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Zimbabwe

Un nuovo genere di ladri della terra

In Zimbabwe è spuntata una nuova categoria di opportunisti, che si impossessa sia della terra dei farmers bianchi che di quella dei contadini neri. Intanto prosegue il discutibile programma di re distribuzione della terra voluto da Mugabe.
Rodrick Mukumbira

Mentre il primo colono bianco è passato alla storia per essere arrivato sulle terre degli africani, un centinaio d’anni fa, a cavallo, questo nuovo tipo di predatore usa un mezzo di trasporto completamente diverso. Ci sono quelli d’alto bordo che guidano meravigliose Pajero, Mercedes o Toyota Hilux da fuoristrada a quattro ruote motrici che, diversamente dai coloni pionieri, non puntano sulla terra vergine, ancor tutta da lavorare, ma preferiscono piuttosto accaparrarsi le case, le attrezzature e tutto ciò che possono trovare nelle aziende agricole abbandonate dai bianchi.

Questa nuova razza di predatori è composta da membri d’elite del partito al potere, lo Zimbabwe African National Union- Patriotic Front (ZANU-PF) e da gente ben collegata con loro. Questi personaggi in vista, funzionari di partito o di governo, s’impossessano di tutto quello che possono, rubandolo nelle ex farms dei latifondisti bianchi. Hanno la faccia tosta di dichiarare che agiscono per conto e a favore della povera gente locale, prendendosela con i colonialisti che un centinaio d’anni fa hanno strappato la terra agli africani nell’interesse della regina d’Inghilterra che voleva espandere la sua sfera d’influenza.

Alla vigilia delle elezioni generali del 2000, lo ZANU-PF mobilitò migliaia di veterani della guerra di liberazione che portò all’indipendenza dalla Gran Bretagna nell’80 e molti suoi sostenitori presenti nelle aree rurali. L’intento era quello di far occupare le aziende agricole dei bianchi nel momento in cui avesse deciso di lanciare l’affondo sul suo controverso programma di re distribuzione della terra, in preparazione da anni. Il Governo sosteneva di voler affrontare e risolvere il problema della disuguaglianza fondiaria, in un Paese in cui 4000 bianchi possedevano il 70% della migliore terra arabile, mentre il resto era ingiustamente distribuito fra più di 11 milioni di africani. Ma, ora, gli sventurati contadini e gli ex combattenti della guerra di liberazione che hanno avviato l’invasione delle aziende dei bianchi, sono costretti ad assistere impotenti e senza speranza alle spoliazioni e all’arraffamento dei beni migliori e più preziosi da parte dell’elite al potere. Da come si sono messe le cose, la loro campagna e i loro sforzi sono serviti per spianare la strada e permettere l’arricchimento di diversi politici e uomini di potere che li hanno comandati.

Negli ultimi 33 mesi buona parte dei latifondisti bianchi ha perso la propria terra, nel corso di una disastrosa campagna che ha visto isterilirsi il suolo più fertile del Paese. Il Governo, contro ogni evidenza, reclamizza il suo programma di acquisizione delle terre come uno storico successo, come l’essenza della conquista del potere da parte dei neri. Ha battezzato questo esproprio forzato e senza risarcimenti la "Terza Chimurenga, ovverosia, la Terza Guerra di Liberazione ".

Sta diventando però sempre più evidente e chiaro agli occhi di tutti che l’impresa è stata condotta, sostanzialmente, a colossale beneficio dell’elite al potere. Tatenda Mandaza, di 55 anni, fissando con sguardo perso l’orizzonte sopra il suo campo di grano avvizzito, in un’area di montagnole rocciose della Provincia di Masvingo, nel sud dello Zimbabwe, afferma: "Pensavamo di essere reinsediati per primi, visto che coltiviamo una terra difficile, pietrosa e scoscesa; abbiamo fatto domanda, ma non abbiamo saputo più niente. Sentiamo dire invece che da qualche parte c’è un pezzo grosso dello ZANU che, in un ex azienda dei bianchi, pretende migliaia di dollari in diritti di pascolo dagli allevatori di bestiame espropriati di quella stessa terra.

Ciò che Mandaza non sa è che sta parlando di Samuel Mumbengwegwi, il presidente provinciale dello ZANU per Masvingo nonché Ministro dell’Industria e del Commercio Internazionale. Costui è accusato dai Vosloos, una famiglia di allevatori della zona, di pretendere diritti di pascolo mensili dell’ordine dei 35.000 dollari zimbabweani (70US$) sulla loro stessa azienda che è stata espropriata. Ma, il Ministro non è il solo a fare cose del genere, i suoi colleghi di Governo si sono accapigliati un po’ tutti per aggiudicarsi le proprietà migliori e, in certi casi, non hanno esitato a mettersi i rotta di collisione con gli ex combattenti che avevano per primi occupato le proprietà e le reclamavano come proprio bottino.

La mischia, che ha avuto inizio lo scorso agosto per acciuffare tutto il possibile e il meglio disponibile, ha visto impegnati quasi tutti, dai Ministri ai pezzi grossi dei Ministeri, ai giudici, ai medici, fino a tutti quelli che contano, almeno un po’, nello ZANU-PF. Neanche Grace, la moglie del Presidente Mugabe, è rimasta fuori: si dice si sia appropriata di una bellissima villa del valore di 200.000 dollari americani, appartenente a una coppia di vecchi bianchi. A quel che si dice per aprirci un orfanotrofio, facendo comunque da eccellente battistrada per gli alti funzionari di Governo.

Ignatius Combo, Presidente del Comitato Nazionale della Terra, entità responsabile dell’assegnazione delle aziende e proprietà confiscate, non ha saputo, nemmeno lui, con la carica che aveva, tenersi fuori dall’assalto e si trova attualmente invischiato in una vertenza per aver ignorato un ordine dell’Alta Corte che gli impediva di interferire nella gestione delle operazioni di due aziende di proprietà di un certo Jean Simpson.

Il Comandante delle Forze Aeree, Perence Shiri, da parte sua, ha soppiantato diversi contadini dei villaggi della zona di Svosve intorno a Marondera che, dopo essersi scontrati col governo per l’indebita occupazione di alcune terre già nel ’98, erano stati insediati in un’eccellente azienda della zona nel 2001. Quest’azienda è diventata sua e gli occupanti se ne sono dovuti andare senza poterci far niente.

Per non essere da meno il Ministro dell’Informazione Jonathan Moyo ha scritto la sua parte di questa tragicommedia in corso di rappresentazione. Ha fatto produrre dal suo Ministero uno stridulo annuncio pubblicitario intitolato "Chave Chimurenga, ossia, Questa è la Guerra" per dimostrare a tutti l’importanza e la gravità del programma di re distribuzione della terra. Lo spot pubblicitario sta irritando al massimo gli ascoltatori della radio e coloro che vedono la televisione per il modo in cui è fatto e l’ossessionante frequenza con cui è ripetuto. Anch’egli, comunque, non ha mancato di scontrarsi con gli ex combattenti quando ha cercato di buttarli fuori da un’azienda agricola del nord del Paese che avevano occupato fin dal 2001. Invece di sovrintendere al mantenimento dell’ordine e della legge, come la sua carica richiede, il Ministro degli Interni, Kembo Mohadi, si dice abbia impunemente venduto arance di un’azienda appartenente a un tal Eric Wheeler per nientemeno che 31 milioni e mezzo di dollari zimbabweani (75.000 $ americani).

In questo dramma, tuttora in corso di svolgimento, è rimasta coinvolta anche una certa Anne, una donna inglese sposata ad un alto funzionario dello ZANU-PF che è riuscita ad aggiudicarsi una farm di 1.500 ettari nel nord del Paese dopo essersi spostata dall’Essex in Zimbabwe con il marito neanche un anno fa. Pare si sia comportata in una maniera incredibile, dicendo ai proprietari bianchi dell’azienda che lei stava "rivendicando la "sua" terra " ed ingiungendo ad alta voce di lasciare che lei, loro, gli africani, si riprendessero ciò che era stato sottratto agli antenati!!!

La lista è senza fine e comprende l’allucinante storia di Jocelyn Chiwenga, la moglie di Constantine Chiwenga, il Comandante dell’Esercito, che avrebbe detto ai proprietari bianchi di una farm del nord del Paese che non gustava più sangue bianco dall’80 perché gli era mancata l’occasione, ma aveva bisogno solamente della minima scusa per ucciderne qualcuno, anche se non possedeva credenziali di ex combattente della guerra di liberazione

Joseph Made, il Ministro dell’Agricoltura, della Terra e del Reinsediamento Rurale, nega che i colleghi Ministri e gli alti funzionari governativi s’impossessino delle aziende dei bianchi, affermando che sono calunnie dei nemici del Governo che intendono così mandare a pezzi il programma di ridistribuzione. Candidamente afferma di non essere a conoscenza che alcun rappresentante del Governo si sia auto destinato qualsivoglia proprietà.

In risposta alle critiche, il Governo, lo scorso novembre, ha ordinato un’audit ufficiale. Made dice che un rapporto preliminare è già stato completato e consegnato al Presidente Mugabe, All’inizio di marzo il notiziario inglese African Confidential ha comunicato di essere venuto in possesso di una copia dell’indagine ed ha affermato che vi si riportavano: "Prove di corruzione e ricorso alla violenza da parte di importanti politici e alti ufficiali dell’Esercito per estromettere contadini senza terra dalle aziende di cui si erano impossessati, proprio quella stessa gente che il Presidente Mugabe dichiara di voler aiutare con la riforma agraria."

Confermando che alti funzionari dello ZANU si sono "serviti" accaparrandosi delle farms, Sam Moyo, un esperto di problemi della terra che lavora per il sudafricano Regional Institute for Policy Studies, ha detto che non se la sente di criticare per intero il programma di re distribuzione forzata. A suo modo di vedere: "E’ normale che nell’ambito di un processo di cambiamento e re distribuzione di questa portata abbiano luogo manifestazioni di un certo opportunismo, va ammesso che vi sono state, ma non è giusto farne un caso e uno scandalo fuori misura."