DEI MORTI SENZA NUMERO ALL'OMBRA DI KABILA

Di STEPHEN SMITH, LIBERATION il 20/5/97

tradotto da Anne Marie Chiesa

 

190000 persone date per disperse, secondo MSF

Dei morti senza numero all'ombra di Kabila

Un rapporto di MSF denuncia i massacri di Hutu

Secondo MSF, l'attacco ai campi da parte dei combattenti di Laurent

Kabila avrebbe fatto 'parecchie migliaia di morti' alla frontiera

angolana.

 

L'insieme delle equipe di MSF sul posto, di diverse sezioni nazionali, ha appena contribuito alla stesura di un rapporto sulla sorte dei rifugiati hutu nell'est dello Zaire, da cui si pu_ dedurre una 'strategia di sterminio' del movimento di Laurent-Desire Kabila e stima a 190000 il numero delle persone date per disperse. In questo rapporto redatto in inglese del 16 maggio, di cui Liberation ha ottenuto una copia, il numero globale dei rifugiati hutu dispersisi nella foresta zairese e' valutato a 340000. Gli attacchi di fine ottobre/inizio novembre, quando erano raggruppati nei campi vicini alla frontiera zairese-rwandese intorno a Goma e Bukavu, questi rifugiati sono scappati dai combattimenti, qualchevolta,attraverso lo Zaire per 1500 Km, oppure si sono nascosti nella foresta equatoriale, alcuni fino ad oggi. In base a testimonianze precise, MSF attribuisce all'AFDL 'una strategia deliberata il cui scopo e' quello di eliminare tutti i rifugiati rwandesi rimanenti, ivi compresi le donne e i bambini'.

 

L'odissea dei rifugiati hutu ha inizio, l'autunno scorso, contemporaneamente alla 'guerra di liberazione' dell'Alleanza di Laurent-Desire Kabila. Presi tra due fuochi - degli ex militari rwandesi e degli estremisti hutu armati rimasti mescolati in mezzo a loro -, circa 900000 rifugiati, su un totale di pi=95 di 1,2 milioni, rientrano in Rwanda e Burundi, mentre circa altri 340000 fuggono all'interno dello Zaire. All'epoca Rwanda e Stati uniti minimizzano il loro numero, arrivando sino a negare che ci fosse ancora 'un numero significativo' di rifugiati hutu in Zaire. Da parte sua l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (HCR), accusato di aver protetto dei 'genocidari' responsabili dello sterminio dei Tutsi in Rwanda nel 1994, non tenta l'impossibile per ritrovarli. E' solo a meta' dicembre che una massa importante di rifugiati - circa 160000 - riappare e si ragruppa in due campi Tingi-Tingi e Amisi. Ma gli aiuti non arrivano che con il conta gocce, e la razione quotidiana distribuita non supera in media le 900 calorie, sebbene l'HCR valuti il minimo vitale a 1900 calorie per persona. A fine febbraio, ripresi dal fronte, questi rifugiati vengono di nuovo dispersi manu militari. Circa 85000 finiscono per ritrovarsi in una corona di campi a sud-est di Kisangani, su l'asse ferroviario verso Ubundu. Allorche' la soglia di allarme d'urgenza e' di due morti al giorno per 10000 rifugiati, il tasso di mortalita' in questi campi arriva fino a 40 morti su 10000 rifugiati. Ne risulta che, dei 160000 rifugiati di Tingi-Tingi e di Amisi, almemo 20000 sono morti di fame o per epidemie.

Dal 21 al 24 aprile, gli 85000 superstiti a Sud di Kisangani sono stati presi come bersaglio dai soldati rwandesi, identificati come tali dall'equipe di MSF sul posto. Un numero ignoto di rifugiati verra' massacrato o, spinto di nuovo nella foresta, morra' di stenti o per malattia. Oggi solamente circa 50000 tra loro sono stati ritrovati. Tra quest'ultimi, circa 32000 sono stati rimpatriati dall'ONU in ... Rwanda, il cui regime - dall'estate 1994 dominato dalla minoranza tutsi - e' all'origine del loro calvario. Il 26/4, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha accusato il movimento di Laurent Kabila, militarmente sostenuto dal Rwanda, di puntare al 'lento sterminio' dei rifugiati. Cercando di discolparsi, il capo dei ribelli ha allora affidato, il 7/5, una 'missione per facilitare il ritorno dei rifugiati' a Jean-Jacques Andrieux, direttore dell'Associazione Francese per la salvaguardia dell'infanzia e dell'adolescenza (AFSEA). Quest'ultimo era andato a trovare il capo dei ribelli a Lubumbashi in compagnia del generale Jeannou Lacaze, ex capo di stato maggiore dell'esercito francese ed ex consigliere militare del presidente Mobutu. Mentre ammetteva che c'e' 'una grande parte diplomatica in questo affare' e che Laurent Kabila tenta di 'riallacciare il dialogo' con Parigi, molto agguerrita nella denuncia dei massacri commessi, Jean-Jacques Andrieux si indigna all'idea di essere stato scelto per la sua vicinanza al potere - e' il primo sostituto di Jacques Toubon nel comune del XIII arrondissement di Parigi.

Secondo il rapporto di MSF, migliaia di rifugiati Hutu, dopo aver attraversato tutto lo Zaire a piedi su una distanza superiore a quella tra Parigi e Varsavia sono arrivati a Mbandaka, sul fiume Congo. Nel primo gruppo, costituito logicamente dai piu' validi, la percentuale di donne non e' piu' dell'8%, quella dei bambini piu' del 2% ...

Molto piu' a Sud, alla frontiera angolese, altri rifugiati che hanno camminato per 4 mesi vengono apparentemente da Shabundu. E' la che alla fine del mese di dicembre, la Croce Rossa Internazionale (CICR) aveva valutato a 60000 un raggruppamento di rifugiati di cui l'HCR non doveva piu' ritrovarne che, a meta' gennaio, circa 40000. Secondo MSF,l'attacco a questi campi da parte dei combattenti di Laurent Kabila avrebbe fatto 'diverse migliaia di morti'. In questa regione, sotto il controllo dell'AFDL da fine gennaio, un numero sconosciuto di rifugiati hutu continua a nascondersi. Continuerebbero ad essere sistematicamente perseguitati, a tal punto che, in occasione di un 'seminario ideologico' tenutosi dal 17 al 23/3, i 'capi villaggio' sono stati sollecitati ad aiutare i militari a 'ripulire le strade' dai cadaveri e dalle ossa. Attorno a Kugulube, a 170 km ad ovest di Bukavu, due soldati di guardia sono appostati ad ogni chimoletro lungo la strada per 'accogliere' gli Hutu che escono dalla foresta alla ricerca di cure e cibo.

 

La decisione di far conoscere pubblicamente un rapporto sconvolgente per i nuovi padroni dello Zaire non e' stata presa senza reticenze in seno alle diverse sezioni - francese, belga, olandese ... - di MSF. Ma, alla fine, si e' costruito un consenso attorno al 'dovere di testimonianza'. Dispiacendosi che non abbia potuto essere stabilito un bilancio globale per i rifugiati morti nell'est dello Zaire, un responsabile dell'o.n.g. stima che 'bisogna continuare a lavorare per poter, almeno, indicare un ordine di grandezza. Altrimenti, dopo i morti senza nome, il mondo rischia di abituarsi ai morti senza numero'.