Troppi elefanti, che guaio!
Nella soffocante vallata dello Zambesi, nel remoto territorio di Binga, situato 460 chilometri a nord ovest di Harare, capitale dello Zimbabwe, il settantenne Tivuke Siamonga ricorda come gli elefanti abbiano recentemente calpestato e ucciso il suo unico figlio. Parlandoci di quel giorno, della disgrazia, mancano le parole a Siamonga, anziano membro della piccola tribù dei Tonga che risiede nella vallata. Persino nella sua qualità di rinomato guaritore tradizionale della comunità, non sa spiegarsi altro che gli elefanti rappresentano una delle tante calamità misteriose che affliggono la sua gente, senza che lui ne conosca un rimedio.
" Non ho una soluzione a questa crescente minaccia degli elefanti," dice Siamonga, il cui viso si contrae di dolore al solo menzionare la parola elefanti. " Non siamo mai stati minacciati dagli elefanti, finora, ma ora ce li troviamo dappertutto. E non si tratta solo del rischio di essere travolti e calpestati, ma siamo anche minacciati dalla fame, visto che gli elefanti distruggono il nostro raccolto." Nonostante l’uomo sia riconosciuto quale dominatore delle altre creature e dell’ambiente, nella vallata dello Zambesi ha trovato un suo simile e pericoloso emulo. Da queste parti l’elefante è diventato la minaccia principale, non solo per l’uomo, ma anche per l’ambiente. La polizia afferma che dal gennaio di quest’anno 11 persone sono state calpestate ed uccise nella zona di Siamonga e, con la siccità che imperversa in questo paese dell’Africa meridionale, tale numero è destinato ad aumentare, poiché gli elefanti si avvicinano sempre più alle case in cerca di cibo.
La vallata dello Zambesi si trova nella regione naturale 4, caratterizzata dall’aridità che la rende inadatta alla produzione agricola per mancanza di sufficienti precipitazioni. La zona di Binga si trova all’interno del famoso Parco Nazionale di Hwange, il santuario di caccia più grande del paese. Ma, come ogni altro gruppo della minoranza Tonga residente nell’area, i Siamonga non possono abbandonarla perché le loro radici sono troppo profondamente radicate in quella realtà. Per la gente Tonga solo un territorio di questo genere garantisce la sopravvivenza, dal momento che per sostenersi si procurano il cibo con la caccia.
Stan Siangalo, un residente di Binga, dice ad Africanews: " Non è più sicuro per noi rimanere da queste parti, ma non possiamo muoverci, perché i nostri antenati sono sepolti qui. Una grave minaccia incombe sulla nostra vita, è in pericolo la nostra sopravvivenza; non ci procura problemi incontrare un elefante una volta ogni tanto, ma oggi è una questione di tutti i giorni." Siangalo ritiene che gli elefanti dovrebbero essere eliminati almeno in un certo numero e ridotti ad una quantità gestibile e compatibile con l’ambiente. Una visita alla zona di Binga rivela infatti un evidente degradazione ambientale, dovuta all’elevato numero di elefanti a caccia disperata di cibo in una zona di per sé scarsa di vegetazione. Ma, la coabitazione con un elemento tanto distruttivo e pericoloso, non costituisce solo un pericolo per la zona di Siamonga e la comunità Siangalo, bensì un problema serio e contraddittorio per lo Zimbabwe nel suo insieme, visto come paese.
Infatti, lo Zimbabwe si viene a trovare in una situazione difficile, vincolato alla Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie in Pericolo d’Estinzione, che ha sottoscritto, i cui regolamenti vietano nella maniera più assoluta l’eliminazione di elefanti il cui avorio potrebbe finire nel mercato illegale mondiale. D’altra parte, gli ambientalisti affermano che il bracconaggio è in aumento in seguito all’invasione delle zone rurali e delle farms dei bianchi da parte di aderenti del partito al potere, lo ZANU-PF, guidati dai veterani della guerra di liberazione.
Questa gente affamata di terra non si è accontentata di occupare le farms, ma si è insediata anche in alcuni Parchi Nazionali del paese portando con sé molti cacciatori di frodo. Brian Mutimbanyoka, un osservatore aderente all’associazione Ambiente 2000, afferma che nelle zone rurali regna l’anarchia, senza che nessuno sia più in grado di controllare la situazione nelle aree protette dei Parchi. E, sebbene non sia in grado di quantificare, egli non ha dubbi sul fatto che da quando nel Febbraio del 2000 è iniziata l’invasione delle farms e dei Parchi, un numero elevatissimo di elefanti è stato sterminato e la sua popolazione è seriamente minacciata. Gli stessi ambientalisti affermano, al contempo, però, che gli elefanti del paese dovrebbero essere 84.000 per essere sostenibili e che il loro numero aumenta di ben 4.500 unità all’anno.
Con un incremento del genere le cose non possono certo andar lisce per Siamonga e la sua comunità, mentre, proprio a questo proposito, il Ministro dell’Ambiente e del Turismo Alfred Nhema è intervenuto affermando: " ..il futuro dei nostri figli, che vorrebbero poter godere di questa ricchezza naturalistica, non è affatto roseo. La situazione è tremendamente complicata poiché, sforzandoci di mantenere una popolazione d’elefanti tanto elevata, provochiamo la distruzione dell’ambiente e paradossalmente minacciamo lo stesso elefante che cerchiamo in tutti i modi di proteggere." Ma, questa situazione di sovraffollamento non ha conseguenze perniciose solo per gli uomini e l’ambiente, ma anche per altre specie animali quali il rinoceronte, che si vede minacciato nel suo habitat dalle distruzioni provocate dai pachidermi.
Le considerazioni e le argomentazioni si accavallano. Tapera Bwoni, un ecologista, afferma per esempio che: " Dire che siamo arrivati ad avere troppi elefanti è dire poco, siamo arrivati al punto in cui si può tranquillamente affermare che non sappiamo più come fare a gestirne l’imponente popolazione. Fra l’altro, nella disperata battaglia per il cibo, il nostro raro rinoceronte nero, scacciato dall’elefante, è ora ancor più gravemente minacciato d’estinzione." Ed aggiunge che un elefante adulto beve quasi 200 litri d’acqua al giorno, divorando il 70% delle risorse alimentari naturali disponibili nella zona, lasciandone solo il rimanente 30% a disposizione di tutte le altre specie animali messe insieme.
Lo Zimbabwe ha cercato senza successo di donare alcuni elefanti ai paesi occidentali, nessuno di questi si è mostrato interessato…gli zoo non sono più di moda! Un’alternativa di gran lunga più seria e consistente sarebbe quella di trasferire parte degli animali nei tre Parchi Nazionali che non sono stati finora colpiti dal sovraffollamento. Ma, l’operazione è costosa, circa 9.000 dollari per animale! D’altra parte il paese possiede uno stock d’avorio assai imponente; 24 tonnellate, che solo a tenerle a magazzino, costa circa 600 dollari al mese. Vendendolo, si potrebbe realizzare parecchia valuta pregiata di cui lo Zimbabwe ha disperato bisogno.
Comunque sia o la si voglia mettere, sta di fatto che i condizionamenti politici internazionali impediscono, per il momento, alla comunità di Siamonga di trovare il modo di sopravvivere tranquillamente coabitando pacificamente con il loro retaggio naturalistico e ambientale.