traduzione italiana di Anne Marie Chiesa
Federazione Internazionale delle Leghe per i Diritti dell'Uomo (FIDH) Associazione per la Difesa dei Diritti dell'Uomo (AZADHO)
CONGO - ZAIRE / CONGO - BRAZZAVILLE NUOVA VITTORIA DELL'AUTORITARISMO E DELLA VIOLENZA
INTRODUZIONE
L'Africa Centrale si deve confrontare una volta di piu' con una grave crisi. I recenti avvenimenti in Congo - Brazzaville e la situazione confusa che regna ancora nell'ex Zaire, minacciano la stabilita' democratica ed una effettiva ricostruzione economica nella regione. Questa situazione e' ancora piu' preoccupante perche' rischia di trascinarsi dietro quella di stati gia' fragili come il Rwanda, il Burundi, il Camerun, la Repubblica Centrafricana e l'Angola.
Questa crisi e' inoltre esacerbata dai grossi interessi economici in gioco rappresentati dall'insieme della regione e da' luogo a dei conflitti di interesse i cui principali attori sono molto spesso esterni ai paesi coinvolti, come nel caso delle multinazionali.
La fragilita' del "processo di transizione" in Congo-Zaire e l'interruzione del processo democratico nel Congo - Brazzaville hanno come conseguenza la negazione delle aspirazioni delle Societa' civili e delle forze sociali dei due Stati a maggiori liberta' ma anche delle responsabilita' nella gestione degli affari del proprio paese.
Infine, il conflitto di interessi economici, politici e strategici della Francia e degli Stati Uniti non fa' che rafforzare i rischi di instabilita' della regione. In effetti questa competizione tra le due grandi potenze comporta, in particolare nella vita politica, degli scontri armati tra i diversi attori nazionali.
I. LA SITUAZIONE NEL CONGO - ZAIRE: VERSO UN NUOVO TOTALITARISMO?
Il regime di Mobutu si e' concluso il 17 maggio 1997, dopo trentadue anni di dittatura e sette mesi di guerra tra le sue forze armate e quelle dell'Alleanza delle Forze Democratiche di Liberazione del Congo - Zaire (AFDL). La presa del potere da parte dell'AFDL e del suo leader, Laurent Desire' Kabila, non e' ancora stata seguita da manifestazioni evidenti della sua volonta' di intraprendere un reale processo democratico. Al contrario, l' AFDL e' sembrata perseguire maggiormente e imporre la sua logica rivoluzionaria, senza preoccuparsi dei sottili spazi democratici difficilmente conquistati durante la dittatura di Mobutu. In effetti, man mano che avanzava, l'AFDL si e' resa responsabile di numerose violazioni dei Diritti Umani e del Diritto Umanitario Internazionale, per poter consolidare il proprio potere, sotto il pretesto di mantenere l'ordine e la tranquillita' pubblici. La vastita' delle violazioni commesse rimane, sotto molti aspetti, sconosciuta e, in particolare per quanto riguarda gli avvenimenti nell'Est del paese, indizi concordanti sembrano attestare la perpetrazione di massacri su vasta scala. Fin da ora si possono fare le osservazioni seguenti.
I.1. La deviazione dei servizi di sicurezza dell'AFDL
In nome dell'insediamento di un nuovo ordine, sia politico che "morale", i servizi di sicurezza dell'AFDL si rendono colpevoli, quotidianamente, di gravi violazioni dei diritti umani, perpetrate al di fuori di ogni quadro legale e giuridico.
Cosi', almeno 647 persone, in maggioranza delle ex FAZ (Forze Armate Zairesi), dei saccheggiatori ma anche numerosi civili sono stati uccisi da armi da fuoco a Kinshasa e dintorni tra il 19 e il 28 maggio.
In effetti, sono stati contati 647 corpi che erano stati bruciati e/o sepolti in fosse comuni nei dintorni di Kinshasa. Altri 100 sarebbero stati semplicemente abbandonati, in stato di decomposizione, sull'altopiano di Bateke.
Parallelamente, elementi armati dell'AFDL si abbandonavano a perquisizioni illegali approfittando per estorcere e taglieggiare la popolazione civile congo-zairese. Sono state cosi' rubate, sotto la minaccia delle armi, cospicue somme di denaro e le forze dell'AFDL contribuiscono apparentemente a mantenere l'insicurezza nel paese. Inoltre, diverse persone sono state oggetto di torture e di maltrattamenti da parte di elementi armati. Secondo la logica rivoluzionaria dell'AFDL e in nome della costituzione di un nuovo ordine morale, molte ragazze sono state picchiate perche' portavano degli abiti giudicati troppo leggeri.
Infine sono stati recensiti numerosi rapimenti o sparizioni, ed in particolare 16 militari Rwandesi delle ex FAR (Forze Armate Rwandesi) in cura presso l'Ospedale Generale - ex mama Yemo. (nota: le FAR sono gli elementi appartenenti al precedente esercito rwandese che hanno perso la guerra nel 1994 contro l'APR , Esercito Patriottico Rwandese)
I.2. La liberta' di espressione seriamente rimessa in discussione.
I principali bersagli di questi attacchi sono i partiti politici, i mass media e le organizzazioni per la difesa dei diritti umani.
I partiti politici si sono visti proibire l'organizzazione di qualsiasi attivita' pubblica, a meno di appartenere all'Alleanza. Le recenti manifestazioni organizzate dall'Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) sono state giudicate illegali e represse con la forza perche' non autorizzate dal potere insediatosi mentre, nello stesso tempo, una contro-manifestazione dell'AFDL beneficiava della protezione dei servizi di sicurezza.
Per quanto riguarda i mass media, le autorita' costituite hanno promulgato nuove regole, che violano la Legge sulla stampa in vigore, regole che conferiscono loro una vera e propria ingerenza nell'informazione in Congo - Zaire. Inoltre, le autorita' si sono anche appropriate di una televisione privata, Tele Kin Malebo (TKM), tramite una nazionalizzazione, metodo utilizzato come minaccia nei confronti di altre televisioni private.
Infine, le organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani si sono viste minacciate a piu' riprese ed in particolare l'AZADHO e la Voix des Sans Voix (Voce dei Senza Voce) per aver criticato la tendenza alla deviazione verso uno Stato totalitario da parte delle nuove autorita' cosi' come numerose esazioni di cui si sono rese colpevoli a partire dal settembre 1996. Numerosi militanti dell'AZADHO, tra cui in primo luogo il Presidente, sono stati cosi' costretti a trovarsi un rifugio provvisorio fuori dal Congo - Zaire per sfuggire alle minacce di morte pronunciate nei loro confronti.
I.3. Una giustizia sbrigativa
Le nostre due organizzazioni, la FIDH e l'AZADHO, sono convinte che una buona amministrazione della giustizia e' la premessa e la condizione necessaria per la fondazione di uno Stato di diritto. Ora, le informazioni in nostro possesso ci fanno temere che una "caccia alle streghe" venga attualmente organizzata dalle nuove autorità nei confronti dei dignitari del vecchio regime. Una decina di persone sono state messe a residenza sorvegliata o arrestate in condizioni che somigliano spesso a dei "rapimenti" al di fuori di ogni procedura giudiziaria. Queste persone, qualunque sia il loro grado di responsabilità nei crimini politici o economici commessi sotto il vecchio regime, debbono beneficiare di tutte le garanzie per un processo giusto ed equo.
D'altro canto, una giustizia equa ed indipendente e' pure necessaria per la lotta contro l'impunita', indispensabile per la riconciliazione nazionale. Gli autori delle violazioni dei Diritti dell'Uomo e del Diritto Umanitario Internazionale commesse dal vecchio regime o dalle nuove autorita', devono imperativamente rispondere dei loro atti davanti ai tribunali, in virtu' degli strumenti internazionali di protezione dei Diritti dell'Uomo e del Diritto Umanitario Internazionale al quale il Congo - Zaire aderisce.
Infine, le espropriazioni colpiscono attualmente la gente e alcune proprieta' private per il solo fatto dei loro rapporti con il vecchio regime e ad esclusivo beneficio delle nuove autorita' insediate. Queste espropriazioni vengono effettuate al di fuori di ogni regola legale e sembrano escludere qualsiasi procedura di compensazione finanziaria.
II. LA SITUAZIONE IN CONGO - BRAZZAVILLE: CONFISCA DEL PROCESSO DEMOCRATICO
II.1. Contesto.
Dal 7 giugno 1993, il Congo - Brazzaville ha conosciuto una serie di avvenimenti e di scontri sanguinosi che hanno sviluppato, rafforzato e portato alla creazione di milizie e di altri gruppi paralleli. Questa successione di fatti ha preparato un terreno privilegiato per i recenti avvenimenti scatenatisi giovedi' 5 giugno scorso. La prima tappa di questa lunga serie ha avuto inizio il 7 giugno 1993, data in cui si sono verificati violenti scontri tra i partigiani del presidente Lissouba e i militanti dell'opposizione. Questi fatti sono sfociati nell'instaurazione di uno stato d'urgenza che si prolunghera' fino alla fine dell'estate e radicalizzera' le posizioni dei diversi protagonisti. La seconda fase ha avuto inizio il 3 novembre dello stesso anno, quando le truppe governative hanno voluto impossessarsi del quartiere Bakongo, feudo di Bernard Kolelas, uno dei leader dell'opposizione congolese. Il quartiere e' stato sistematicamente bombardato e ha subito numerose perdite in vite umane cosi' come l'evacuazione della popolazione. E' in questa occasione che hanno, di fatto, avuto inizio le prime operazioni di pulizia etnica di cui sono state vittime i Nibolek, originari delle regioni di Nian, Bouanza e Lkoumou. La vecchia opposizione geografica tra il nord e il sud del paese e' stata modificata per sfociare in una ridistribuzione delle influenze in tre zone distinte, i nordisti, i Nibolek e i Tcheques (Pool). Questa nuova configurazione corrispondera' al recupero di queste zone da parte dei diversi leader politici e delle loro milizie e gruppi armati.
- Le milizie fanno la legge
I Nibolek corrispondono alla milizia Zulu (assoldata dal Presidente Lissouba), i Tcheques corrispondono ai Ninjas (partigiani di Bernard Kolelas, sindaco di Brazzaville) e i Nordisti corrispondono ai Cobra, (dell'ex presidente Sassou Nguesso). Parallelamente a queste milizie altri movimenti di minore importanza partecipano al mantenimento della confusione politica che regna in Congo - Brazzaville. Si possono citare gli Squali, sotto il controllo del Sindaco di Pointe- Noire, Thysthere Tchicaya, e i Falconi, dell'ex Presidente Yombhi-Opango, vicino a Lissouba. Inoltre, l'opinione pubblica congolese tende ad assimilare gli "Aubevillois", forze di sicurezza congolesi regolari, formate sotto Lissouba, che provengono principalmente da Bouanza e Loudima, ad un'ulteriore milizia assoldata dal Presidente in carica.
Le diverse milizie si sono successivamente impegnate a consolidare l'influenza che esercitavano sui vari quartieri di Brazzaville. Questa volonta' di controllo sui quartieri ha suscitato vari scontri che hanno costretto i leader politici a firmare un Patto di Pace il 24 dicembre 1995 che prevedeva, tra le altre cose, il disarmo generale e lo scioglimento delle milizie cosi' come la reintegrazione di alcuni elementi di queste milizie all'interno dell'esercito ufficiale.
In realta' questo Patto per la Pace non e' mai stato applicato e le milizie, non essendo state disarmate, hanno continuato a controllare i loro rispettivi quartieri e ad imporre le loro regole, come la riscossione di tasse e imposte da parte dei Ninjas per attraversare il fiume Congo-Zaire tra il porto Main-bleue del quartiere Bakongo e l'altra sponda della frontiera.
L'avvicinarsi delle elezioni presidenziali previste inizialmente per la fine del mese di luglio 1997, ha accentuato il sentimento di diffidenza esistente tra i diversi attori della scena politica e, in particolare, tra Sassou Nguesso e Lissouba. Voci di un colpo di Stato e tentativi di eliminazione dei leader dell'opposizione hanno pure contribuito all'incancrenirsi della situazione e a far cadere il velo sull'inefficienza del Patto per la Pace del 1995 e dei recenti accordi del 3 giugno 1997, firmati sotto l'egida di Federico Mayor, Direttore generale dell'Unesco.
- Gli avvenimenti d'Owando e Oyo: il detonatore
Nel quadro della preparazione della propria campagna elettorale, il candidato Sassou Nguesso si e' augurato di entrare con la tipoye (sedia portata sulle spalle) nella citta' di Owando il 12 maggio 1997, ma gli e' stato impedito dai capi tradizionali, probabilmente manipolati politicamente. Durante il suo comizio che alla fine si e' tenuto ugualmente, un membro della sua guardia ha sparato e ha ucciso un militare, Ngassaki, prossimo a Yombhi - Opago, sospettato di voler attentare alla vita di Sassou Nguesso. Questo incidente ha provocato un'ondata di panico tra la popolazione che e' percio' fuggita verso la citta' di Oyo. A sua volta la citta' di Oyo e' stata teatro di violenti incidenti che hanno provocato la morte di molte persone e causato la distruzione e l'incendio di varie abitazioni. Questi fatti hanno allora assunto una nuova dimensione con l'inizio degli scontri tra i Cobra e i Falconi.
- Brazzaville: l'esplosione
Gli avvenimenti d'Owando et Oyo hanno spinto il Governo ad accelerare il processo di disarmo delle milizie e a procedere all'arresto delle persone coinvolte.
Il 5 giugno 1997, all'alba, il Governo ha dunque inviato, sotto il controllo degli Zulu, dei carri armati dell'esercito alla residenza privata di Sassou Nguesso, ufficialmente per impossessarsi dell'arsenale delle sue milizie e procedere all'arresto del Capitano Aboya, autore dell'assassinio di Owando.
Per i partigiani di Sassou Nguesso, questo dispiegamento spropositato di forze e' apparso piuttosto come una provocazione e ha accreditato le voci di un tentativo d'assassinio del loro leader. Da allora, la resistenza si e' organizzata, sono state tirate fuori le armi e distribuite alla popolazione, compresi i bambini, sono stati controllati i posti di polizia e conquistati i reggimenti dei blindati.
Tra le ore 14 e le 15, e' cominciata la guerra.
La rapidita' di questi avvenimenti dimostra che le milizie erano notevolmente ben preparate e pronte al combattimento. A titolo di esempio, i Cobra avevano sottratto, qualche giorno prima, dei pezzi meccanici essenziali per il buon funzionamento dei blindati. Questi ultimi erano dunque inutilizzabili e sono stati lasciati sul posto. I Cobra se ne sono allora impossessati e hanno rimesso a posto i pezzi mancanti in loro possesso; cio' ha consentito loro di rafforzare il proprio arsenale.
II.2. Le esazioni commesse dagli Zulu.
Tutta la popolazione di Brazaville, compresi i cittadini stranieri, e' stata considerata come belligerante da parte degli Zulu e quindi vittima di numerose esazioni.
- Uccisioni ed esecuzioni sommarie.
Numerose testimonianze dirette hanno denunciato uccisioni ed esecuzioni sommarie, sia nei confronti dei civili che dei miliziani. Un bambino di ritorno da scuola e che rientrava nel quartiere Poto-Poto (dominato dalle etnie del Nord) e' stato assassinato a sangue freddo il 5 giugno 1997. Altre violenze sono state registrate nei confronti di cittadini stranieri (stupri, saccheggi, bastonate, uccisioni...). Un'adolescente originario del Bangladesh e' stato giustiziato, l'8 giugno, nel centro della citta', mentre era uscito a comperare del pane per la famiglia. Il suo corpo e' stato sepolto nel giardino di un palazzo situato non lontano dall'Ambasciata della Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire.
Al quartiere Batignoiles, Plateau de Quinze ans, e alla fermata Palmier, non lontano dal muro dell' aeroporto Maya-Maya degli ex Zairesi, dei Congolesi appartenenti alle etnie del Nord sono stati giustiziati senza alcuna forma di processo, e le loro abitazioni bombardate o saccheggiate.
- Torture o maltrattamenti
I miliziani Zulu, cosi' come le Forze Armate Congolesi (FAC), hanno inoltre fatto ricorso alla tortura ed ad altri maltrattamenti per ottenere informazioni sulle posizioni degli avversari. Alcune persone appartenenti a delle etnie diverse da quella degli Zulu, sono state "semplicemente" sommerse da una pioggia di pallottole alle gambe perche' erano note ai miliziani.
- Violazioni del Diritto Umanitario Internazionale
Per altro, le milizie Zulu si sono rese responsabili di violazioni del Diritto Umanitario Internazionale utilizzando in particolare gli emblemi della Croce Rossa del Congo per penetrare e sfondare le linee nemiche, il che ha reso difficile e sospetto il lavoro della Croce Rossa nel campo avverso. Inoltre l'ospedale di Brazzaville e' stato utilizzato per scopi militari, con l'installazione, al terzo e al quinto piano dello stabile, di armi pesanti puntate sui quartieri di Poto-Poto, Quenze, e Mongali. Alcuni malati e loro parenti appartenenti alle etnie del Nord sono stati giustiziati e altri espulsi con violenza.
II.3. Le esazioni commesse dai Cobra
Rispondendo colpo su colpo alle esazioni commesse dagli Zulu, anche la milizia di Sassou Nguesso si e' resa responsabile di numerose violazioni dei diritti umani e del Diritto Umanitario internazionale. E' opportuno tuttavia notare che i Cobra sembrano avere cercato, in una certa misura, di risparmiare le popolazioni civili.
- Esecuzioni sommarie ed extra-giudiziali
I Cobra hanno giustiziato in maniera sistematica tutte le persone sospettate di avere fatto delle ricognizioni o di essere degli infiltrati della parte avversa. Cosi' domenica 8 giugno, dieci persone, tra cui due donne, sospettate di essere degli infiltrati, sono state arrestate e portate in giro sulla Avenue Miadeka. Le donne sono state torturate e gli otto uomini giustiziati al termine di un interrogatorio sbrigativo condotto da un colonnello. Esecuzioni simili sono state registrate in tutti gli altri quartieri controllati dai Cobra. Cosi' domenica 15 giugno, al mattino, tre persone, sospettate di essere degli infiltrati a causa del loro accento Lingala vicino ai Nibolek, sono state torturate e giustiziate a Poto-Poto. Il Cobra responsabile del quartiere ha chiamato con il walkie-talkie il suo superiore per sapere se doveva portare le tre persone al quartier generale. Il Colonnello gli ha allora risposto "che poteva disporne per il suo caffe' al mattino"!
Il 6 giugno dei soccorritori della Croce Rossa sospettati di connivenza con gli Zulu sono stati fucilati a Ouenze.
- Arruolamento di bambini nelle file dei Cobra
Nel quadro della resistenza popolare, le milizie cobra hanno distribuito armi all'insieme della popolazione, ivi compresi i bambini. Questi ultimi sono stati messi di guardia in particolare in diverse strade per controllare i quartieri mentre i miliziani si riposavano o erano al fronte. Nel momento che le forze francesi, dopo aver evacuato diverse centinaia di cittadini stranieri, si sono ritirate dai luoghi di combattimento, le condizioni per un rispetto del cessate il fuoco non sembrano esserci. Alla situazione politica particolarmente instabile si aggiunge una situazione economica tra le piu' preoccupanti nella capitale congolese: i membri delle milizie, tra cui in primo luogo gli Zulu e poi i Cobra, si sono resi responsabili di saccheggi sistematici nei negozi del centro città e dei supermercati come la catena di negozi "Score". La popolazione congolese si e' vista confiscare la possibilita' di decidere lei stessa quali autorita' la governeranno in futuro. Di fatto, le elezioni presidenziali, previste inizialmente per fine luglio 1997, sono state rimandate sine die. Oltre la risoluzione urgente di questa crisi, e' indispensabile, per prevenire il nuovo aggravarsi della situazione, mettere in atto l'insieme dei meccanismi internazionali suscettibili di consentire l'avvio di una riconciliazione nazionale. Un tale esito suppone innanzitutto che si metta effettivamente in atto il Patto per la Pace del 1995 che prevede il disarmo e l'integrazione delle milizie all'interno delle forze di sicurezza nazionali cosi come il processo dei responsabili delle numerose esazioni e violazioni del Diritto Umanitario Internazionale. In caso contrario, si deve temere che, man mano che si avvicinano le nuove scadenze elettorali, possano avvenire di nuovo tradimenti spettacolari e voltafaccia di alleanze, con alla fine, verosimilmente, un nuovo ciclo di violenze e il suo corteo di violazioni di Diritti Umani.
CONCLUSIONI GENERALI
Le testimonianze raccolte direttamente e le numerose informazioni degne di fede e concordanti dimostrano che i due stati, Congo - Zaire e Congo - Brazzaville, vivono attualmente situazioni di violazioni flagranti dei Diritti Umani.
I cicli di violenza e di arbitrarieta' che subiscono attualmente i due paesi impegnano nuovamente la responsabilita' della comunita' internazionale. Per non essere stato sufficientemente sostenuto, ora e' il principio stesso di Stato di Diritto che ha perso la sua credibilita' agli occhi delle popolazioni civili interessate. L'immagine "dell'Uomo forte liberatore" e il ricorso alla violenza come modo principale di risoluzione dei conflitti, sembrano imporsi ogni giorno di piu' nella regione, come mezzo per chiudere con i regimi totalitari, corrotti e che beneficiano di un sostegno esterno occulto... col rischio di contribuire solo al perpetuarsi di tali modelli di governo.
La situazione e' tanto piu' minacciosa in quanto Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, e' a sua volta ricaduta nel caos. E' per questo motivo che la FIDH e l'AZADHO, preoccupate perche' si ristabilisca e venga mantenuto lo Stato di Diritto, chiama in causa i vari attori per il rispetto delle raccomandazioni che seguono. Salvo a vederle effettivamente messe in atto , la FIDH e l'AZADHO temono che un nuovo periodo di caos incendi l'Africa Centrale, le cui vittime sarebbero, una volta di piu', le popolazioni civili.
RACCOMANDAZIONI
CONGO - ZAIRE
- Alle nuove autorita'
1. Prendere tutte le misure necessarie per il rispetto dei Diritti dell'Uomo sull'insieme del territorio, conformemente alle prescrizioni degli strumenti internazionali e regionali per la protezione delle liberta' fondamentali.
Le nuove autorita' devono vegliare, in modo particolare, che i servizi di sicurezza sotto la loro direzione cessino di rendersi responsabili di gravi violazioni dei Diritti Umani al di fuori di ogni ordine legale e giudiziario. Questi responsabili devono essere imperativamente giudicati e sanzionati. Devono anche garantire la liberta' di espressione in particolare per i partiti politici, i mass media e le organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani.
Infine devono assicurare una buona amministrazione della giustizia, premessa per l'instaurarsi delle condizioni necessarie alla fondazione di uno Stato di Diritto.
2. Garantire una trasparenza di gestione in particolare nelle loro relazioni con le imprese multinazionali, in modo da permettere alla popolazione di beneficiare delle risorse e delle ricchezze naturali del paese.
3. Cooperare effettivamente con la missione internazionale d'inchiesta delle Nazioni Unite incaricata di indagare sui massacri avvenuti nell'Est del Paese, cosi' come con le altre istanze internazionali competenti ed in particolare con il Relatore speciale della Commissione dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite.
- Alla comunita' internazionale:
Tenuto in considerazione che l'aiuto economico non e' andato, fino ad oggi, realmente a beneficio delle popolazioni, la FIDH e l'AZADHO raccomandano di:
1. condizionare l'aiuto internazionale alle nuove autorità: da una parte, al rispetto rigoroso dei Diritti dell'Uomo e, dall'altra, alla liberta' totale di azione della missione di inchiesta internazionale incaricata di indagare sui massacri avvenuti nell'Est del paese a partire dal settembre 1996.
2. Piu' ampiamente, di sostenere l'azione delle istanze internazionali competenti allo scopo di sorvegliare la situazione dei Diritti Umani, e soprattutto del Relatore speciale della Commissione dei Diritti dell'Uomo .
CONGO - BRAZZAVILLE
- Alle parti in conflitto:
1. Rispettare e mettere in atto il Patto per la Pace, in particolare per quanto riguarda la demilitarizzazione delle milizie e la loro integrazione duratura all'interno dell'esercito nazionale.
2. Garantire procedimenti penali e le sanzioni nei confronti dei responsabili delle violazioni dei Diritti Umani e del Diritto Umanitario Internazionale commesse a partire dal 5 giugno 1997.
3. Impegnarsi in un processo elettorale conforme alle norme internazionali che si concluda, nel piu' breve tempo possibile, con le elezioni presidenziali, previste inizialmente per luglio 1997.
- Alla comunità internazionale:
1. All'alto Commissario per i Diritti Umani di mettere in atto il piu' rapidamente possibile un'operazione di sorveglianza della situazione dei Diritti Umani e di fornire l'assistenza tecnica necessaria per favorire il rispetto delle liberta' fondamentali nel Congo - Brazaville.
2. Alla sottocommissione dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite di raccomandare la formazione da parte della commissione dei Diritti dell'Uomo di un meccanismo di sorveglianza della situazione dei Diritti Umani nel Congo - Brazzaville nel corso della sua prossima sessione (agosto 1997), e all'Assemblea Generale di autorizzarne la creazione.
3. Di fornire i mezzi per mettere in atto una forza internazionale di
interposizione sotto il mandato delle Nazioni Unite e dell'OUA, che garantisca
da una parte il mantenimento del cessate il fuoco e dall'altra l'attuazione
del Patto per la Pace, in particolare la demilitarizzazione delle milizie,
la loro integrazione duratura ed effettiva nell'interno dell'esercito nazionale
cosi' come il rispetto dei Diritti Umani.