Parole di Pace dai Vescovi
e dalle Conferenze Episcopali

 

- il magistero della Pace -




MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO
DIONIGI TETTAMANZI PER LA PACE

Molte sono le minacce contro la pace; innumerevoli i segni di ingiustizia diffusi nel mondo; tante le situazioni di conflitto, spesso dimenticate, ancora in atto sulla terra; crescenti gli episodi di terrorismo che diffondono paura e insicurezza. Di fronte a queste situazioni risuona ancora una volta, con tutta la sua freschezza e la sua carica profetica, l'appello di Giovanni XXIII nell'enciclica Pacem in terris a fondare l'edificio della pace sui quattro "pilastri" della verità, della giustizia, dell'amore, della libertà.

Invito, pertanto, l'intera Diocesi di Milano a ripartire dalla forza che questa enciclica, pubblicata quarant'anni fa, è ancora in grado di sprigionare e a fare dei suoi contenuti e delle sue indicazioni un "impegno permanente" per tutti. Insieme - aiutati dall'arcivescovo Renato Martino, Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Santa Sede - ci ritroveremo nella mattinata di domenica 16 marzo per un Convegno Diocesano che aiuti tutti a conoscere, in modo corretto e senza smagliature o unilateralismi, la posizione della Chiesa sulla pace. Non sarà né una manifestazione ingenuamente pacifista, né una presa di posizione pro o contro qualcuno: sarà un momento serio di riflessione e di conoscenza della dottrina della Chiesa e delle sue concrete implicazioni.

Nel rivolgere questo invito, ripropongo alla comune considerazione quanto ho detto a Lecco, la scorsa settimana, ai responsabili della cosa pubblica. In questi giorni di gravissime preoccupazioni, infatti, non posso non richiamare alla pace mondiale. Questo richiamo significa, concretamente, riaffermare: il dovere storico e morale che, a livello dei responsabili, si facciano tutti i tentativi possibili per evitare la guerra; l'esigenza di compiere ogni sforzo per sconfiggere il terrorismo e toglierne le cause; la necessità di sostenere l'opera degli organismi internazionali; l'urgenza indilazionabile di costruire un mondo più solidale, che elimini le disparità e operi in concreto per ridistribuire equamente non solo beni e risorse economiche, ma anche conoscenze e democrazia.

È giunto il tempo che i popoli, le Nazioni, il mondo intero - una volta per tutte e con estrema serietà - abbiano la saggezza e il coraggio di alzare forte la voce per dire: "Mai più guerre!" e di dare effettivo ed efficace seguito a questo grido. È lo stesso grido che Paolo VI ha fatto risuonare nel Palazzo di Vetro dell'ONU il 4 ottobre 1965: "Mai più la guerra, mai più la guerra! È la pace, la pace che deve guidare il destino dei popoli e dell'intera umanità!".

Operiamo, dunque, per la pace! Operiamo per una pace giusta e duratura! È l'appello da far risuonare in questi giorni e sempre. È l'appello che ci chiama tutti in causa direttamente, secondo le responsabilità proprie di ciascuno, e che ci impegna ad essere "seminatori" di gesti quotidiani di pace.

Come ha detto Giovanni Paolo II, "diventa sempre più urgente annunciare il "Vangelo della pace" ad un'umanità tentata fortemente dall'odio e dalla violenza. Occorre moltiplicare gli sforzi. Non ci si può fermare di fronte agli attacchi del terrorismo, né davanti alle minacce che si levano all'orizzonte. Non bisogna rassegnarsi, quasi che la guerra sia inevitabile".

Sono parole fortemente provocatrici. Alcuni, infatti, ritengono che, in certe situazioni drammatiche, la guerra è "inevitabile". Ma è proprio così? In ogni caso, a noi è chiesto di più. Ci è chiesto di operare affinché la pace stessa - e non la guerra! - sia davvero concretamente "inevitabile". Sì, la pace, con l'opera di tutti, può e deve diventare "inevitabile"!

A tutti i credenti, dico: non dimentichiamo che la pace nasce e cresce nel cuore degli uomini. Per renderla "inevitabile", occorre dunque che sia cambiato il cuore dell'uomo. Solo Dio, nel suo amore misericordioso, lo può fare! A lui vada la nostra umile, fiduciosa e instancabile preghiera.

† Dionigi card. Tettamanzi Arcivescovo di Milano

Milano, 11 febbraio 2003
Memoria della Beata Vergine di Lourdes

 


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