Le Chiese aprono nuove Università
L’istruzione universitaria in Ghana è cambiata profondamente da quando il governo, alla fine degli anni ’80, ha chiamato il settore privato a farne parte e a promuoverla. Dal ‘92 ad oggi il National Accreditation Board (NAB) che presiede all’accreditamento delle istituzioni universitarie del paese ha dato via libera a ben otto nuove università che sono, per certi aspetti, meno strutturate e complete di quelle pubbliche tradizionali, come l’Università del Ghana, creata nel ‘48, la Kwame Nkruma di Scienze e Tecnologia del ’51 e l’Università di Cape Coast nata nel ‘62.
Nonostante le nuove università private siano, come si è detto, meno attrezzate in senso generale, riempiono un vuoto che si è formato per via dell’incapacità delle università pubbliche di soddisfare la domanda di istruzione universitaria nel paese. A parte la concentrazione di alcune istituzioni di istruzione superiore avvenuta nel ‘92 quando è stata costituita l’Università per gli Studi sullo Sviluppo ed il College of Education, il governo non è stato in grado di creare una nuova università dal lontano 1962.
L’incapacità dello Stato di andare incontro alla domanda di istruzione universitaria ha visto emergere piccole, ma aggressive, istituzioni private, guidate soprattutto da enti religiosi e da privati che operano in collaborazione con organizzazioni non governative. L’ultima arrivata è la Chiesa Cattolica, che ha creato il Catholic University College, un’Università che ci si aspetta possa fornire alla chiesa l’opportunità di provvedere agli studenti un’educazione complementare di natura religiosa.
L’Arcivescovo Peter Turkson, presidente della Conferenza dei Vescovi e Preside dell’Università, spiega che questa nuova istituzione garantirà agli studenti la possibilità di studiare in un ambiente accademico che attribuisca particolare importanza all’acquisizione di competenze eccellenti ed, al contempo, una formazione etica e spirituale adeguata.
La Chiesa Avventista del Settimo Giorno, l’ International Central Gospel Church, la Chiesa Metodista ed un’istituzione islamica hanno già le loro università, mentre la Chiesa Presbiteriana sta attualmente mettendo a punto i piani per aprire la sua. E’ talmente forte la spinta a creare nuove istituzioni universitarie che alla fine del 2000 erano già state presentate al NAB ben 80 richieste d’istituzione di nuove Università, e gran parte di queste veniva dalle Chiese. Questo numero straordinario ha a suo tempo allarmato l’allora Ministro dell’Istruzione Ekow Spio-Garbrah che espresse preoccupazione per l’eccezionale interesse delle Chiese per l’istruzione universitaria. Il Ministro fece allora presente che ci sarebbe stato, piuttosto, ben più da fare a livello d’istruzione superiore, pre-universitaria.
A questo proposito le Chiese fanno presente che stanno cercando di rispondere ad un bisogno realmente sentito di istruzione universitaria. Il dottor Anderson Mensah, vice preside del Central University College creato dall’International Central Gospel Church, spiega che l’obiettivo su cui si concentrano è quello di contribuire significativamente allo sviluppo della forza lavoro del paese, rendendo l’istruzione universitaria accessibile ad un più ampio numero di studenti qualificati.
Questo fervore di iniziative si spiega in realtà con il fatto che le migliori istituzioni scolastiche superiori sono gestite dalle chiese e quindi l’incursione di queste ultime nell’ambito dell’istruzione universitaria è volto a completare i loro programmi già esistenti, gestiti con successo a pieno regime.
Negli ultimi 10 anni la spesa per l’istruzione del Ghana si è aggirata fra il 28 ed il 40% del budget annuale: il governo si è sempre trovato in difficoltà quando ha dovuto decidere se investire di più e meglio nell’istruzione di base piuttosto che in quella universitaria. Le questioni di carattere morale, a questo proposito, hanno sempre avuto una fortissima rilevanza, con il governo che si domandava se era più giusto spendere di più per pochi privilegiati all’Università oppure concentrare gli sforzi per assicurare l’istruzione ai giovani meno fortunati.
Il Ministro dell’Istruzione, il professor Chris Eumfi-Ameyaw, riconosce che queste scelte di finanziamento continuano ancor oggi a costituire la sfida più difficile e significativa che il governo deve fronteggiare in questo ambito nel suo paese. Le statistiche disponibili indicano che gli stanziamenti statali alle Università del Ghana non hanno tenuto il passo con il crescere dei loro bisogni, mentre le Università, da parte loro, riescono a raccogliere risorse poco rilevanti e insufficienti.
Un modo per aggirare il problema è stato recentemente quello di adottare misure di condivisione dei costi in base alle quali gli studenti pagano, perlomeno in parte, l’utilizzo delle strutture accademiche. Sebbene all’inizio l’introduzione di queste misure sia stata accolta con dimostrazioni e scioperi da parte degli studenti viene ora accettata, o meglio, subita, con il pagamento di svariate tasse e contributi.
Alla base dei problemi dell’istruzione universitaria del Ghana sta sostanzialmente la debolezza dei finanziamenti, ma ciò non costituisce l’unica fonte di preoccupazione. Nelle Università e nei Politecnici la domanda di personale docente qualificato ha raggiunto il punto in cui supera ora decisamente l’offerta, col risultato che si sta deteriorando il rapporto docente/studente ideale; inoltre, si assiste ad una forte fuga di docenti causata dai salari non competitivi, mentre non pochi docenti anziani sono andati o vanno in pensione.
Questo insieme di problemi è chiaramente illustrato dal profilo d’età del personale accademico in forza alla Università del Ghana: solo il 15% dei docenti è sotto i 40 anni, mentre il 40% si colloca fra i 51 e i 60. E’ infine preoccupante il fatto che ben l’11% dei docenti è sopra i 60 anni ed abbia già oltrepassato l’età pensionabile.
Al di là di ritocchi e miglioramenti superficiali la struttura universitaria pubblica negli ultimi anni non si è sostanzialmente sviluppata, producendo di conseguenza il deterioramento della qualità dell’insegnamento, poiché strutture insufficienti e pochi docenti se la devono vedere con un numero sempre crescente di studenti che entrano nel sistema.
L’espandersi delle Università private si verifica, perciò, in un momento in cui l’istruzione universitaria statale nel suo complesso è oggetto di uno studio di approfondimento e revisione. Con il loro fresco approccio innovativo queste nuove Università, che si basano essenzialmente sulla matrice religiosa, la flessibilità e la facile accessibilità, sembrano fatte apposta per attrarre un folto gruppo di giovani studenti e professori.
Il vice preside, dottor Mensah, spiega inoltre che alla sua Università lo sviluppo spirituale dell’individuo con i suoi valori e la carriera professionale non sono separati, ma sono viceversa integrati ed interiorizzati, mettendo così la vita e la fede in una giusta prospettiva. Il Ministro dell’Educazione riconosce che coloro che escono da questo genere di università, laureati "devoti", con una coscienza religiosa, divengano essi leaders politici, dirigenti, analisti o imprenditori, costituiscono un elemento essenziale per affrontare le sfide di questi tempi e possono influenzare positivamente la società. Il ministro Ekumfi-Ameyaw aggiunge: "Considero tutto ciò molto importante, poiché oggi c’è un gran bisogno di instillare nei giovani la disciplina ed i valori morali. Vorrei perciò esortare il Catholic University College a perseverare nei suoi sforzi, considerandoli vitali per lo sviluppo della nazione."
Il costo di queste università private costituisce, comunque, un grosso problema, alcune di loro arrivano a chiedere rette di 5.000 dollari all’anno, una somma che in Ghana è ben lontana dall’essere alla portata di buona parte degli studenti. Ma, nonostante ciò, ci sono molti fattori che attraggono parecchi studenti a queste istituzioni private. Il corso di studi, soprattutto, è qui più valido e pertinente al mondo del lavoro, offre orari più flessibili che vedono i corsi svolgersi in tutto l’arco dell’anno con sessioni al mattino, al pomeriggio e durante i fine settimana. Questi accorgimenti consentono ai lavoratori di fare l’università senza lasciare il posto di lavoro.
Nonostante ciò, in Ghana l’Università é ancora ben lungi, per problemi di costo e dimensione, dall’essere in grado di aprirsi a tutti coloro che vorrebbero frequentarla ed il dottor Mensah a questo proposito commenta: "La nostra struttura attuale lavora a massimo regime e lo scorso ottobre siamo stati costretti a prendere la dolorosa decisione di rifiutare un gran numero di studenti assai qualificati."
In questo paese i problemi da risolvere nel campo dell’istruzione sono numerosi e di varia natura, ma l’ingresso in campo di Università private aiuta perlomeno a scaricare una parte del peso e della responsabilità dalle spalle del governo.