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I pareri di Perpetua/12 - seconda parte-

Intorno alla fine del mondo

Natale 2013

Tutto ciò è esposto ancora più chiaramente nella sequenza quasi gemella di Luca che così racconta nel capitolo 21, ai versetti 5-36, con riguardo specialmente alla distruzione di Gerusalemme, alla sorte dei suoi abitanti e all'ultimo paragrafo che invita alla vigilanza e all'invocazione della protezione per avere la forza di superare tempi difficili, come lo sono anche i nostri:


5Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6"Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". 7Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?".


8Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. 9Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine".


10Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. 12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. 13Questo vi darà occasione di render testimonianza.
[...]


20Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. 21Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; 22saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.


23Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.


25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.


27Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.

28Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". [...]


34State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo".

  Come già accennato all'inizio della nostra analisi, un altro brano che riguarda la fine del mondo si trova nel capitolo 13 del Vangelo di Matteo, dopo la narrazione della parabola della zizzania, in particolare nella spiegazione che di quest'ultima Gesù fornisce in privato ai discepoli, al versetti 36-43, in cui si paragona la fine ad una mietitura (da 39 in poi), in cui si raccoglie e si elimina solo la famosissima erba infestante, simbolo dei malvagi, ovvero degli "operatori di iniquità e di scandali", permettendo così al bene e ai buoni di "risplendere al sole", cioè di trionfare con le loro azioni positive finalmente pienamente efficaci:


   [...] La
mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
40Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!


  La metafora agricola simile della trebbiatura, riferita alla fine del mondo, è presente anche nella descrizione del Messia prossimo venturo (che nella tradizione ebraica sembra abbia proprio un carattere escatologico, da fine della storia) operata nella sua predicazione da Giovanni il Battista nel capitolo 3 del medesimo Vangelo di Matteo, al versetto 12 (a cui fa eco quello di Luca col versetto 17 del solito capitolo 3):


12Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile".


   Un ennesimo brano in cui si parla del nostro argomento, anche se forse più specificamente della venuta del Salvatore, si può trovare inoltre nel Vangelo di Matteo, al capitolo 24, versetti 39-41, in cui, se a prima vista non si comprende bene quali siano i buoni, se i presi o i lasciati, considerando che nella logica finora seguita gli eletti sarebbero coloro che saranno "lasciati" sopravvivere alla pulizia del Male e dei suoi seguaci, ecco che arriva in aiuto l'ultimo versetto della sequenza molto simile di Luca al capitolo 17, versetti 30-37 (che si riporta di seguito all'altra), in cui Gesù chiarisce, in risposta alla domanda dei discepoli sul luogo di tale scelta, che l'azione del lasciare non si riferisce ad un luogo reale, ma all'abbandono dei malvagi alla loro punizione. Questa precisazione dunque non pregiudica affatto la logica prima evidenziata poiché si conferma in ogni caso che gli scampati alla punizione saranno salvi.


39
[...]

così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.

30Così sarà nel giorno in cui il Figlio delluomo si rivelerà. [...] 34Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: luno verrà preso e laltro lasciato; 35due donne staranno a macinare nello stesso luogo: luna verrà presa e laltra lasciata. 36. 37Allora i discepoli gli chiesero: Dove, Signore?. Ed egli disse loro: Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi.

  Comunque sia, come si vede, tutti i riferimenti evangelici concordano nel ribadire che la fine del mondo non è altro che un processo passeggero di chiarezza e consapevolezza, in cui gli unici a rimetterci saranno il male e coloro che lo fanno, poiché si accorgeranno che la loro opera non ha raggiunto l'obiettivo di eliminare ciò che di buono e di bello vi è nel mondo, perché lo vedranno affermarsi e trionfare senza più ostacoli in eterno e quindi bruceranno per sempre nella loro stessa rabbia.


                                                                                                                    
Perpetua