Centro di Educazione alla Pace di Rovereto

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A Rovereto parte la raccolta firme 'Un'altra difesa è possibile'

Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta “UN’ALTRA DIFESA E’ POSSIBILE” che si articolerà nella raccolta di firme per la Legge di iniziativa popolare
“Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta”.

IL NOSTRO OBIETTIVO

Di fronte alla drammatica crisi economica e sociale del Paese, che sostanzialmente non ha sfiorato lo strumento militare l’intenzione dei promotori di questa azione è quella di compiere un “passo in avanti” promuovendo congiuntamente una Campagna per il disarmo e la difesa civile.
L’obiettivo è quello della costituzione di Dipartimento che indirizzi il contributo alla difesa civile con le proprie autonomie e modalità di lavoro delle varie componenti oggi esistenti fra cui il Servizio civile, i Corpi civili di pace, la Protezione civile oltre ad un ipotizzato Istituto di ricerca su Pace e Disarmo.
Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale: la possibilità di assolvere all’obbligo costituzionale dell’articolo 52 con una struttura di Difesa civile alternativa a quella prettamente militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.
Se il percorso della Legge di iniziativa popolare arriverà a compimento il Dipartimento che ne scaturirà sarà il luogo in cui sperimentare nuovi approcci e in cui rendere concreta l’idea di un modo più intelligente e meno cruento di proteggere la vita di tutti i cittadini.

COSA CAMBIERA’
Un Dipartimento per la Pace
I Corpi Civili di Pace (dopo la sperimentazione già in corso) ed un Istituto di Ricerca sulla Pace e sul Disarmo troveranno la loro casa.

Una nuova prospettiva
Finalmente gli articoli 11 e 52 della Costituzione potranno trovare compimento e fornire all’Italia strumenti più efficaci di intervento nei conflitti.

L’opzione fiscale
A tutti i cittadini, tramite una semplice scelta in sede di dichiarazione dei redditi, sarà data l’opportunità di sostenere una forma di difesa non armata e nonviolenta.

parte Rovereto difesa popolare nonviolenta

La Campagna “Un’altra difesa è possibile” inoltre è l’occasione per riflettere collettivamente sul senso della difesa, oggi: da quali minacce la sicurezza del nostro Paese dev’essere difesa? Dalla precarietà, dall’ignoranza, dalle mafie, dal dissesto idrogeologico, dai terremoti…o da pericoli di aggressione bellica internazionale? Per difenderci da queste minacce, reali e costanti, siamo sicuri che le armi più efficaci siano quelle che sparano e uccidono, prodotte e commercializzate dalle industrie belliche nazionali e multinazionali, alle quali il bilancio dello Stato versa ingenti somme sottratte alle altre difese?

La legge, composta da quattro articoli, prevede la costituzione del Dipartimento per la difesa civile, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, al quale afferiscono i Corpi civili di pace (di cui una prima sperimentazione è inserita nella legge di stabilità del 2013) e l’Istituto di ricerca sulla pace e il disarmo (da istituirsi con apposita legge successiva). Il Dipartimento ha tra i propri compiti più importanti la predisposizione di piani per la difesa civile, non armata e nonviolenta, la loro sperimentazione e attuazione; lo svolgimento di attività di ricerca per la pace e il disarmo per la graduale sostituzione della difesa armata con quella civile nonviolenta; il favorire la prevenzione dei conflitti armati, la mediazione, la riconciliazione, la promozione dei diritti umani, la solidarietà internazionale, l’eduducazione alla pace. Questi sono, di fatto, la declinazione del primo compito indicato dall’articolo 4: “difendere la Costituzione, affermando i diritti civili e sociali in essa enunciati, la Repubblica e l’indipendenza e libertà delle istituzioni democratiche del Paese”. La realizzazione di questi compiti, specifica l’art. 1, avviene in stretta collaborazione con il Dipartimento per la protezione civile, il Dipartimento dei vigili del fuoco, il Dipartimento della gioventù e del Servizio civile nazionale.

Le attività del Dipartimento saranno inizialmente finanziate attraverso un apposito “Fondo nazionale per la difesa civile, non armata e nonviolenta” (art.2) di 100 milioni annui (dei quali solo il 10% utilizzabile per le spese interne di funzionamento), recuperati dalla riduzione delle spese per i sistemi d’arma del Ministero della Difesa (per esempio i caccia F35), ai quali si aggiungerano man mano le quote derivanti dai cittadini contribuenti, che vorranno versare il 6 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche: una vera e propria “opzione fiscale” a beneficio della difesa civile (art.3). Il budget recuperato direttamemente dai cittadini verrà integrato da corispondenti risparmi nella spesa pubblica sul capitolo “Difesa e sicurezza del teritorio”, ossia con la dismissione delle caserme (art.4).

La Campagna è, dunque, una grande prova organizzativa, politica e culturale del movimento per la pace. A 100 anni dalla “grande guerra”, che ha segnato il passaggio moderno e definitivo alla guerra tecnologica, è giunto ormai il tempo di passare dalla retorica della pace, che prepara sempre nuove guerre, alla politica per la pace che ne prepara e costruisce la difesa. Che essendo “civile, non armata e nonviolenta” ha bisogno della patecipazione di tutti, a cominciare dall’impegno di ciascuno nella raccolta delle firme necessarie.

La Campagna (promossa da Conferenza Nazionale Enti di Servizio
Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace)

http://www.difesacivilenonviolenta.org