Facciamo il punto-disarmo con Banca Intesa!
"La promessa di Banca Intesa di uscire dal commercio delle armi testimonia la concretezza delle proposte che il movimento contro la guerra sta costruendo" - commenta Andrea Trentini, coordinatore del Gruppo di Azione Nonviolenta - costruire un mondo senza guerra e senza terrorismo passa da scelte di progressivo disarmo mondiale". La giornata del 19 marzo è simbolica perché proprio a Roma viene lanciata la Rete italiana per il Disarmo che dopo aver salvato i principi cardine della legge 185/90 sul commercio delle armi, si propone di diventare un luogo di elaborazione e mobilitazione su uno dei temi centrali per la costruzione della Pace ( info su www.disarmo.org)
Nella nota stampa di Banca Intesa diffusa giovedì 18 marzo viene scritto che ''Banca Intesa ha deciso di sospendere la partecipazione a operazioni finanziarie che riguardano l'esportazione, l'importazione e transito di armi e di sistemi di arma''. La promessa di Banca Intesa di uscire dal commercio delle armi va nella direzione richiesta dalla campagna "Manca Intesa" che il GAN ha lanciato a Trento lo scorso lunedì 1 marzo. Ma crediamo che la riserva fatta da Banca Intesa si riserva rispetto al "valutare autonomamente operazioni che, pur rientrando fra quelle previste dalla legge 185/90, ma non abbiano caratteristiche di banca armata'' debba tenere in sospetto i correntisti e tutti i cittadini che hanno rapporti con questo istituto di credito. La Campagna Banche Armate ha dichiarato che manterrà un particolare controllo sui movimenti finanziari del gruppo di Banca Intensa. Gia altri gruppi bancari avevano promesso di uscire dal sostegno al commercio delle armi e tra questi c'è il Gruppo Unicredit, al quale qui in Trentino si sono fuse le Casse di Risparmio di Trento e Rovereto (CARITRO). Ma purtroppo dobbiamo rilevare che nella relazione del 2002 redatta dal "Ministero dell'economia e delle finanze" il gruppo Unicredit compare ancora per il 6,77% del totale delle operazioni. Come cittadini attivi nei mondi della pace chiediamo chiarimenti per il continuo coinvolgimento nei "mercati di morte".
In Trentino si è creata una forte pressioni verso il tema delle "tesorerie disarmate", una campagna promossa dalla Rete di Lilliput del Trentino che mira a far inserire una voce relativa al finanziamento del commercio di armi, nei prossimi bandi per le gare d'appalto per le tesorerie comunali, provinciali e, per quanto di loro competenza, degli enti pubblici non territoriali. Tra questi è bene ricordare l'Università di Trento che ha affidato la propria tesoreria al gruppo Banca Intesa basandosi solo sul principio di "economicità" e non valutando altri possibili principi morali o etici.