Oggi siamo arrivati a Jenin, dopo
aver superato quattro check point lungo la strada proveniente
da Gerusalemme.
In tarda mattinata siamo andati a visitare il villaggio di Anen
che sorge sulle colline a nord di Jenin. Qui il muro separerà
alcuni insediamenti illegali dal territorio palestinese. Uno di
questi era una vecchia cittadina palestinese, prima dell'invasione
del 1967, ma oggi completamente abitata da coloni israeliani.
Gli insediamenti sono stati costruiti su terre palestinesi confiscate
arbitrariamente.
Prima di costruire il muro, i militari israeliani hanno disseminato
i filari di ulivi e i campi con volantini su cui era scritto l'ordine
militare di esproprio per la costruzione del muro, con la possibilità
di protestare presso l'alta corte israeliana.
Sono 4.250 le piante di ulivo sradicate per fare spazio alla strada
e al muro che dovrebbe proteggerla. Piante vecchie di centinaia
d'anni, alcune delle quali erano note per essere di epoca romana,
come del resto il villaggio stesso, i cui abitanti a volte trovano
vetuste monete dell'antico impero.
Oltre alle piante, anche i pascoli per le greggi di pecore sono
stati resi inutilizzabili. La pastorizia è la principale
fonte di reddito per gli abitanti del villaggio.
L'unica strada che da Jenin porta al villaggio di Anen viene spesso
bloccata da un check point che impedisce il transito alle persone.
Non potendo muoversi con facilità, anche i prodotti agricoli
non possono trovare sbocchi appropriati sui mercati vicini.
680 sono i lavoratori di questo villaggio che hanno perso il lavoro
a causa della costruzione del muro che, nella zona di Jenin, ha
ritagliato almeno 1.500 ettari di terreno palestinese a favore
dei coloni che vivono negli insediamenti.
Per quanto riguarda l'acqua, i coloni ne hanno a disposizione
cinque volte di più dei palestinesi, che hanno perso il
controllo delle loro falde acquifere.
Molti sono i palestinesi che tentano di attraversare la nuova
linea di demarcazione per andare a lavorare nei loro campi, o
anche semplicemente per andare a recuperare alcuni dei loro beni
rimasti dall'altra parte, ma vengono fermati e picchiati duramente
dagli stessi coloni.
Non abbiamo visto militari che presidiassero i lavori di fondazione
del muro e della strada.
Non si può accedere ai campi neppure dalla parte palestinese
del muro e una fascia che varia dai 50 ai 90 metri sarà
spianata per ragioni di sicurezza.
In queste condizioni di grande difficoltà vivono gli abitanti
del villaggio di Anen, che nonostante tutto dichiarano che non
abbandoneranno mai la loro terra, rivendicando una pace giusta
che permetta loro di vivere in dignità sul loro territorio,
secondo le risoluzioni dell'ONU.
Queste informazioni sono state fornite dal comitato locale del
villaggio di Anen contro la costruzione del muro, chi volesse
contattarli direttamente può scrivere in inglese a: hanoosh50@yahoo.com
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A voi tutti un abbraccio e salute.
Sono arrivato oggi a Jenin, la situazione per ora è tranquilla,
la settimana scorsa ho fatto due spettacoli a Ramhalla e sono
andati bene.
Oggi al chek point di Qalandia c'era la fila perché era
chiuso e con un taxista burlone ho messo su 5 minuti di show:
anche i burberi soldati israeliani sghignazzavano. Sono andato
a visitare i villaggi dove stanno costruendo il muro "for
security": hanno espropriato e distrutto ettari di oliveti
centenari, diviso famiglie...
La stupidità umana non ha limiti!
Per il momento vi saluto
Grampied
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