduto, ma non è così. Dio che scruta gli animi e la Storia, che mai abbandona e sempre ricostruisce (con delle bellissime parole di speranza potremmo dire "quando tutto sembra perduto, bisogna mettersi tranquillamente all'opera ricominciando dall'inizio"), che non segue le vie e i pensieri degli uomini, in questo momento ci consegna un nuovo Papa: Francesco.
Francesco è una ventata di freschezza, di amore, di speranza. In questi primi giorni Papa Francesco ci ha riportato all'essenzialità del messaggio cristiano, al cuore della Buona Novella. Quando tutto sembra perduto, quando noi stessi ci sentiamo perduti, Gesù c'è. Papa Francesco ha già conquistato i cuori e le menti, anche di coloro che son più lontani dalla Chiesa o dalla Fede. Hanno provato, già immediatamente dopo l'annuncio dell'Habemus Papam, a demolirne la figura, a scovare qualcosa di negativo per affossarlo. Ma non ci sono riusciti. Anzi, probabilmente, l'effetto ottenuto è stato quello contrario. La Storia della Chiesa, dei suoi profeti, è piena di grandi personalità su cui hanno provato a far svolazzare nuvoloni neri. Ma il dolce zefiro della Profezia e della speranza tutto ha spazzato via. Quando Oscar Romero divenne arcivescovo nel Salvador, molti lo consideravano timido, poco aperto al suo popolo. E' diventato, in pochissimi anni, il profeta della Chiesa latinoamericana, non c'è casa in Salvador, non c'è abitante dell'intera America Latina che non conosca Oscar Romero e ne ammiri il sacrificio. Giovanni XXIII era figlio di contadini, per più di qualcuno doveva essere un papato tranquillo e di transizione. Ci ha regalato il Concilio Vaticano II e ancora oggi rappresenta uno dei papati più rivoluzionari di sempre. E allora, non abbiamo paura, spalanchiamo ancora oggi il cuore e la speranza a Cristo che viene. Papa Francesco seguirà le stesse orme, e presto i pettegolezzi e le falsità di oggi rimarranno solo uno scolorito ricordo. Qualche anno fa mi capitò di leggere, nella prefazione di un libro scritta da un autore di origine ebraica, che il tempo delle "rivoluzioni palingenetiche è finito" (ammesso e non concesso che sia mai esistito, perché spesso si confondono per rivoluzioni, eventi che non lo sono e che invece son forieri solo di lutti e illusioni...), oggi le rivoluzioni avvengono nei modi più impensati. La rivoluzione di Papa Francesco, quella che sta avvenendo con nel cuore e seguendo come stella polare "il più grande rivoluzionario della Storia"(come l'ebbe a definire uno dei più grandi poeti italiani di sempre), è già in atto. Nella cronaca di questi giorni, soprattutto sui mass media, ci si sta fermando alla superficialità, al semplice atto. No, non basta. Perché in ognuno degli atti di Papa Francesco non c'è nulla di superficiale, nulla che sia solo un gesto "semplice" di un momento. Questi primi giorni del nuovo Papato vanno letti in profondità, nella filigrana di una Storia che sta irrompendo e travolge torrenzialmente tutto. Perché viene dal Cuore, viene dalla Somma Speranza e Gioia. La Poesia, disse anni fa un missionario italiano in Kenya, irrompe nei momenti più impensati. E ci rapisce. Questa è Poesia vera, vissuta. All'inizio di quest'articolo ho ricordato le parole di Giovanni Paolo II. Ma in questi primi giorni c'è un'intera enciclica papale che si sta concretizzando, le cui parole sembrano guidare il cammino di Papa Francesco. "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore." E' la Gaudium et Spes di Papa Paolo VI. Gioia e Speranza. Sono i sentimenti che guidano il Popolo di Dio in cammino in questi giorni. Cristo ha vinto la Morte, e vince qualsiasi cosa di questo mondo. E allora "non abbiamo paura", insieme con Papa Francesco "spalanchiamo le porte a Cristo". La primavera e la resurrezione ci attendono...