RAPPORTO Medécin Sans Frontiéres
tradotto da Anne Marie Chiesa
Nell'est, una brutale strategia di eliminazione.
Ecco i principali passaggi del rapporto di MSF sui rifugiati.
"Tutti gli ex-FAR ed Interhamwe dovevano essere eliminati - e' deplorabile che utilizzino le donne e i bambini come scudi umani."
Alle fine del mese di ottobre e all'inizio del mese di novembre 1996, le truppe dell'Alleanza delle Forze Democratiche per la Liberazione del Congo-Zaire (AFDL) hanno attaccato dei campi profughi nell'est dello Zaire. (...). Questi attacchi hanno segnato l'inizio di un periodo in cui i rifugiati - locali e le popolazioni sfollate - hanno sofferto di un degrado costante della loro situazione umanitaria. Durante questo periodo, sono stati vittime di serie violazioni dei diritti umani, subendo intimidazioni, maltrattamenti ed assassini, mentre si vedevano rifiutare, nel contempo, un'assistenza ed una protezione sufficienti. (...)
Secondo le cifre dell'Alto Commissariato per i Rifugiati (HCR) e altre stime non pubblicate c'erano piu' di un milione e 200000 rifugiati rwandesi e burundesi nei campi zairesi appena prima degli attacchi dell'Alleanza. Almeno 900000 tra di essi sono rientrati nei loro paesi di origine. Si valuta che 340000 sono ancora in Zaire, nascosti sulle colline e nelle foreste della regione del Kiwu, in regioni controllate dall'AFDL, o in fuga verso il nord-ovest, davanti alla linea del fronte. (...)
Medecins Sans Frontieres valuta che, dei 340000 rifugiati rimasti in Zaire, 190000 sono, attualmente, dati per dispersi senza che li si possa localizzare. La maggioranza dei rifugiati dello Zaire rimangono molto dispersi e in gran parte inaccessibili per le organizzazioni umanitarie. (...)
Il campo di Tingi-Tingi
A meta' dicembre 1996, gruppi di rifugiati, che erano stati espulsi a forza dai campi dell'est dello Zaire, durante gli attacchi dell'AFDL e in ottobre e in novembre, e che d'allora erano dati per dispersi, sono riapparsi. (...). MSF ha potuto intervenire a Tingi-Tingi a partire dal 15 dicembre, quando le attrezzature sanitarie di base erano operative. Al nostro arrivo a Tingi-Tingi, lo stato di salute dei rifugiati era buono, ed e' stato tenuto sotto controllo fino al 7 febbraio allorche' gli organismi umanitari non hanno potuto piu' mantenere una presenza permanente nei campi a causa della vicinanza dei scontri. Il sistema di sorveglianza messo in atto ha successivamente mostrato che lo stato di salute dei rifugiati si e' progressivamente deteriorato, essenzialmente per la mancanza di un'approvvigionamento adeguato di cibo. Tra il primo giorno di distribuzione dei viveri, il 27 dicembre, e il 24 gennaio e' stata fornita ai rifugiati una razione quotidiana equivalente a 900 calorie per persona (l'HCR raccomandava 1900 calorie al giorno per persona). (...) I bambini hanno sofferto in maniera sproporzionata, rispetto al loro numero. Dal 18 dicembre al 7 febbraio, MSF ha registrato un totale di 1045 decessi, di cui 568 (ossia 54,4%) tra i bambini al di sotto dei 5 anni. Il tasso di mortalita' medio era di 2,5/10000 al giorno (...).
Gli attacchi ai campi di Kasese
A partire dal 17 aprile 1997, si notava un'importante presenza militare a Kisangani e numerosi soldati venivano identificati come rwandesi. Alcuni di coloro che scortavano MSF durante l'ultima visita autorizzata ai campi erano rwandesi mentre in precedenza si trattava di soldati originari della regione del Katanga. Le violenze e le minacce contro i rifugiati e contro la popolazione locale si verificavano quotidianamente, il numero di incidenti non cessava di aumentare ed essi diventavano sempre piu' visibili (...). Nella notte dal 19 al 20 aprile, alcuni abitanti del villaggio hanno attaccato un treno carico di viveri forniti dal Programma Alimentare Mondiale dopo che questo era stato fermato dai militari. Il 20 aprile sei paesani sono stati uccisi a Kasese. Tra il 21 e il 23 i campi di Kasese sono stati attaccati. Il leader dell'AFDL, Laurent Kabila, ha accusato i rifugiati di essere responsabili di questi attacchi contro gli abitanti del villaggio. (...) Le organizzazioni umanitarie non hanno avuto accesso ai campi neanche una volta tra il 21 e il 25 aprile. Tuttavia, alcune testimonianze ricevute venivano a contraddire le spiegazioni dell'AFDL.
Il 23 aprile, l'HCR e i giornalisti sono stati autorizzati ad entrare nei campi di Kasese e li hanno trovati vuoti: tutti i rifugiati, ivi compresi i malati e i 9000 bambini, erano spariti. La visita ai campi e' stata interrotta in seguito a spari ravvicinati - l'AFDL sosteneva che si trattasse di combattimenti -, e non e' stato possibile andare a vedere piu' da vicino alcune fosse comuni sospette. Il 28/4, MSF ha ottenuto l'autorizzazione ad entrare nei campi di Kasese e di Biaro. Tutte le infrastrutture sanitarie erano scomparse cosi come tutti i rifugiati che erano in cura. Prima degli attacchi, MSF aveva ricoverato 1250 rifugiati a Kasese e Biaro. In quest'ultimo campo, dove MSF aveva assistito 15000 dei 35000 rifugiati, 5000 erano giudicati troppo malati per poter camminare neppure per dei brevi percorsi. Questi 6250 rifugiati erano troppo deboli o troppo malati per fuggire, ed e' inverosimile che abbiamo potuto sopravvivere un'intera settimana senza assistenza medica. (...) In totale, circa 85000 rifugiati erano scomparsi dai campi di Kasese e di Biaro.
Regione di Bukavu - Shabunda
(...) Avendo ottenuto il permesso dell'AFDL, MSF ha effettuato una missione esplorativa a fine marzo-inizio aprile 1997 sull'asse ovest che collega Bukavu, via Kigulube, a Shabunda. Questo viaggio ha sollevato grosse inquietudini da parte nostra riguardo alle violazioni dei diritti umani in questa regione. Varie fonti locali e straniere ci hanno riportato che i militari uccidevano rifugiati; il che era stato pratica comune nel corso dei mesi prededenti e andava avanti. All'inizio, secondo queste fonti, i militari prendevano di mira i rifugiati di sesso maschile, adulti ed adolescenti, ma, piu' recentemente gli stessi cominciavano anche ad uccidere le donne e i bambini. Un comandante militare ha confidato direttamente a MSF:"Tutti gli ex-FAR e gli Interhamwe dovevano essere eliminati - e' deplorevole che utilizzino le donne e i bambini come scudi umani." (...) I comandanti militari e il personale della Societa' Nazionale di Informazione (SNR), un servizio segreto costituito recentemente (dall'AFDL), hanno spiegato a MSF di aver cominciato a recarsi nelle foreste per ricercarvi i rifugiati ma di aver incontrato alcune difficolta' nel localizzarli. E' stato esplicitamente rilevato che, per questo motivo, avevano bisogno della presenza degli organismi internazionali: i rifugiati rendendosi conto della presenza di ONG nella regione avrebbero cominciato ad uscire dalla foresta. Sarebbero stati allora inseguiti e uccisi dai militari. (...)
Regione del nord Kivu - Masisi
(...) Le principali vittime (...) sono i rifugiati hutu, di cui un numero sconosciuto si nasconde sempre nelle foreste del nord Kivu, cosi come i civili hutu dello Zaire che sono presi come bersaglio dall'AFDl per la loro origine etnica e il loro presunto sostegno agli ex-FAR, Interhamwe ed estremisti hutu armati, ma che sono anche vittime di manovre di intimidazione da parte di quest'ultimi. Testimoni oculari narrano di fosse riempite di corpi di donne, di abiti di bambini e di altri resti umani nella regione ovest di Masisi.
Conclusioni
(...) Dagli attacchi dell'AFDL sui campi profughi dell'est dello Zaire nell'ottobre/novembre 1996, la situazione umanitaria di questi rifugiati (...) si e' costantemente degradata. Attualmente, non puo' essere che definita drammatica. In larga misura, cio' appare come il risultato di una strategia deliberata dell'AFDL mirante all'eliminazione di tutti i rifugiati rwandesi rimanenti, ivi compresi le donne e i bambini. L'ostruzione sistematica dell'AFDL agli sforzi delle organizzazioni umanitarie per fornire viveri ed assistenza medica ai rifugiati si traduce, de facto, in una negazione del loro diritto ad una protezione e ad una assistenza adeguate. (...)
Nelle zone in cui i rifugiati si sono dispersi e nascosti nelle foreste
cosi come al momento degli attacchi ai campi, la strategia di sterminio
dell'AFDl ha significato anche l'assassinio dei rifugiati (...). Tali uccissioni
indiscriminate non hanno avuto luogo in un contesto di combattimenti (...).