24 marzo, veglia a Miracoli per i Missionari Martiri
Nel ricordo di Mons. Romero, presto beato
Pasqua 2015
Il 24 marzo 1980 gli squadroni della morte di Roberto D’Aubuisson assassinarono Mons. Oscar Arnulfo Romero, vescovo di San Salvador, mentre stava celebrando messa nella cappella dell’Ospedale della Divina Provvidenza. Il colpo sparato dall’assassino recise la vena giugulare mentre Mons. Romero elevava l’ostia per la consacrazione. Dopo la morte del suo fraterno amico padre Rutilio Grande iniziò per Mons. Romero un percorso di fede e di amore al suo popolo, di com-passione delle sue sofferenze che lo avevano portato, proprio il giorno prima del suo assassinio, ad affermare pubblicamente che la legge di Dio è più importante di qualsiasi legge umana e che, se bisogna scegliere tra le due, è doveroso scegliere Cristo e la legge di Dio. Il suo stesso funerale fu testimonianza della situazione in cui erano costretti il popolo e la Chiesa salvadoregni. Durante le esequie, l'esercito aprì il fuoco sui fedeli, compiendo un massacro.
Padre Grande (per il quale la Chiesa salvadoregna ha recentemente istruita la causa di canonizzazione), assassinato il 12 marzo 1977 mentre insieme a due campesinos si recava a celebrare la Santa Messa, fu una persona importantissima nella vita di Mons. Romero. Afferma Mons. Vincenzo Paglia, postulatore della causa di Mons. Romero che “è impossibile comprendere Romero senza comprendere Rutilio Grande”. Padre Rutilio fu anche maestro di cerimonie alla consacrazione episcopale di Mons. Romero. Al suo funerale, Mons. Romerò disse “l’amore vero è quello che porta Rutilio Grande alla morte mentre dà la mano a due contadini. Così ama la Chiesa: con loro muore e con loro si presenta alla trascendenza del cielo. Li ama. È significativo che mentre padre Grande sta andando verso il suo popolo per portare l’Eucaristia e il messaggio della salvezza, proprio allora cade crivellato. Un sacerdote con i suoi contadini, verso il suo popolo per identificarsi con loro, per vivere con loro, non per ispirazione rivoluzionaria, ma per ispirazione d’amore, e precisamente perché è amore quello che ci ispira, fratelli”. Papa Francesco ha raccontato di aver “conosciuto Rutilio Grande una volta in una riunione di latinoamericani, tuttavia non parlai con lui. Dopo la sua morte me ne interessai molto. Lasciò il 'centro' per andare alla periferia. Un grande”.
Nel 1983 San Giovanni Paolo II rese omaggio alla tomba di Mons. Romero e nel 2000, in occasione del giubileo, lo citò nel testo della “celebrazione dei Nuovi martiri”, riprendendo le parole da lui stesso inviate il giorno dell’assassinio “il servizio sacerdotale della Chiesa di Oscar Romero ha avuto il sigillo immolando la sua vita, mentre offriva la vittima eucaristica”. L’11 Marzo scorso Mons. Paglia, durante una visita in Salvador, ha reso noto che l’arcivescovo martire diventerà beato il prossimo 23 maggio e la cerimonia si terrà a San Salvador. Il passo decisivo prima della beatificazione è stato il riconoscimento che il martirio è avvenuto in odium fidei, in odio alla fede. Un odio cieco, disumano che quotidianamente vede la Chiesa universale vittima di persecuzioni, atrocità, omicidi. Quest’anno, per il ventitreesimo anno, nel giorno della morte di Mons. Romero la Chiesa ha celebrato la Giornata dei Missionari Martiri. Nella nostra diocesi la Veglia, per tutti i martiri (di ieri e di oggi), è stata celebrata, come già negli anni scorsi, nella Basilica della Madonna dei Miracoli, presieduta da Mons. Michele Carlucci.
Alessio