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MAKOBOLA? VERSO UNA 'KASIKA 2' (STANDARD, GENERAL)
Zona chiusa, un massacro capillare con donne, bambini e anziani, quali principali quanto involontarie vittime. I dettagli che via via giungono da Makobola (Uvira, Sud Kivu, Repubblica Democratica del Congo) rendono l'eccidio di cui è stata teatro, circa una settimana fa, sempre più simile a quello di Kasika dell'agosto scorso. A centinaia sono stati trucidati, principalmente col machete, tanto che diverse fonti della MISNA indicano un innalzamento del bilancio sopra i 500 morti. Notizie che riescono a trapelare nonostante la zona sia stata chiusa dai militari dello schieramento della Coalizione Democratica Congolese. Cioé dallo schieramento ruando-ugando-congo-banyamulenge che il 2 agosto scorso ha dato il via alla guerra nell'ex-Zaire. I suoi vertici, volendo smentire in varie forme la strage di Makobola, hanno anche affermato che la zona aveva una scarsa popolazione e pertanto il numero di vittime non può essere che infondato. "Makobola era molto popolata invece" ha confermato alla MISNA una fonte civile congolese di cui si mantiene l'anonimato. "Come a Kasika - ha proseguito - al termine hanno anche incendiato sia corpi che immobili". Per quanto riguarda il presunto principale responsabile dell'eccidio, soprannominato Shetani (dèmone), altre fonti civili lo hanno identificato come un ufficiale dell'esercito governativo ruandese protagonista di diversi fatti di sangue nel Sud Kivu, specialmente nei confronti di rifugiati hutu. "Il fatto che la notizia del massacro sia trapelata - temono esponenti della società civile - potrebbe purtroppo portare a nuovi gravi fatti di sangue nel prossimo futuro". (CO)
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