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Editoriale

Il numero 54 di Africanews in lingua italiana riunisce i mesi di dicembre e gennaio, quindi chiude il 2002 e apre il 2003. L’argomento dei primi due articoli riguarda gli organismi geneticamente modificati, una scoperta della scienza che rappresenta una grande speranza per l’umanità. C’è però un problema, anzi più d’uno.
Queste tecnologie transgeniche non sono ancora affidabili. Interferiscono con i codici della natura e le conseguenze sull’ambiente e sulla salute umana non sono prevedibili. La matassa si ingarbuglia ancor di più dato che Stati Uniti, Canada, Australia, Cile e Uruguay dicono che ormai da anni questi prodotti sono sicuri; l’Unione Europea e ben 77 paesi in via di sviluppo dicono che è più giusto attendere ulteriori test e, per ora, in queste nazioni i cosiddetti “ogm” non sono commerciabili.

Il dramma è scoppiato perché in paesi dell’Africa australe come Zambia, Mozambico, Zimbabwe, Lesotho e Swaziland la carestia ha già cominciato a mietere le prime vittime. A rischio sono tra i dieci e i tredici milioni di persone. Questa emergenza alimentare è scaturita dai capricci del tempo. Prima piogge copiose hanno annegato le piantine di mais, poi una prolungata siccità ha fatto il resto.

Gli Stati Uniti hanno offerto ben 200 mila tonnellate di mais, alimento base in molti paesi africani. L’aiuto americano coprirebbe metà del fabbisogno, ma questo mais è appunto geneticamente modificato. Alcuni paesi l’hanno accettato, altri come Zambia, Mozambico e Zimbabwe l’hanno sinora rifiutato.

In questa tragica situazione di stallo, come al solito, ci rimettono i più deboli. Il braccio di ferro fra USA ed Europa nasconde interessi economici giganteschi. I produttori americani devono recuperare gli ingenti investimenti fatti per gli “ogm”, ma non possono esportare nel vecchio continente. E ora viene rifiutato il mais che loro offrono gratuitamente.

Nel terzo articolo di questo numero si parla sempre di produzioni agricole e vengono offerte cifre interessanti. Negli ultimi 35 la produzione alimentare sul nostro pianeta avrebbe superato del 16% la crescita della popolazione mondiale. Ogni abitante della Terra cioè potrebbe ricevere 3500 calorie giornaliere, molto di più del necessario per sopravvivere. Purtroppo ciò è accaduto ovunque tranne che in Africa. In questo sfortunato continente accade che in certi paesi ci sia gente che muore di fame ma contemporaneamente vengano esportati più prodotti alimentari di quanti se ne importino.

Questa è la “legge” dei mercati economici.