[10] AFRICA - Nuove Guerre Nuovi Traffici Grandi Affari

Text:

Source App: [AFRICA - Nuove guerre nuovi traffici grandi affari - Inbox - Netscape Folder]

Subject: AFRICA - Nuove guerre nuovi traffici grandi affari Date: Sun, 18 Jul 1999 12:28:43 +0100 From: "serv. informazioni Congosol" <congosol@neomedia.it> To: gruppi 1 2 <congosol@neomedia.it>




fonte: il Manifesto del 17 Luglio 1999 ----------------------------------------------------------------------------
AFRICA Nuove guerre nuovi traffici grandi affari di Francesco Malgaroli


Anche l'Africa, principalmente quella sub-sahariana, puo' essere "un mercato attraente". Soprattutto se la merce in questione e' rappresentata da armi, munizioni ed esplosivi. Ma non armi qualsiasi e soprattutto non armamenti pesanti. Cio' che va per la maggiore sono i kalashnikov, i fucili a ripetizione, i lanciarazzi, le mine - che dovrebbero essere al bando - i mortai. Tutti strumenti perfetti per le guerre leggere, fatte di fazioni in lotta tra loro, combattute in Africa. In alcune aree del continente un Ak 47 puo' costare anche soltanto sei dollari, circa dodicimila lire.

In sintesi e' questo il quadro che emerge da un rapporto diffuso dal Sipri, lo Stockholm international peace research, e confermato - con precisazioni e aggiunte - da un documento del Dipartimento di stato americano. Il Sipri fa notare che in Africa si combatte il maggior numero di guerre al mondo: nel 1988 sono stati registrati 11 conflitti maggiori, vale a dire guerre alle quali si possono attribuire almeno mille morti. Guerre che, come e' facile intuire, determinano un alto numero di persone sfollate: dei 22 milioni di rifugiati fuggiti dai loro paesi e censiti lo scorso anno, afferma il Sipri, oltre 8 milioni erano di origine africana. Ad essi vanno aggiunti i profughi che restano comunque all'interno delle zone di guerra.

Al Sipri fa eco il Dipartimento di stato americano. Nella sua relazione si legge che "la proliferazione di armi leggere pagate in contanti, con diamanti di contrabbando o altri beni simili non sono la causa delle guerre africane, ma le hanno rese molto piu' lunghe e letali". All'origine di questo nuovo mercato sta una ragione strettamente commerciale: all'offerta dei produttori di armi, grandi e piccoli - che negli ultimi dieci anni hanno dovuto sbarazzarsi di arsenali diventati inutili e di costoso mantenimento - corrisponde una domanda ben precisa, nelle guerre africane servono appunto armi leggere, di facile trasporto e pronto utilizzo.

Al momento in Africa si combatte in Angola, Congo-Brazzaville, Congo ex Zaire, Etiopia, Eritrea, Ruanda, Somalia e Sudan. Ma bisogna anche considerare conflitti per cosi' dire minori in Burundi, Ciad, Gibuti, Senegal, Uganda. I principali fornitori sono la Russia e la Cina, ma l'elenco si arricchisce grazie al contributo di Bielorussia, Brasile, Bulgaria, Corea del nord, Romania e Slovacchia.

Come tutti i mercati, anche quello della guerra cambia con il cambiare dei tempi. Tanto per cominciare la vendita diretta da stato a stato e' diminuita sensibilmente: era pari a 4270 milioni di dollari all'anno nel 1988, era scesa a 270 milioni di dollari nel 1995. Gli Stati Uniti dicono di non disporre di alcuna cifra circa il commercio clandestino, i cui affari vanno invece a gonfie vele dal momento che proliferano i gruppi di guerriglieri, si moltiplicano le fazioni in conflitto tra loro e le guerre si diffondono come epidemie da un paese all'altro. In generale, i conflitti hanno acquisito una dimensione regionale, dal Corno d'Africa ai Grandi Laghi gli esempi si sprecano.

Tra le vittime di questi conflitti c'e' una categoria speciale: i minori. Secondo l'Unicef negli ultimi dieci anni sono morti due milioni di bambini, tra i 4 e i cinque milioni sono stati mutilati, 12 milioni sono sfollati, e piu' di un milione hanno perso i genitori. Per non parlare poi di quella sotto-categoria tutta speciale - e terribile - intorno al cui proposito non esistono dati certi: i bambini-soldato. Secondo il Dipartimento di stato i livelli di instabilita' che si registrano in altri paesi possono far preludere all'esplodere di nuove guerre civili. Gli armo-trafficanti dispongono di rotte preferite per garantire la consegna della merce ai committenti. In testa alla lista dei punti di ingresso ci sono Entebbe (Uganda), Kigali (Ruanda), Goma (Congo ex Zaire) Beira (Mozambico), Juba (Sudan), Dar es Salaam (Tanzania), Durban (Sudafrica) Mombasa (Kenya), Luanda (Angola), Monrovia (Liberia).

Anche le conseguenze economiche di queste guerre in Africa acquistano una dimensione speciale. Due anni fa una riunione dei paesi africani indico' come obiettivo per il continente il dimezzamento della poverta' entro il 2015. Per riuscirci ci vuole un tasso di crescita pari al 7% annuo, ma la maggior parte degli africani vive in paesi le cui prestazioni economiche nell'ultimo anno hanno avuto segno negativo.

E le guerre sono state il fattore decisivo nel determinare il calo.


---------------------------------------------------------------------------- Servizio informazioni Congosol http://www.peacelink.it/users/bukavu/csol/congosol.html

Il materiale contenuto in questa comunicazione puo' non rispecchiare sempre il punto di vista del Servizio. Di fronte alla necessita' di offrirvi queste informazioni rapidamente, il Servizio sceglie di non essere sempre in grado di verificarle, e non puo' essere ritenuto responsabile della precisione delle fonti originali. Ci scusiamo con tutti coloro che hanno gia' ricevuto questo documento. --------------------------------------------------------------------- -------



Prev | Next | Contents