Sorridi, Gesù è venuto per te
Avete fatto caso che ultimamente pullulano iniziative di ogni genere che esortano le persone a sorridere? Natale col sorriso, Regala un sorriso a chi è meno fortunato, Il ponte del sorriso e via discorrendo. A prima vista, si snatura un po’ il senso del sorriso. Un sorriso non può essere comprato, invece qui sembra proprio si tratti di uno scambio: tu dai il tuo obolo all’associazione di carità, questa compra generi di necessità per chi si trova in un momento difficile e zac.. il sorriso compare sul volto di chi riceve! Beh non è così semplice, il soddisfacimento di un bisogno primario non porta di per sè la felicità, lo sappiamo. Però, se non ci si ferma a questa banalizzazione e si riesce a leggere tra le righe di iniziative di questo tipo, si capisce che dietro c’è ben altro. Giochiamo a fare Aristotele e partiamo da un dato di fatto: il sorriso nasce dal gesto di attenzione che qualcuno fa nei nostri confronti. Ma il gesto di attenzione non è altro che un gesto di amore e sappiamo che l’amore rallegra il cuore e che “un cuore allegro rende gioioso il volto” (Prov. 15:13). Ed ecco spiegato lo “scambio”, il perchè ci viene chiesto un piccolo gesto caritatevole per provocare un sorriso. Niente di venale, solo qualcosa di soprannaturale che accade quando non pensiamo solo a noi stessi, ma alziamo lo sguardo verso gli altri. Quando doniamo qualcosa guardiamo la persona che riceve: un incrocio di sguardi, o anche una serie di incroci (quando il gesto non lo facciamo direttamente, ma tramite persone di buona volontà), che magicamente fa spuntare il sorriso sul volto di chi riceve e anche su quello di chi dona. Non dimentichiamo, poi, che i sorrisi si moltiplicano a dismisura, ne attirano sempre altri ed hanno un potere enorme. Diceva Madre Teresa che non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso. Prima di tutto fa bene a noi e poi dà sollievo alla sofferenza, ridona la speranza e intenerisce anche i cuori più duri. Provate a chiedere una cosa con il sorriso e vedrete che la otterrete molto prima e con meno fatica. Una vecchia canzone recitava: “con un sorriso mi hai rimesso al mondo, con un sorriso gratis”. Già, il sorriso gratis ti rimette al mondo, ti fa stare in armonia con il creato. Ma quanto è difficile al giorno d’oggi dispensare sorrisi gratis. Anche per noi cristiani cattolici “praticanti”. Siamo tutti così presi dalle nostre cose, scuri in volto, arrabbiati con chi ci sta intorno, che a volte non ci va proprio di sorridere e ci sembra che non ci siano motivi sufficienti per farlo. Anche l’elemosina spesso la facciamo di corsa, svogliatamente, senza neanche alzare lo sguardo. Anzi, forse non lo alziamo perchè abbiamo paura di verificare che quella moneta data in quel modo non ha provocato alcun sorriso sul volto del povero, dato che non ci abbiamo unito l’amore. Non so, sembra quasi che siamo diventati avari di sorrisi, come a voler punire questo mondo che ci provoca così tante sofferenze. Perchè in effetti lasciare il mondo orfano del nostro sorriso è una vera e propria punizione. Scriveva Victor Hugo che il sorriso è il sole che scaccia l’inverno dal volto umano. E il mondo ha bisogno del sole per andare avanti, altrimenti si ferma. Allora come si fa, come torniamo a convincere la gente a sorridere anche nelle avversità? Bastano i progetti di beneficenza di cui dicevamo? Basta chiedere di donare un sorriso perchè poi effettivamente il sorriso scaturisca sul volto di chi lo dona e su quello di chi lo riceve? Sono tutte iniziative ottime e meritevoli, soprattutto in questi momenti difficili, ma non sono sufficienti. Dobbiamo invece riscoprire IL VERO MOTIVO per cui l’uomo non può fare a meno di sorridere, e di sorridere dal profondo del cuore. Tutto il resto sono surrogati che finiscono presto. Questo “motivo” è nato duemila anni fa in un piccolo villaggio della Giudea chiamato Betlemme ed è nato di nuovo poco fa sugli altari di tutto il mondo. Papa Francesco, pochi giorni dopo la fine del Conclave, ci ricordava che la gioia dei cristiani non nasce dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato una Persona, Gesù, e dal sapere che con Lui non siamo mai soli. Ed è per questo che il Papa non si stanca mai di dirci che il cristiano non può essere triste se è davvero consapevole di quanto amore Dio nutra per lui. A Natale, poi, questo amore è particolarmente tangibile: l’Onnipotente si fa piccolo per essere più vicino ad ognuno di noi e comprendere le nostre debolezze. Ma si fa anche Luce, luce vera che illumina ogni uomo. E quindi noi che siamo qui, che abbiamo visto anche quest’anno da vicino compiersi il prodigio e siamo stati illuminati da questo amore, abbiamo una responsabilità: quella di portare al mondo l’Annuncio. E cosa c’è di meglio di presentarsi con un bel sorriso per raccontare la Buona Novella?
Per questo Natale, allora, auguriamoci a vicenda di essere portatori sani di gioia e dispensatori di sorrisi gratuiti per rendere il mondo migliore.
Raffaella