L’auto del presidente non è sicura
Stiamo parlando di un Paese in cui il 96% e il 97% delle merci e della popolazione viaggia su strada. Un Paese dove si verificano 73 decessi ogni 10.000 incidenti, classificato, per gravità della casistica, al secondo posto fra i sei Paesi dell’Africa Occidentale presi in considerazione. Da gennaio a marzo di quest’anno, nella sola Accra, si sono verificati 1.417 incidenti stradali che hanno coinvolto 2.125 veicoli. In questo stesso periodo, secondo l’Unità Traffico e Trasporto della Polizia (MTTU), si sono avuti 78 decessi, 373 feriti gravi e si sono verificati 966 incidenti minori in cui dei veicoli si sono scontrati senza gravi conseguenze.
Per coloro che avessero dubbi sulle statistiche, sta di fatto che i ghaneani si rendono perfettamente conto di quante disgrazie vengono provocate dall’attuale livello d’indisciplina stradale, impensabile e senza precedenti, mentre veicoli accartocciati e cadaveri vengono ogni giorno impietosamente mostrati ai loro occhi dalla stampa e dalla televisione. Il direttore generale del Servizio Sanitario Nazionale, il professor Agyeman Badu Akosah, non poteva essere più chiaro e incisivo quando ha dichiarato recentemente che la “malattia più mortale” di questi tempi è l’incidente stradale!
Da quando John Kufuor ha assunto la leadership presidenziale è stato coinvolto in perlomeno tre gravissimi incidenti stradali in cui è incappato il suo corteo automobilistico e non meno di 6 uomini della sua scorta ci hanno lasciato la vita. Quest’anno sono morti per incidenti stradali anche due parlamentari appartenenti al partito di Kufuor e il corteo di macchine del vice Presidente è stato a sua volta coinvolto in un incidente in cui è morto un giovane passante.
Come si usa fare in casi del genere, abbiamo citato questi casi eccellenti per far notare più facilmente il fenomeno, l’indisciplina che regna sulle strade del Ghana. Grazie alla politica di liberalizzazione delle importazioni voluta dall’attuale Governo il numero di veicoli circolanti è aumentato negli ultimi tempi esponenzialmente, in modo impressionante e incontrollato. Purtroppo però la manutenzione delle strade e dei veicoli, l’educazione dei guidatori e il controllo del traffico non sono cresciuti in maniera adeguata a tale vorticoso sviluppo del parco automobilistico del Paese. Il risultato è che le strade sono letteralmente diventate delle trappole mortali.
Da molte parti e in parecchie occasioni i guidatori sembrano ignorare completamente la segnaletica stradale. Anche quando sono fermati per aver violato le regole sanno come cavarsela, corrompendo poliziotti disponibili a chiudere un occhio, proprio loro, in ultima analisi, i maggiori responsabili di questo deprecabile stato di cose. Il fatto, inoltre, che troppa gente non sappia guidare, influisce moltissimo sul numero e la gravità degli incidenti automobilistici che accadono sempre più numerosi in tutto il Ghana. Non ci sono dubbi che questo dato di fatto si combina con la povertà di fondo del Paese che fa sì che il Governo non disponga di adeguate risorse per l’educazione, la prevenzione e la repressione degli utenti della strada e i possessori di veicoli non abbiano la disponibilità finanziaria per provvederne la necessaria cura, manutenzione e riparazione. La nuova Autorità per Guidatori, Veicoli e Patenti, la DVLA, ha messo a fuoco il problema e sta cercando appoggi e collaborazione per mettere mano alle varie disfunzioni e migliorare la situazione.
D’altronde, tutti sanno che diversa gente arriva perfino a procurarsi la patente per vie traverse, illegali, in un quadro di corruzione generalizzata che ha permesso a parecchie persone, che non sono affatto qualificate a possederlo, di mettere pericolosamente le mani su questo delicato documento. Nel corso degli anni l’Associazione Ghaniana delle Scuole Guida ha fatto presente in tutti i modi l’esistenza di questa piaga, suggerendo si permettesse la guida solo a patentati usciti dai loro corsi.
Ciò che sorprende oltre misura la gente comune é l’apparente noncuranza, se non addirittura disprezzo dei guidatori perfino nei confronti dei cortei automobilistici presidenziali. L’elenco degli incidenti stradali che li hanno coinvolti è davvero sconcertante. Il mese scorso Kufuor è scampato per un pelo alla morte, quando un taxi ha tagliato inopinatamente la strada al suo corteo di macchine blu: una persona è morta sul colpo, altre tre più tardi, all’ospedale. In marzo uno studente ha perso la vita, quando è stato buttato a terra dalla bicicletta che guidava, in occasione di un incidente provocato dal corteo del vice Presidente.
A febbraio il corteo presidenziale si è visto al centro di un altro incidente nel quale sono morti due funzionari addetti alla sicurezza. L’incidente è accaduto quando il corteo stava rientrando ad Accra, dopo una visita ufficiale nella regione del Volta; poco tempo prima, sempre nel corso di un viaggio presidenziale, due addetti alla sicurezza avevano perso la vita per essere stati catapultati fuori del loro veicolo che era finito in una buca gigantesca. E’ di gennaio la notizia che un guidatore di bus ubriaco è stato arrestato per aver bloccato con il suo mezzo pesante il convoglio presidenziale; il guidatore aveva ignorato il suono delle sirene ed era andato avanti come se niente fosse, rischiando d’investire con il suo grosso Mercedes un uomo della staffetta.
Negli ultimi due anni parecchie di queste staffette presidenziali hanno perso prematuramente la vita in incidenti causati dalla guida spericolata di molti automobilisti: l’ultima vittima è stata stritolata da un pick up mentre ad Accra si trovava alla testa del corteo di macchine blu. Per la verità non è solo di recente che si è manifestata tanta indisciplina: si ricorda, per esempio, che anche l’ex Presidente Jerry Rawlings se la vide brutta quando un minibus entrò in collisione col suo corteo avendo imboccato un percorso non autorizzato. In quell’occasione 4 sue guardie del corpo morirono all’istante.
In diversi ambienti e circoli sociali l’ultimo incidente occorso a Kufuor lo scorso aprile ha provocato una forte reazione e infinite discussioni; la MTTU della Polizia, da parte sua, minaccia la mano pesante nei confronti dei guidatori ostinatamente indisciplinati, ma, quanto possa fare e cosa possa concludere è un altro paio di maniche. Infatti, non dispone d’equipaggiamento adeguato e, logisticamente, la sua attività è circoscritta al controllo delle infrazioni stradali.
Comunque la si voglia vedere, sembra che il Ghana non si sia preparato adeguatamente ad affrontare il repentino aumento del traffico e del parco automobilistico circolante. Mancanza d’esperienza, di competenze aggregate e di conoscenza settoriale hanno impedito che si sviluppasse un’azione concertata per affrontare i problemi del trasporto, in generale, e della sicurezza del traffico, in particolare.
Il trasporto pubblico del Ghana, per esempio, è nel caos: operatori commerciali privati cercano, di questi tempi, d’inserirsi nei buchi e nei vuoti lasciati dal sistema governativo, ma la sete di denaro di costoro non conosce limiti e le loro operazioni sono spesso condotte pericolosamente, in modo spregiudicato, senza tener conto della minima sicurezza. Gli autisti competono strenuamente per accaparrarsi passeggeri, alcuni non prendono il necessario riposo poiché il numero di corse che riescono a portare a termine in una giornata determina, spietatamente, il guadagno che possono fare.
La gente ora pretende che le autorità facciano sul serio, esigendo il rispetto delle regole, alla lettera. Vincent Appiah, un funzionario tecnico anziano del DVLA, ritiene che le Assemblee Distrettuali dovrebbero istituire dei tribunali speciali del traffico per affrontare specificatamente questo genere di reati. A suo parere ciò si rende necessario perché nei tribunali ordinari questi crimini o violazioni della legge non godono della priorità che dovrebbero e slittano in coda dell’attività di giudizio. Appiah suggerisce che questi tribunali “ad hoc” potrebbero garantire audizioni tempestive dei casi e trattare i reati commessi dei conducenti con la necessaria prontezza ed efficacia, nel rispetto della legge.
Kofi Kyeremeh, un genitore che ha perso l’unico figlio in un incidente automobilistico poco tempo fa, afferma da parte sua che: “ Forse, il giorno in cui si attribuirà all’individuo il valore che merita e la vita sarà rispettata, allora, finalmente, il comportamento e le abitudini potranno cambiare per il meglio.” Egli è convinto che per risolvere il problema si devono adottare misure forti, promulgare leggi draconiane che permettano di punire severamente coloro che violano i regolamenti. Kwame Adu, vittima di un incidente, ritiene a sua volta che un’altra maniera per contenere il fenomeno potrebbe consistere nel fatto che i passeggeri stessi si rendano responsabili della propria incolumità e sicurezza, rifiutandosi di viaggiare su autobus che corrono all’impazzata o su battelli sovraffollati.
Per il momento, il Governo sembra stare ad ascoltare le voci espresse dalla gente, non tanto e soltanto perché in fondo si parla d’incidenti stradali, quanto perché di questi problemi ha fatto
in proprio un’esperienza tale da sapere benissimo come valutarla e prenderla nella dovuta considerazione. Ora aspettiamo i fatti.