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Il Natale è in agguato sulle strade dei piccoli

Natale 2014

Angelo di Natale


Fu un Natale particolare quell’anno. Un Natale di attesa, di gioia, della notizia più bella che in una casa si possa aspettare. Mentre in tutto il mondo si preparano veglioni, cenoni, feste e si accendono sgargianti ed accecanti luci, in una stanza d’ospedale una luce molto più splendida illumina gli occhi di una famiglia: una nuova vita sta nascendo. Un Natale diverso, ed ancor più bello, per quell’anno e per gli anni a venire.

Passano gli anni, le primavere, alcuni Natali e si torna in una stanza d’ospedale. Ma stavolta gli occhi sono spenti, tristi, non si festeggia nulla. La pioggia bagna i vetri delle finestre, scendono dal cielo grandi lacrime e si confondono con le lacrime dei visi. Una terribile malattia irrompe nella nuova vita e, in un attimo, cancella il sorriso, le corse nei prati, i giochi con gli amici. E allora, per i genitori affranti, dovrà essere speciale, straordinario, sono pronti a tutto perché la festa sia la più grande possibile. Se dovesse servire, anche ad indebitarsi. Al bambino non dicono cosa gli accadrà ma gli comunicano che sarà un “grande” Natale. Il bambino li guarda e sospira perdendosi con lo sguardo nel vuoto.

“Neanche oggi riuscite a venire?” “No, scusaci. Dobbiamo fare ancora tantissime cose. Se veniamo poi si fa tardi per andare lì e poi ancora là. Lo sai che lo facciamo per te”. Il bambino chiude la telefonata e si gira sconsolato verso la finestra, dal suo viso scendono alcune lacrime, è così da tanti giorni. Si sente lasciato solo in quella fredda e buia stanza, non vengono mai e quelle pochissime volte che succede gli raccontano dei preparativi, non riescono a fare e dire altro e si sente quasi messo in un angolo, solo, senza possibilità di condividere nulla.

Il Natale è ormai alle porte e, per i due genitori indaffaratissimi, arriva una notizia che non si aspettavano: chi doveva supervisionare alla festa ha un imprevisto e deve rinunciare, per un banale incidente in negozio l’enorme regalo viene distrutto, un’incredibile catena di avvenimenti cancella il “grande” Natale. Arrivano in ospedale affranti e giungono davanti al letto. Il bambino, alla notizia, non si turba minimamente e prende le grandi mani dei genitori nelle sue. Gli chiedono come sta e gli raccontano i preparativi del Natale nelle strade, nei negozi, in parrocchia. Il bambino chiude gli occhi e s’immagina dentro il Presepe in costruzione, tra il bue e l’asinello, accanto ad un bimbo in fasce come lo è stato lui. S’immagina di camminare per strada e salutare i negozianti e le persone che incontra. Passano le ore, gli infermieri e i medici vedono quanto sta accadendo e rimangono in silenzio decidendo di non interrompere la famiglia finalmente serena e unita. E’ ormai Natale e il bambino non avrebbe potuto sognarlo migliore, i genitori sono accanto a lui e arrivano anche alcuni amichetti e cuginetti. Ridono, scherzano, si scambiano doni che vengono dal cuore, doni veri, una televisione trovata e accesa all’ultimo apre una finestra sul mondo, sulla Santa Messa e sulla celebrazione autentica e viva di Gesù che nasce. Il Santo Natale volge al termine e la “festa” è ormai conclusa. Qualcuno tra infermieri e medici scherzando, ma non troppo, dice agli altri di aver visto due renne volare e sfrecciare davanti le finestre e che in cielo si comincia a vedere un’immensa cometa proprio sopra l’ospedale. Sull’angelico viso finalmente le lacrime sono di gioia. Si chiudono gli occhi ma non si spegnerà più il sorriso che illumina il suo volto.

Disse la volpe al Piccolo Principe che “non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”. Nulla lo dimostra più di quanto accade quel dì. Il giorno in cui non ricordiamo un evento lontano nella Storia ma in cui il Creatore si fa creatura, il giorno in cui la tenerezza di Dio scende sull’Uomo e sul suo cammino. La Buona Novella che conforta i cuori e consola gli afflitti, la forza dell'Amore che s'incarna e trasforma il mondo. Non il ripetersi di una vacua tradizionalità o la ricerca di un festone immenso pieno di chissà quali luci che non fanno vedere l’unica vera, accesa dalla tenerezza del Bambino nella culla che com-muove. Sarà Natale per chi non sa cosa l’aspetta l’indomani e vive nell’incertezza e nella paura, sarà Natale per chi sopravvive ai margini delle nostre città e che – nella frenesia e nella corsa quotidiana – nessuno vede. Sarà Natale nei slum delle periferie della Storia e nei paesi dilaniati dalle guerre. Sarà Natale per chi sogna in viaggio un futuro migliore. Sarà Natale asciugando le lacrime di chi attende la Buona Novella, accendendo comete nei cuori. Sarà Natale per chi soffre in un letto d’ospedale, in una casa di riposo, per chi è solo e si sente abbandonato e cerca solo autentica umanità, una dolce, commovente carezza il cui calore scenda come balsamo nel cuore.

Ciranovagabondo